OICE lancia l’ennesimo allarme dopo la stretta del sistema bancario di questi ultimi giorni e le notizie di esaurimento del plafond di 37 miliardi destinato ai crediti del Superbonus 110%. Per Gabriele Scicolone, Presidente dell’Associazione, “siamo assolutamente in linea con le preoccupazioni espresse dalla neo Presidente Ance, Federica Brancaccio, sui rischi che sta correndo il nostro settore per il combinato tra gli effetti della stretta bancaria sul Superbonus e la necessità di rispondere alla poderosa domanda che deriva dagli impegni sul Pnrr, tenuto conto della limitata disponibilità di tecnici da mettere al lavoro rapidamente”.
Nel merito, per Fabio Tonelli, Coordinatore del Gruppo di Lavoro OICE Superbonus,
sono troppe le voci che danno per scontato o giustificabile uno stop immediato al superbonus 110% senza guardare compiutamente allo sfacelo delle conseguenze per chi ha semplicemente creduto in uno strumento del Governo, investendoci in questi anni. Di fronte ad un protrarsi dell'attuale posizione delle banche, se è vero che le imprese rischiano il fallimento, i professionisti e le società d'ingegneria stanno molto peggio perché le progettazioni sono propedeutiche alla valutazione di congruità degli advisors delle banche. A sua volta anche quest’attività è propedeutica alla decisione di acquisto dei crediti, pertanto i progetti sono stati fatti e ora le banche non acquistano più crediti, se i cantieri non partono, i progettisti non hanno neanche il diritto al credito d'imposta per i compensi del proprio lavoro già svolto. Si fa fatica solo a pensare all'ipotesi di chiedere il denaro ai condomini. Qui si sta parlando di un elevatissimo rischio di insolvenza per alcuni miliardi di euro per il solo settore professionale, con conseguenze devastanti proprio per questi studi e professionisti che nei prossimi anni dovrebbero essere pronti per le sfide del PNRR. Una tempesta perfetta.
Da qui il grido di allarme di OICE:
perché non si va a fondo sul comportamento del sistema bancario? - continua Tonelli - Perché uno stop agli acquisti così rapido e drastico? Quali sono i "fondamentali" che giustificano un aumento imponente quanto repentino dei costi di cessione, che fino a pochissimi mesi fa erano compresi tra il 7 ed il 9% per un credito diluito in 5 anni, oggi sono al 15/22% per un credito diluito in 4 anni? Come può giustificarsi un comportamento così distratto da parte del governo sulla sorte di un intero settore che ha semplicemente creduto di poter confidare su una Legge dello Stato?
Chiude il Presidente Scicolone:
abbiamo più volte manifestato perplessità su alcuni meccanismi anche tariffari del superbonus che avrebbero potuto sfociare, da positivi, in effetti negativi. Non è tardi per correggere il tiro. Chiediamo di sederci ad un tavolo con tutte le componenti di un settore che, fra mille difficoltà, si è messo a disposizione ma che adesso rischia di crollare a causa di una stretta immotivata.