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Superbonus e bonus edilizi, ENEA in audizione: necessario un riordino degli incentivi

Occorre "un sistema di incentivi basati sui risparmi ottenuti a seguito degli interventi". Per quanto riguarda l'innovazione del settore, ENEA suggerisce di utilizzare il concetto di “off site construction”

lunedì 24 aprile 2023 - Alessandro Giraudi

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Mercoledì 12 aprile 2023, presso la Sala del Mappamondo di Montecitorio, la Commissione Bilancio della Camera ha svolto, in videoconferenza, l'audizione dell'ingegnere Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento unità efficienza energetica dell'ENEA, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia.


Riportiamo il resoconto dell'audizione.


“Onorevole presidente e onorevoli deputati, vi ringrazio, anche a nome del presidente Dialuce, per l'invito a rappresentare, in questa sede istituzionale, il contributo che l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) può fornire allo svolgimento di questa indagine conoscitiva.


L'Agenzia, che opera nella ricerca, nell'innovazione e nella prestazione di servizi avanzati per l'impresa e la pubblica amministrazione e i cittadini nei settori dell'energia, dell'ambiente e dello sviluppo economico sostenibile, svolge anche la funzione di Agenzia nazionale per l'efficienza energetica. In questo ambito rende disponibili metodologie e soluzioni innovative, svolge attività di supporto scientifico per l'uso efficiente dell'energia, la riduzione dei consumi energetici, l'ottimizzazione dei processi e gestisce gli incentivi per gli interventi di efficientamento energetico in edilizia sotto forma di detrazioni fiscali.

Le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio sono state introdotte a partire dal 1° gennaio 2007 tramite una misura che consentiva al contribuente di beneficiare di alcune detrazioni di imposte per interventi di riqualificazione energetica effettuati sugli immobili di proprietà. Questa misura nel tempo si è dimostrata effettivamente virtuosa perché, in primo luogo, ha costituito una sorta di vera e propria occasione di alfabetizzazione sull'efficienza energetica e, in generale, su tutto il tema della riduzione dei consumi e, in particolare, ha consentito di aiutare il settore dell'edilizia in anni di crisi e di promuovere anche l'introduzione di apparecchiature sempre più performanti sotto il profilo energetico e ambientale. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che tale misura ha creato molti posti di lavoro nell'intera filiera, sia nei settori industriali dei materiali da costruzione e degli impianti, in particolare in quelli dei materiali isolanti, degli intonaci, degli infissi, dei generatori di calore e delle pompe di calore, nei quali, tra l'altro, ancora oggi l'Italia vanta varie eccellenze, sia nei settori dei professionisti e del commercio, in cui operano molte imprese artigiane che hanno eseguito i lavori e hanno avuto rapporti con i benefici finali.


Questa misura, proprio per questi motivi, nonostante non avesse carattere strutturale, negli anni è stata sempre prorogata. Di recente, nel 2020,su questo argomento è intervenuto il decreto-legge cosiddetto «Rilancio», che, con l'articolo 119, ha introdotto la misura del superbonus, che innalza al 110 per cento la detrazione delle spese sostenute e rimaste a carico del contribuente. La misura del superbonus riguardante gli interventi di efficienza energetica è comunque inquadrata all'interno dell'esistente normativa delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, i cosiddetti ecobonus, e questo vale proprio in relazione ai requisiti richiesti e ai meccanismi procedurali attraverso cui si articola. L'ENEA, in continuità con quanto fatto nel passato fin dall'istituzione dell'ecobonus, in aggiunta agli incarichi previsti dai vari provvedimenti di legge, fornisce supporto alla diffusione della misura attraverso un portale informativo nel quale sono disponibili i documenti tecnici sulle procedure e sulle metodologie e i vademecum. L'Agenzia gestisce un servizio di risposta a quesiti personalizzati attraverso una casella di posta elettronica dedicata: solo per dare un'idea, attraverso questo servizio, dal 2020 abbiamo risposto a circa 20.000 quesiti tecnici all'anno provenienti da cittadini o, per lo più, da professionisti o aziende e abbiamo svolto centinaia di webinar organizzati dalla stessa ENEA o ai quali l'Agenzia è stata invitata, avendo così la possibilità, in qualche modo, di formare tutti i professionisti interessati. Inoltre, abbiamo sviluppato dei prodotti software che cercano di supportare i professionisti e anche i cittadini un pochino più preparati per la realizzazione, per esempio, delle diagnosi energetiche, che sono lo strumento base per capire quali possono essere gli interventi necessari per riqualificare la propria abitazione o un edificio.


