L'Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili) ha elaborato il documento “La transizione ecologica degli immobili in Italia”, che rappresenta una prima base di ragionamento per l’impostazione di una possibile strategia per la riqualificazione energetica e sismica del patrimonio immobiliare italiano che tiene conto della sostenibilità finanziaria ed economica per le finanze dello Stato e per quelle delle famiglie proprietarie degli immobili.
Leggiamo nella Premessa: “Oggi, mentre l’esperienza del Superbonus volge al termine, sebbene ancora non risolto il tema dei crediti incagliati e la indispensabile proroga dei lavori per i condomini al 2024 con aliquota vigente, siamo di fronte alla nuova sfida europea di riqualificare energeticamente l’intero patrimonio immobiliare del Continente, per renderlo neutrale alle emissioni nocive entro il 2050. Con questo obiettivo, Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio d’Europa hanno proposto modifiche alla Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici, ponendo termini molto stringenti per migliorare, a partire dai più energivori, gli edifici europei.
I risultati di mediazione del Trilogo europeo ancora non si conoscono, ma sicuramente saranno richieste agli stati membri di azioni molto incisive, nella direzione dell’efficienza energetica degli edifici e delle loro emissioni nocive in atmosfera.
Per l’Italia, questo obiettivo comporterà un numero di interventi, in media ogni anno, molto importante, che può essere raggiunto solo con un sistema di incentivi che renda sostenibile, dal punto di vista economico, la scelta delle famiglie italiane di intervenire sugli edifici in cui abitano.
Peraltro, un mancato recepimento delle prescrizioni europee rischia di trasformarsi in un boomerang per il bilancio pubblico, a causa delle sanzioni che verrebbero applicate a seguito della inevitabile procedura di infrazione.
Altrettanto necessaria, naturalmente, è la sostenibilità nel tempo dell’impatto della misura sulle finanze pubbliche, i cui profili di cassa possono minare la solvibilità dello Stato in assenza di un’attenta valutazione pluriennale degli effetti.
La proposta dell’Ance si propone di individuare un insieme di strumenti in grado di produrre un numero sufficiente di investimenti, salvaguardando, al contempo, la sostenibilità della finanza pubblica”.
Le direttrici
Le linee di intervento “si basano sulle seguenti direttrici:
• Mantenimento della struttura di controlli, massimali, asseverazioni e qualificazione attualmente previsti per gli interventi del Superbonus;
• Orizzonte almeno decennale degli incentivi, per consentire una distribuzione degli interventi coerente con le scadenze previste in sede europea;
• Miglioramento energetico di almeno quattro classi per gli edifici ricadenti nelle attuali classi E, F e G;
• Miglioramento sismico di almeno una classe di rischio, nelle zone 1, 2 e 3;
• Mantenimento dell’attuale Sismabonus spettante per l’acquisto di unità immobiliari demolite e ricostruite in chiave antisismica, cedute dalle imprese che hanno eseguito l’intervento (cd Sismabonus acquisti);
• Mantenimento, a regime, dell’aliquota del 70% prevista per il 2024;
• Previsione di un’aliquota del 100% per i soli soggetti incapienti;
• Possibilità di cessione del credito o di sconto in fattura per i soli interventi di riqualificazione energetica e sismica di interi edifici;
• Interventi sugli edifici unifamiliari solo se destinati ad abitazione principale;
• Periodo di fruizione delle detrazioni in 5, 10 anni o 20 anni, a scelta del contribuente utilizzatore;
• Previsione di un Fondo di garanzia per l’erogazione di mutui “verdi” alle famiglie per il finanziamento della quota a carico degli interventi.
Un tale sistema di incentivi permetterebbe di intervenire su circa 120.000 edifici ogni anno, con un costo annuo per lo Stato di circa 20 miliardi.
Investimenti fondamentali per la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano e, quindi, delle nostre città. Città che devono essere rigenerate in modo profondo per venire incontro alle nuove esigenze del vivere e del produrre.
Solo attraverso una nuova legge sulla rigenerazione urbana e incentivi fiscali ed economici adeguati (il sismabonus acquisti è un ottimo punto di partenza) si potrà pensare di continuare il lavoro iniziato con il PNRR”.