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Superbonus 110%, UPB: al 30 novembre gli interventi già ammessi superano di 400 milioni quelli attesi

Il Rapporto dell'Ufficio parlamentare di bilancio stima in 18,5 miliardi di euro l'importo relativo alle proroghe previste dalla Legge di Bilancio 2022

lunedì 13 dicembre 2021 - Redazione Build News

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“A un mese dalla fine del 2021 gli interventi già ammessi” al Superbonus 110% “superano di circa 400 milioni quelli attesi per i primi 18 mesi di applicazione del provvedimento, non tenendo comunque conto della revisione al ribasso della spesa per il 2020 operata in sede di Relazione tecnica della legge di bilancio per il 2021”.

Lo riporta l'Ufficio parlamentare di bilancio nel Rapporto sulla Manovra 2022 che stima in 18,5 miliardi di euro l'importo relativo alle proroghe previste dalla Legge di Bilancio.

Il Rapporto – disponibile qui in allegato - contiene anche un focus sull’entità degli interventi agevolati nella prima fase di applicazione del Superbonus, rinvenibile dai dati di monitoraggio predisposti dall’ENEA, ai sensi dell’articolo 1 comma 5 del DL 59/2021.

“Alla data del 30 novembre il monitoraggio evidenzia un complesso di investimenti agevolabili di riqualificazione energetica (esclusi quindi gli interventi antisismici) di oltre 11,9 miliardi, a cui corrispondono agevolazioni future per circa 13,1 miliardi”, si legge nel Rapporto.

“I dati di monitoraggio, disponibili anche al 31 maggio, 31 agosto, 30 settembre e 31 ottobre, evidenziano peraltro una dinamica delle asseverazioni molto pronunciata negli ultimi mesi. Si è passati infatti dai circa 1,8 miliardi di lavori asseverati a fine maggio ai circa 11,9 miliardi a fine novembre. Il dato delle asseverazioni si è attestato negli ultimi due mesi a circa 2,2 miliardi, contro i circa 1,8 di settembre.

Gli interventi asseverati hanno riguardato un numero relativamente limitato di unità immobiliari: circa 69.400, di cui 10.339 condomini, che costituiscono lo 0,82 per cento del totale degli edifici con più di quattro abitazioni, e 35.542 edifici unifamiliari, lo 0,54 per cento del totale. Come si evince dalla tabella 3.3 l’incidenza dei condomini interessati dagli interventi è leggermente superiore al Sud (0,96 per cento), mentre quella per gli edifici unifamiliari è maggiore al Centro e al Nord (rispettivamente, 0,70 e 0,58 per cento).

La spesa media per intervento è tuttavia elevata e pari a circa 172.000 euro per fabbricato: per i condomini raggiunge in media i 574.200 euro e per gli altri edifici (unifamiliari e altre unità funzionalmente indipendenti, 59.000 in totale) è risultata di circa 100.000 euro. Va inoltre considerato che dai dati di monitoraggio emerge che la spesa media per comparto è aumentata di mese in mese riflettendo due possibilità: da un lato, potrebbero essere stati asseverati interventi via via di maggiore complessità e, dall’altro, un generale innalzamento dei costi degli interventi.

A causa soprattutto della diversa tipologia dei lavori ammessi, ma anche della diversa entità della misura agevolativa (detrazioni del 50 e del 65 per cento anziché 110), l’insieme degli interventi agevolati con il Superbonus differisce sensibilmente da quelli beneficiati in passato con l’Ecobonus, che ha interessato un numero molto più ampio di interventi di importo più contenuto (circa 395.000, per una spesa media unitaria di circa 8.800 euro).

È interessante, tuttavia, osservare anche la differente ripartizione territoriale della spesa agevolata con le due tipologie di intervento. La figura 3.3 evidenzia la distribuzione regionale del rapporto tra la spesa su base annua agevolata con il Superbonus rilevabile dal monitoraggio dell’ENEA al 31 ottobre e quella agevolata con l’Ecobonus nel 2019, che risulta notevolmente più elevato al Sud rispetto a quanto rilevabile nel Centro e nel Nord.