È chiaro che nel passaggio dall'ecobonus al superbonus tecnicamente noi abbiamo superato un handicap, una criticità che avevamo notato nonostante la validità del sistema precedente, che forniva il beneficio a singoli interventi che venivano realizzati all'interno delle unità immobiliari. Questo nonostante già nel 2017 fosse stata introdotta una disposizione che prevedeva la riqualificazione delle parti comuni degli edifici, con una percentuale di detrazione che era al 70 o 75 per cento, o all'80 o 85 per cento nel caso in cui si abbinasse anche la riqualificazione sismica. Questo è un altro aspetto molto significativo di cui l'ENEA è stata promotrice perché quando si eseguono lavori strutturali, soprattutto per ridurre la vulnerabilità sismica degli edifici, è il momento giusto e anche economicamente vantaggioso per eseguire anche interventi di efficientamento energetico. Nel caso del superbonus ovviamente questo passaggio era stato promosso particolarmente, perché la misura – non mi dilungo nella descrizione – mirava essenzialmente alla riqualificazione delle parti comuni degli edifici, dando vita a interventi trainati e trainanti. Tra gli interventi trainanti c'era quello dell'isolamento delle pareti comuni e delle pareti orizzontali disperdenti. Naturalmente è una misura che in più richiedeva come requisito il salto delle due classi energetiche, quindi sicuramente si trattava di una spinta alla promozione degli interventi più energeticamente performanti.


Per quanto riguarda i risultati conseguiti, l'ENEA pubblica un rapporto annuale su tutti i risultati conseguiti dagli ecobonus e mensilmente pubblica i dati relativi alle attività connesse alla misura del superbonus. Nel corso di tutti questi anni per quanto riguarda l'ecobonus sono stati attivati circa 7,5 miliardi di euro di investimenti, di cui 2,5 miliardi di euro destinati alla sostituzione degli infissi e agli impianti di climatizzazione. Ma, considerando tutti gli anni e tutti gli interventi possibili che erano incentivati, dal 2007, sono stati attivati complessivamente investimenti per 53 miliardi di euro. Nel caso, invece, del superbonus chiaramente sappiamo che – come avevo già detto – innanzitutto i lavori vengono realizzati in maniera più performante perché viene richiesto il miglioramento di due classi energetiche. Quindi, allo stato attuale, dall'istituzione della misura, gli investimenti ammessi a detrazione ammontano complessivamente a 72 miliardi di euro, di cui il 79 per cento, cioè oltre 58 miliardi di euro, risultano ancora da concludere.


Alcuni dati possono essere interessanti. Ad esempio, facendo un confronto con l'ultimo anno, cioè dal 31 marzo 2022 al 31 marzo 2023, c'è stato un incremento medio in ogni regione d'Italia di circa il 65 per cento dei cantieri aperti. Noi raccogliamo le asseverazioni, che sono il documento determinante e certificante di tutta l'operazione. Tuttavia, abbiamo notato che la distribuzione di questi interventi a livello regionale non è proporzionale al numero di abitanti: infatti, le regioni che hanno più usufruito di questa misura sono il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, mentre le ultime sono Liguria e Sicilia. Quindi, da questo si può capire che non c'è una proporzionalità diretta fra il numero di interventi e il numero di abitanti, così come, almeno in questo momento, non c'è una relazione troppo diretta con il reddito pro capite. Infatti, la Lombardia è la prima regione per quanto riguarda le asseverazioni in valore assoluto, quindi quella che ha il maggior numero di asseverazioni, ossia il maggior numero di cantieri, ed è anche la regione con il reddito pro capite più alto, ma subito dopo la Lombardia, come numero di asseverazioni, abbiamo il Trentino Alto Adige e la Valle d'Aosta. Invece, l'Emilia Romagna e il Piemonte, che hanno un reddito pro capite ugualmente alto, per quanto riguarda il numero di interventi eseguiti sono in una posizione molto più bassa.


