“Sulla base degli ultimi dati forniti dall’Agenzia delle Entrate aggiornati alla data del 4 aprile 2024, termine ultimo per inviare la comunicazione relativa all’opzione per la cessione del credito e/o per lo sconto in fattura in alternativa alla fruizione diretta del Superbonus per l’anno 2023, l’ammontare complessivo dei crediti ceduti/scontati, cosiddette “prime cessioni”, per il Superbonus è di 160,5 miliardi di euro”. Tale importo “comprende anche i crediti che sono stati annullati dagli utenti e/o sequestrati dall’Autorità Giudiziaria e, pertanto, dovrà essere ridotto per tener conto di queste circostanze”.
Lo ha reso noto il Direttore Generale delle Finanze, Dott. Giovanni Spalletta, in audizione il 16 aprile 2024 in Commissione Finanze e Tesoro sul Disegno di legge di conversione in legge del Decreto Taglia Cessioni (Decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39).
Super Ecobonus, dinamica eccezionale tra aprile 2023 e marzo 2024
“Dall’analisi dei dati riportati nei report Enea dei primi tre mesi del 2024 e riferiti agli andamenti di investimenti e agevolazioni relativi agli ultimi mesi del 2023 emerge ancora un’accelerazione sostenuta degli investimenti agevolati che conferma la tendenza già registrata nei Report Enea pubblicati negli ultimi tre mesi del 2023”, ha evidenziato Spalletta.
Il Direttore Generale delle Finanze ha ricordato che, “tenuto conto che i beneficiari possono comunicare ad Enea le asseverazioni dei lavori effettuati entro i tre mesi successivi, la ricostruzione delle spese e agevolazioni sostenute nel corso del 2023 deve considerare gli investimenti riportati nei report Enea prodotti nel periodo tra aprile 2023 e marzo 2024. In questo periodo si è registrata una dinamica eccezionale, soprattutto nel semestre che va da ottobre 2023 a marzo 2024: infatti, sono state registrate maggiori agevolazioni per lavori conclusi solo per “Super Ecobonus” pari a 42 miliardi di euro”.
Nel dettaglio, “tra ottobre e dicembre 2023 sono stati registrati circa 20 miliardi di euro di maggiori agevolazioni per lavori conclusi a fronte di circa 12,5 miliardi di euro di maggiori agevolazioni osservate nello stesso periodo del 2022. Tra gennaio e marzo 2024, inoltre, si sono registrati circa 22 miliardi di maggiori agevolazioni per lavori conclusi, superiori rispetto a circa 12,6 miliardi di euro di maggiori agevolazioni osservate nel primo trimestre del 2023.
L’eccezionalità del dato registrato nel corso dell’ultimo trimestre del 2023 è confermata anche dalle informazioni della banca dati della Fatturazione Elettronica per il settore delle costruzioni edili. Nell’ultimo trimestre del 2023, infatti, si è registrata una crescita degli importi delle fatturazioni elettroniche rispetto allo stesso periodo del 2022 pari a circa +26%. La variazione osservata tra l’ultimo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021 è stata inferiore di oltre tre volte e pari a circa 6%”.
Criticità nel design della misura
“Come più volte sottolineato dal Sig. Ministro dell’Economia e delle Finanze, e come ho avuto modo di rilevare anche nei miei precedenti interventi presso questa Commissione, l’agevolazione edilizia c.d. Superbonus ha generato un elevato grado di complessità nel nostro ordinamento, in termini di gestione degli incentivi edilizi e del loro impatto sui saldi di finanza pubblica, a causa di una serie di aspetti tra i quali rientrano: le significative risorse assorbite (e che saranno assorbite nei prossimi anni), le problematiche collegate alla cedibilità dei crediti, gli ampi fenomeni di abuso emersi nella seconda metà del 2021 e, non da ultimo, le conseguenze degli effetti di annuncio delle modifiche normative”, ha osservato Spalletta.
Va tenuto conto, inoltre, che il design della misura, combinando aliquote eccessivamente generose – ben superiori rispetto a quelle presenti negli altri Paesi europei – con la possibilità di cedere il credito senza di fatto sostenere alcuna anticipazione finanziaria delle spese per i lavori di riqualificazione, in assenza di una preventiva procedura di autorizzazione che caratterizza altri crediti di imposta (ad esempio quelli previsti per Industria 5.0), è alla base di difficoltà oggettive e non superabili di monitoraggio in itinere.
