Il Sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze, Federico Freni, ha risposto ieri 10 gennaio in commissione Finanze della Camera all'interrogazione 5-01785 di Emiliano Fenu (M5S), nella quale si chiedono dati sui crediti d’imposta incagliati relativi ai bonus edilizi e aggiornamenti sulle misure per favorirne lo smaltimento.
Nell'interrogazione si richiama in premessa l’articolo 25, comma 1, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, che ha introdotto l’obbligo di comunicazione all’Agenzia delle entrate dei crediti d’imposta derivanti dall’esercizio delle opzioni di cui all’articolo 121, comma 1, lettere a) e b), del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, relativi al superbonus e alle altre agevolazioni edilizie, che risultano non utilizzabili per cause diverse dal decorso dei termini di cui al comma 3 dello stesso articolo 121.
Ai sensi del cennato articolo 25 « nelle ipotesi in cui i crediti non ancora utilizzati, derivanti dall’esercizio delle opzioni di cui all’articolo 121, comma 1, lettere a) e b), del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, risultino non utilizzabili per cause diverse dal decorso dei termini di utilizzo dei medesimi crediti di cui al comma 3 del predetto articolo 121 del decreto-legge n. 34 del 2020, l’ultimo cessionario è tenuto a comunicare tale circostanza all’Agenzia delle entrate entro trenta giorni dall’avvenuta conoscenza dell’evento che ha determinato la non utilizzabilità del credito. Le disposizioni di cui al periodo precedente si applicano a partire dal 1° dicembre 2023. Nel caso in cui la conoscenza dell’evento che ha determinato la non utilizzabilità del credito sia avvenuta prima del 1° dicembre 2023, la comunicazione è effettuata entro il 2 gennaio 2024 ».
Tanto premesso, tenuto conto che migliaia di imprese e di famiglie sono alle prese con la problematica dei crediti incagliati, con gravi ripercussioni economiche, l'interrogazione chiede di sapere « alla luce del decorso dei termini degli adempimenti comunicativi di cui in premessa, quale sia il numero di comunicazioni trasmesse in merito alla remissione in bonis e al mancato utilizzo del credito, specificando l’ammontare dei crediti non utilizzati e quali iniziative intende assumere per favorire lo smaltimento da parte dei legittimi titolari ».
La risposta di Freni
Nella risposta, il sottosegretario Freni riporta che “l’Agenzia delle entrate fa presente quanto segue. I bonus edilizi comunicati come « non utilizzabili », ai sensi dell’articolo 25 del decreto-legge n. 104 del 2023, ammontano, alla data odierna, a 134 milioni di euro.
Dal 1° aprile al 30 novembre 2023 (termine per avvalersi della c.d. Remissione in bonis) sono state inviate all’Agenzia delle entrate n. 156 mila comunicazioni di prima cessione o sconto in fattura relative ai bonus edilizi di cui all’articolo 121 del decreto-legge n. 34 del 2020, per le spese sostenute nell’anno 2022.
In entrambi i casi giova evidenziare che i dati non sono rappresentativi del fenomeno dei c.d. crediti incagliati, ossia dei crediti che i titolari delle detrazioni o gli attuali detentori non riescono a cedere a terzi.
Infatti, i crediti non utilizzabili comunicati ai sensi dell’articolo 25 rappresentano i crediti acquistati che l’attuale detentore ritiene di non aver diritto a utilizzare (per cause diverse dal decorso dei termini di utilizzo dei medesimi crediti) e, quindi, intende « cancellare » (ad esempio, per mancanza dei presupposti costitutivi) e non dei crediti che lo stesso soggetto non riesce a cedere a terzi.
Mentre i dati relativi alla cosiddetta remissione in bonis fanno riferimento alle comunicazioni inviate dai soggetti titolari delle detrazioni per lavori edilizi relativi alle spese sostenute nel 2022 che non hanno potuto comunicare all’Agenzia delle entrate la prima cessione del credito (o lo sconto in fattura) entro il termine ordinario del 31 marzo 2023 e che, pertanto, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16, hanno effettuato tale adempimento entro il termine di presentazione della prima dichiarazione utile”, conclude Freni.
Fenu: non soddisfatti dalla risposta
Emiliano Fenu, replicando, si è dichiarato non soddisfatto dalla risposta del Governo, con particolare riferimento alla carenza di dati sugli importi dei crediti non utilizzati; a suo avviso si tratterebbe di un ammontare agevolmente calcolabile. La conoscenza di tali importi consentirebbe, tra l’altro, di valutare l’impatto di tali crediti sui saldi di finanza pubblica e, in particolare, sui parametri di bilancio richiesti in sede europea.
“Oggi è possibile stabilire l'esatto ammontare dei crediti Superbonus non più solo incagliati ma andati definitivamente perduti”, scrive Fenu sulla sua pagina Facebook. “Per i crediti 2022, ad esempio, basta una semplice sottrazione: totale detrazioni 2022 da sito ENEA (meno) totale detrazioni indicate nella dichiarazione dei redditi (meno) ammontare crediti 2022 ceduti (uguale) crediti 2022 andati perduti per i contribuenti.
Oggi in commissione finanze ho chiesto quest'ultimo "sottraendo" (ammontare crediti 2022 ceduti) ma il Ministero non ha fornito il dato. Pensavo mi fosse sfuggito ma il sottosegretario Freni mi ha confermato che non è stato quantificato...
È importante conoscere l'ammontare dei crediti 2022 andati perduti perché, in base alla loro entità, Eurostat potrebbe decidere se la riclassificazione dei crediti decisa dal Governo un anno fa è da ritenersi corretta e da confermare o al contrario è da ritenersi sbagliata e da correggere”, osserva Fenu.