C'è un'altra informazione che volevo sottolineare. Sicuramente sapete che possono accedere a questa misura i condomini, le unifamiliari e le unità immobiliari funzionalmente indipendenti, le cosiddette villette a schiera. Poi naturalmente possono accedere alla misura anche altre categorie, quelle che operano nel social housing e le ONLUS, che, però, numericamente sono molto inferiori rispetto alle altre. Il dato interessante è che in tutte le regioni il numero di condomini oggetto di riqualificazione è minore rispetto alle altre tipologie. Tuttavia, in termini di investimenti, chiaramente la somma delle unifamiliari funzionalmente indipendenti equivale a quella dei condomini, che ovviamente sono di meno ma di dimensioni maggiori.


Infine, un'ultima informazione che mi premeva sottolineare è che i principali interventi che sono stati progettati attualmente sono – come ho detto – l'isolamento dell'involucro, rispetto al quale si sono raggiunti circa 116 milioni di metri quadri di interventi, la sostituzione degli infissi e la sostituzione degli impianti di climatizzazione principalmente con pompe di calore elettriche e sistemi ibridi, ossia pompa di calore e caldaia, con un risparmio stimato di circa 10.000 gigawatt all'anno.


Per concludere, volevo sottolineare che il nostro Paese ha scelto di promuovere e incentivare gli interventi di riqualificazione energetica anche del proprio patrimonio residenziale con un documento, ossia la Strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale. Per raggiungere l'obiettivo è necessario anche superare una serie di criticità rappresentate dalle barriere economiche, comportamentali e organizzative, che, nella maggior parte dei casi, soprattutto nel caso di quelle comportamentali e organizzative, inibiscono anche i cittadini dall'inserirsi in questo cammino. In linea anche con la Strategia «un'ondata di ristrutturazioni» lanciata dall'Unione europea, siamo chiamati a svolgere un'attività molto intensa su quest'aspetto. Quindi, per raggiungere questi risultati, che peraltro sono anche utili perché riducono i consumi, l'ENEA ritiene innanzitutto necessario – e si permette di suggerire – un riordino delle misure di sostegno allo scopo di fornire un quadro di regole chiaro e prevedibile nel tempo. Occorre semplificare e velocizzare le procedure, adottare un sistema di incentivi basati sui risparmi ottenuti a seguito degli interventi e, quindi, adeguare l'incentivo ai risultati che si ottengono o che si stima di ottenere.


Un altro aspetto, su cui tra l'altro l'ENEA come ente di ricerca sta anche lavorando, è cercare di innovare il settore. Un aspetto fondamentale che abbiamo notato nel seguire tutte queste misure da molti anni è che il settore dell'edilizia è ancora un settore poco innovato e che, invece, per ridurre i tempi e i costi delle riqualificazioni è necessario in qualche modo cercare di portare in questo settore un'innovazione e pratiche migliori. Il nostro suggerimento è quello di utilizzare il concetto della off site construction, cioè una sorta di prefabbricazione che potrebbe ridurre i costi e i tempi e aumentare anche la qualità del prodotto. Inoltre, per accompagnare questo complesso percorso, ENEA mette a disposizione la propria esperienza maturata come Agenzia nazionale per l'efficienza energetica e la competenza acquisita in ricerca e sviluppo.


PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.


UBALDO PAGANO. Vorrei porre una sola domanda all'audita, ringraziandola per il suo contributo alla nostra indagine conoscitiva e pregandola, laddove fosse nella disponibilità, di depositare anche un contributo scritto perché ci potrebbe essere utile anche per redigere il documento conclusivo. Sugli impatti macroeconomici mi pare evidente che non sia l'ente rappresentato dall'audita a poterci dare dei ragguagli attendibili, però mi interessava molto il dato che ha citato rispetto al risparmio energetico che si è creato a seguito dei lavori eseguiti grazie al superbonus: se non ricordo male ha parlato di un risparmio di circa 10.000 gigawatt all'anno. Solo per dare una misura comparativa, a quanto ammontava, secondo il piano energetico di contenimento nazionale a seguito dell'emergenza ucraina, l'obiettivo di riduzione dei consumi fissato per il 2022?