Ad esempio, in Calabria la spesa agevolata su base annua con il Superbonus è più di 10 volte quella agevolata in passato con l’Ecobonus, oltre 6 volte in Campania e Sicilia, 3 volte nel Lazio e 1,2 volte in Lombardia. In Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta la spesa media annua agevolata con il Superbonus è risultata invece inferiore a quella agevolata con l’Ecobonus. Ciò ha comportato un parziale riequilibrio territoriale della distribuzione dei benefici: se oltre il 72 per cento delle spese agevolate con l’Ecobonus affluiva al Nord e solo l’11 per cento al Sud, con il Superbonus le quote passano rispettivamente al 44 per cento e al 34 per cento.

Alcuni fattori potrebbero contribuire a spiegare queste prime evidenze sull’utilizzo del Superbonus.

In primo luogo, l’elevata dimensione della detrazione di imposta riconosciuta e la possibilità di ricorrere allo sconto in fattura da parte del fornitore o di usufruire di un credito di imposta cedibile a terzi ha consentito di accedere agli interventi agevolati anche a soggetti con reddito relativamente più basso e con problemi di liquidità. Questa potrebbe essere una delle possibili spiegazioni sottostanti la diversa distribuzione territoriale del Superbonus rispetto all’Ecobonus e a misure similari. La disponibilità di dati microeconomici riguardanti la platea dei beneficiari e delle spese sostenute potrà consentire di ottenere indicazioni più puntuali in tal senso.

In secondo luogo, la crescente domanda di servizi di riqualificazione energetica potrebbe aver contribuito all’insorgere di tensioni sui prezzi dei servizi agevolati e delle materie prime. Segnali in tal senso provengono dagli operatori del settore e dalle rilevazioni Istat sui prezzi (anche se in ambiti non perfettamente sovrapponibili a quello degli interventi agevolati). Da queste ultime emergono evidenze di un surriscaldamento dei prezzi nel settore edile, con i costi di costruzione dei fabbricati cresciuti da luglio 2020 rispettivamente del 12 per cento per i fabbricati industriali e del 5 per cento per quelli residenziali, mentre sul versante dei prezzi al consumo non sono rilevati significativi incrementi (+1,3 per cento dal luglio 2020 a ottobre 2021, circa la metà della crescita dell’indice generale). In prospettiva, prezzi più elevati potrebbero, da un lato, spingere ulteriormente le spese verso i massimali contribuendo a incrementare il costo complessivo per l’erario e, dall’altro, nel caso di interventi di importo già prossimo al massimale, ridurre l’entità degli interventi sottoposti ad agevolazione.

In terzo luogo, il venir meno del contrasto di interessi tra fornitori e acquirenti per effetto della completa copertura dei costi da parte dell’incentivo potrebbe aver influito sui prezzi concordati sui lavori ammessi e aver accresciuto l’onere complessivo della misura.

Infine, sull’onere complessivo della misura potrebbe aver inciso, data la generosità della misura agevolativa e la cedibilità a terzi del credito di imposta, la diffusione di comportamenti fraudolenti. Al riguardo, l’Agenzia delle entrate ha intercettato diverse frodi con riferimento alla prima fase di attuazione del Superbonus, riferite soprattutto a cessioni di crediti inesistenti relativi a interventi edilizi non effettuati, segnalando l’individuazione di circa 800 milioni di crediti dei quali risulterebbe “pressoché certa l’inesistenza”. Proprio al fine di contrastare tali effetti, in primo luogo, il DDL di bilancio, come menzionato in precedenza, prevede l’applicazione di nuovi massimali di spesa per specifiche categorie di beni da individuare con decreti del Ministro della Transizione ecologica e, in secondo luogo, è stato recentemente emanato il DL 157/2021 che prevede, tra le altre cose, un generale rafforzamento dell’attività di controllo da parte dell’Agenzia anche attraverso verifiche preventive sui profili considerati più a rischio”.

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