Ci sono l’estensione del superecobonus alle seconde case, gli impianti a biomasse ad altissima efficienza, le comunità energetiche. Uncem aveva messo sul tavolo queste necessità per modificare e migliorare il Superecobonus. I tre fronti sono all’interno del nuovo articolo 119 del ‘Rilancio’. La quinta Commissione Bilancio della Camera ha varato il testo che oggi è in Aula per la conversione del Decreto, che dovrà avvenire entro il 18 luglio.
Ci sono l’estensione del super bonus fiscale per l’efficientamento energetico alle seconde case, salvo quelle di lusso, A1, A8, A9, dunque abitazioni di tipo signorile, abitazioni in ville e castelli. Nel nuovo testo dell’articolo sul superecobonus vi sono anche i generatori termici a biomasse. Entrano gli impianti a biomassa, solo in interventi su singole unità immobiliari e solo se di tecnologia a cinque stelle e in aree non metanizzate e in Comuni montani non interessati da procedure d’infrazione per sforamento dei limiti della qualità dell’aria. Inoltre, rispetto alle Comunità energetiche nelle quali Uncem crede moltissimo, per i borghi e i Comuni montani, è previsto nel nuovo articolo che l’esercizio di impianti fino a 200 chilowatt da parte di comunità energetiche rinnovabili, non costituisca svolgimento di attività commerciale abituale. Anche questo punto si inserisce nel quadro di un Green new deal europeo per puntare su decarbonizzazione e riduzione dei consumi, previsti anche dalla legge 221/2015 nell’articolo 72 sulle Green Communities.
Il nuovo articolo 119 attua quanto previsto dalla legge 158/2017 sui piccoli Comuni negli articoli su patrimonio immobiliare e valorizzazione dei centri storici. Nei 5.552 piccoli Comuni d’Italia si trova una casa vuota ogni due occupate: solo il 15% di quelle disponibili ospiterebbero 300 mila abitanti, e le opere di adeguamento edilizie potrebbero valere 2 miliardi di euro nella rigenerazione e decine di migliaia di nuovi addetti. In Piemonte si parla di potenziali 30 mila nuovi residenti negli 800 piccoli Comuni. Il Superecobonus - sottolinea Uncem - può rappresentare una svolta nel rigenerare questo patrimonio e trasformare quelle che oggi sono seconde case abbandonate in immobili green e smart dove vivere e abitare, dove fare impresa e lavorare, anche a distanza, nei territori alpini e appenninici.
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