Governo impegnato su più fronti. Da un lato il Cdm di ieri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato, con procedure d’urgenza, un disegno di legge di delega al Governo per la riforma fiscale, con tempi di attuazione che coprono tutta la legislatura.
Ma dall’altro ci sono altre questioni, altrettanto urgenti. Per esempio, il problema dei crediti incagliati perché, ricorda l’Ance, le imprese hanno uno stock di 19 miliardi di euro che può potenzialmente portare al fallimento di 32 mila aziende, facendo perdere il posto di lavoro a 170 mila dipendenti nel settore, senza contare l'indotto.
Secondo la vicepresidente di Ance, Vanessa Pesenti, ci sarebbero le condizioni per una liquidazione immediata. Ma il braccio di ferro tra banche, governo e Agenzia delle Entrate non riesce del tutto a sciogliersi perché la soluzione emersa, ovvero l'utilizzo in compensazione dei crediti degli F24 delle imprese, possibilmente esteso anche ai correntisti, è ancora allo studio della Ragioneria dello Stato, che ha sollevato qualche perplessità.
Possibile proroga per le unifamiliari
Fatto sta che il nodo va sciolto a breve, perché altrimenti famiglie e imprese non potranno presentare le richieste di cessione entro il 31 marzo, per lavori relativi al 2022.
Il governo starebbe anche pensando a una proroga, dal 31 marzo al 30 giugno, per dare la possibilità alle villette unifamiliari di usufruire del Superbonus, ancora nella misura originale del 110%. Non sarebbe questa la prima proroga dato che già la scadenza originaria era al 31 dicembre 2022, con la condizione però di aver effettuato almeno il 30% dei lavori.
Contributi previdenziali per i crediti incagliati
Non è escluso a questo punto che nel gioco degli emendamenti possa rientrare anche la proroga del termine per presentare le richieste di cessione, se non dovesse intervenire una soluzione per tempo. Tra gli emendamenti al decreto Superbonus all’esame della Camera, il governo sarebbe infatti pronto a inserire anche quello che consente alle banche, alle imprese e agli intermediari di poter compensare i crediti con i contributi previdenziali.