Nei principali Paesi europei, infatti, le aliquote di agevolazione sono inferiori rispetto a quella prevista inizialmente dal Superbonus e, in aggiunta, esistono limitazioni per quanto riguarda l’ammontare massimo di spesa per usufruire dei benefici fiscali. Ad esempio, le aliquote di agevolazione vanno da un minimo del 20% in Germania a un massimo del 60% (Spagna) e 70% (Francia) variabili a seconda del tipo di intervento; in tutti i casi, comunque, sono previsti massimali di spesa e/o di importo delle detrazioni.
Nei fatti, è stato possibile tracciare l’effettiva dinamica degli interventi agevolati solamente a consuntivo a seguito della pubblicazione dei dati di monitoraggio messi a disposizione da Enea e dall’Agenzia delle Entrate. È fuori di dubbio, quindi, che misure agevolative automatiche e senza preventiva autorizzazione non sono più compatibili con il nuovo quadro di finanza pubblica a seguito delle nuove regole di governance economica europea.
Disciplina sempre più complessa e difficoltosa da applicare
La disciplina del Superbonus, nella sua tecnicalità, si è resa sempre più complessa e difficoltosa da applicare e ha richiesto un’articolazione di interventi funzionali sia a migliorare il disegno degli incentivi sia a neutralizzare eventuali distorsioni ed abusi. Le misure restrittive adottate, già a partire dal Decreto-legge n.11 del 2023 e da ultimo con il Decreto-Legge n.39 del 2024, sono state necessarie per porre limiti all’utilizzo del Superbonus e per arginare i comportamenti opportunistici con conseguenti effetti di rilievo sulla finanza pubblica. Gli effetti limitativi delle disposizioni restrittive si sono probabilmente manifestati con qualche periodo di ritardo per una serie di fattori concomitanti tra i quali rientrano le deroghe concesse per salvaguardare gli interessi dei cittadini, il disallineamento temporale tra adempimento delle formalità amministrative e avvio dei lavori, le tempistiche dovute alle procedure di acquisizione e/o cessione dei crediti.
D’altra parte, la previsione di deroghe rispetto all’immediata applicazione delle misure restrittive sopra citate si è resa necessaria per rispondere all’esigenza di tutela nei confronti di cittadini che avevano intrapreso delle azioni concrete, avendo anche fronteggiato dei costi iniziali, e che dunque nutrivano legittime aspettative.
Tenere conto degli obiettivi di sostenibilità finanziaria e della riduzione del debito pubblico
Alla luce di quanto esposto, gli obiettivi di efficientamento energetico fissati a livello globale ed europeo, così come la necessità di migliorare il grado di rischio sismico del patrimonio immobiliare nazionale, che sono stati perseguiti anche con le misure agevolative in discussione, devono tenere conto degli obiettivi di sostenibilità finanziaria nel medio-lungo periodo e della riduzione del debito pubblico sia nelle fasi congiunturali sia in un’ottica strutturale.
Sotto il profilo strutturale, in particolare, ritengo che una complessiva razionalizzazione della normativa in materia di agevolazioni edilizie, con particolare riferimento a quelle in scadenza al 31 dicembre 2024, e una ridefinizione delle misure di incentivazione non possano prescindere da due considerazioni frutto della recente esperienza.
In primo luogo, gli incentivi fiscali devono essere congegnati evitando aliquote eccessivamente generose, e prevedendo limitazioni più stringenti nei massimali di spesa, al fine di ridurre comportamenti opportunistici da parte dei beneficiari ed effetti dirompenti difficilmente prevedibili ex ante.
In secondo luogo, come più volte indicato dal Sig. Ministro dell’Economia e delle Finanze, la trasformazione dei crediti di imposta in contributi diretti di spesa soggetti a procedure di autorizzazione preventiva per accedere ai benefici appare oggi raccomandabile per raggiungere il duplice obiettivo di fornire informazioni preventive di monitoraggio della spesa all’Amministrazione competente e di acquisire tempestivamente i dati sull’andamento degli effetti delle medesime misure sotto i profili di impatto sulla finanza pubblica”, ha concluso il Direttore Generale delle Finanze.