ILARIA BERTINI. Non ho capito la domanda. Si riferisce al fatto che ogni Stato doveva ridurre del 15 per cento i propri consumi?


UBALDO PAGANO. L'Italia, in valore assoluto, quanto avrebbe dovuto ridurre i propri consumi?


ILARIA BERTINI. L'Italia, secondo quel programma, doveva ridurre i propri consumi energetici del 15 per cento, come tutti i Paesi europei, e successivamente tale percentuale fu abbassata all'8 per cento. Però non è un dato paragonabile. Stiamo intervenendo su circa il 3 per cento degli edifici, quindi è chiaro che questo consumo è legato al numero di edifici coinvolti e stiamo parlando di un piccolo insieme di edifici. La riduzione richiesta per il programma di contenimento, ovviamente, era molto maggiore perché era legata all'intero consumo energetico del Paese, che prevedeva non solo i consumi del settore residenziale, ma anche quelli del terziario e soprattutto dell'industria. Quindi, è chiaro che non è comparabile, però la riqualificazione energetica degli edifici, anche associata alle fonti rinnovabili, è comunque uno strumento essenziale per ridurre i consumi. Quindi è chiaro che noi adesso possiamo dire che i 10.000 gigawatt di risparmio all'anno possono sembrare pochi rispetto ai milioni che dovevamo risparmiare per effetto della crisi ucraina, ma quello era un dato che riguardava l'intero Paese. Nel caso del superbonus, invece, parliamo di un numero limitato di edifici coinvolti. Non so se ho risposto alla domanda.


UBALDO PAGANO. Pongo un'ulteriore domanda: per quanto riguarda, invece, il risparmio energetico degli interventi effettuati sui condomini rispetto a quelli sulle unità immobiliari singole, quant'è il rapporto di risparmio che avete stimato, laddove lo abbiate fatto? Perché ci è capitato spesso di leggere – e la cosa mi ha molto incuriosito, ovviamente non da tecnico della materia – che la capacità di efficientamento energetico a seguito di opere su condomini è circa due volte quella che, rispetto al costo dell'intervento, si creerebbe sulle case indipendenti, quindi villette, unifamiliari e quant'altro.


ILARIA BERTINI. A livello di costi, come ho detto, noi abbiamo stimato un costo medio, che ovviamente dipende dagli interventi. Se si considerano gli stessi interventi su un condominio e su una unifamiliare, è chiaro che il risparmio per unità metro quadro deve essere lo stesso, perché la misura richiedeva il salto di due classi energetiche, che è il requisito fondamentale sia per una unità immobiliare funzionalmente indipendente o in una unifamiliare sia in un condominio. Quello che dobbiamo andare a vedere è il costo medio per unità e per metro quadro, perché è chiaro che poi nella unifamiliare tendenzialmente si spende di meno perché il condominio ha dimensioni più grandi. Il concetto è semplicemente questo. Quindi, come ho detto, nel caso degli investimenti noi andiamo a vedere che sono meno i condomini, però, di fatto, da un punto di vista degli investimenti incidono quanto tante unità immobiliari singole. Da un punto di vista energetico, facendo gli stessi interventi è chiaro che otteniamo risultati analoghi. Possiamo dire che i condomini si trovano più tipicamente nelle città, che poi non è del tutto vero perché non solo nelle grandi città abbiamo i condomini, nelle piccole città, invece, c'è una distribuzione anche molto folta di unità immobiliari singole o funzionalmente indipendenti, e quindi il discorso di lavorare prima o più sui condomini dovrebbe essere legato alla possibilità di ridurre i consumi e, quindi, l'inquinamento nelle città.


PRESIDENTE. Non mi sembra ci siano altri interventi, quindi ringrazio l'ingegnere Bertini per la sua relazione e la invitiamo, qualora fosse possibile, a trasmettere alla Commissione una memoria scritta. Dichiaro conclusa l'audizione.”

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