Si è svolta ieri, 14 marzo 2023, presso la 6° commissione Finanze e Tesoro del Senato, l’audizione del direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini sugli strumenti di incentivazione fiscale, accomunati dall’effetto di alleggerire il carico tributario in capo ai beneficiari, con particolare riguardo ai crediti d’imposta. In rassegna le tax expenditures e i principali bonus gestiti attualmente nelle dichiarazioni dei redditi.
L’intervento si inserisce nell’indagine conoscitiva su tale forma di sostegno indirizzata a famiglie e imprese, largamente utilizzata negli ultimi anni, sotto forma di bonus, aiuti o ristori.
Sulle tax expenditures il direttore ricorda che tali spese sono oggetto di una procedura di monitoraggio annuale da parte del Governo e del Parlamento, attraverso il rapporto programmatico, che fa da corredo alla Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza e attraverso il rapporto annuale sulle spese fiscali allegato allo stato di previsione dell’entrata.
Il numero delle “spese fiscali”, precisa Ruffini, è aumentato in modo esponenziale, soprattutto per effetto delle misure emergenziali che, inevitabilmente, hanno complicato il quadro generale.
Sono ben 626 le spese fiscali censite nel rapporto annuale per il 2022. A titolo di esempio il documento ha registrato:
• 112 spese fiscali relative a “competitività e sviluppo delle imprese”
• 102 voci di spesa relative a “diritti sociali, politiche sociali e famiglia”
• 90 voci di spesa fiscale relative a “politiche economico-finanziarie e di bilancio e tutela della finanza pubblica”
• 55 voci di spesa fiscale relative a “politiche per il lavoro”
• 55 voci di spesa relative a “casa e assetto urbanistico”.
“In una prospettiva di medio-lungo periodo, la definizione di un sistema fiscale semplice ed efficiente nel suo complesso - che è tra gli obiettivi fissati per la riforma fiscale che il Governo si appresta a varare - non può prescindere dal riordino dell’insieme delle tax expenditures”. È necessaria quindi, ha sottolineato il direttore Ruffini, una razionalizzazione delle spese fiscali, “non solo finalizzata a recuperare risorse finanziarie da destinare ad altri obiettivi (come la riduzione del carico fiscale per le persone fisiche), ma anche e soprattutto come uno strumento per correggere, con interventi strutturali, le principali 'anomalie' del sistema tributario (quale l'erosione della base imponibile), con lo scopo ultimo di garantire una maggiore equità al prelievo fiscale complessivo".
La prossima legge delega per la riforma fiscale, ha evidenziato il direttore dell’Agenzia, rappresenta senz’altro un’occasione per porre le basi a una semplificazione dei comparti impositivi più rilevanti e alla ridefinizione delle spese fiscali, nel rispetto dei principi della progressività e dell’equità orizzontale.
I CREDITI D’IMPOSTA DERIVANTI DAI BONUS EDILIZI. Il direttore poi ha fornito una panoramica sui principali crediti d’imposta gestiti attualmente nelle dichiarazioni dei redditi, raggruppati in categorie omogenee a seconda del settore di riferimento o della tipologia di attività agevolata. In rassegna, i bonus attività e ricerca, prodotti energetici, patrimonializzazione delle imprese, sostegno alla cultura, pagamenti tracciabili fino arrivare alla categoria, largamente utilizzata in questi ultimi anni, dei bonus edilizi (Superbonus, il bonus ristrutturazioni, il bonus facciate, l’ecobonus e il sismabonus).
Un particolare profilo di interesse, evidenziato dal direttore, riguarda proprio la circolazione dei crediti fiscali, un fenomeno che ha generato numerosi casi di frode per i quali il legislatore è dovuto intervenire più volte, a partire dal decreto Rilancio fino ad arrivare al recente Dl n. 11/2023 che ne ha ridisegnato i confini.
Inizialmente l’assenza di limitazioni al numero di cessioni ha reso possibile la realizzazione di molteplici cessioni successive di crediti fittizi, con la finalità di creare una distanza tra il beneficiario dell’agevolazione e l’utilizzatore finale, ostacolando di fatto l’attività di controllo.
La soluzione adottata è stata essenzialmente quella di limitare il numero di cessioni o di consentirle solo tra operatori qualificati, fino ad arrivare all’esclusione della fruizione alternativa dello sconto in fattura e della cessione del credito, prevista dall’articolo 2 del Dl n. 11/2023.
Tale decreto legge inoltre ha ridefinito i profili della responsabilità solidale per colpa grave del fornitore che ha applicato lo sconto e dei cessionari del credito, indicando i documenti di cui devono essere in possesso tali soggetti (titolo edilizio abilitativo degli interventi, notifica preliminare dell’avvio dei lavori alla Asl, visura catastale ante operam, fatture ricevute e altri documenti comprovanti le spese e l’avvenuto pagamento, le asseverazioni, il visto di conformità e l’attestazione di banche e intermediari sull’osservanza degli obblighi di antiriciclaggio). Lo stesso Dl n. 11/2023 ha inoltre limitato la responsabilità solidale del cessionario ai casi di dolo o colpa grave, concetti chiariti anche nella circolare delle Entrate n. 33/2022.
Un efficace presidio si è rivelato il controllo preventivo sulla circolazione dei crediti d’imposta, in base al quale l’Agenzia delle entrate entro cinque giorni dall’invio della comunicazione dell’avvenuta cessione del credito può «sospendere, per un periodo non superiore a trenta giorni, gli effetti delle comunicazioni delle cessioni, anche successive alla prima, e delle opzioni inviate alla stessa Agenzia ai sensi degli articoli 121 e 122 che presentano profili di rischio, ai fini del relativo controllo preventivo».
Per quanto riguarda l’efficacia delle misure a contrasto delle frodi, infine, il direttore si riserva di inviare a breve i dati sugli effetti dei provvedimenti adottati dal legislatore, in modo da fornire un quadro sicuro e completo.
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