Lo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito del “superbonus 110%” rischia di trasformarsi in un «lockdown economico del settore edile». È l’allarme lanciato dal gruppo di lavoro delle professioni dell’area tecnica ed economica di Confprofessioni sui bonus edilizi, coordinato dalla vicepresidente notaio Claudia Alessandrelli, che chiede nell’immediato, specie con riferimento ai crediti incagliati, di riattivare subito il circuito della cessione del credito al sistema bancario, e a terzi, con un tetto massimo alle commissioni per l’acquisto del credito, a tutela dei cedenti. «Per agevolare la monetizzazione del credito e per non compromettere la liquidità corrente dello Stato (conseguenza che potrebbe derivare dalla compensazione generalizzata degli F24 gestiti dal sistema bancario) – si legge in una nota della Confederazione - si potrebbe valutare l’opportunità di cartolarizzare i crediti, pur nella consapevolezza della complessità tecnica e procedurale di tale percorso».
Per non creare ulteriori problemi di cessioni e di movimenti dei crediti stessi, il gruppo di lavoro propone la possibilità per i proprietari degli immobili di trasformare il bonus in “credito d’imposta” utilizzabile per il pagamento di altre imposte in un arco temporale più lungo. Inoltre, per il futuro, e per iniziare a delineare un nuovo quadro normativo dei bonus edilizi, il più possibile stabile e certo nel tempo, sarebbe opportuno mettere mano ad una revisione complessiva del sistema di detrazioni fiscali nel settore dell’edilizia, accorpando tutti i bonus sotto un’unica detrazione fiscale o rimodulando i meccanismi della misura, con modalità di incentivazione differenziata in base alle classi energetiche ed alle classi di rischio delle costruzioni.
Per fare questo il gruppo di lavoro di Confprofessioni invita a fare chiarezza su un aspetto incontrovertibile: l’impatto dei bonus e del sistema di detrazioni fiscali nel settore dell’edilizia andrebbe valutato oggettivamente, facendo chiarezza sui numeri e tenendo a mente non il solo calcolo dell’impatto sulla spesa pubblica e di disavanzo per lo Stato, ma anche le ripercussioni economiche e sociali, che hanno generato un ritorno positivo per il gettito fiscale, senza trascurare il rilevante impatto dal punto di vista occupazionale, di efficienza energetica, sostenibilità ambientale e messa in sicurezza del patrimonio edilizio.