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Superbonus e bonus casa, come cambieranno dal 2025 con lo spalma crediti? Le ipotesi

In attesa dei dettagli del testo di conversione del decreto e della sua approvazione definitiva si preannuncia un probabile restyling di tutti gli incentivi per il prossimo anno

mercoledì 15 maggio 2024 - Franco Metta

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Con il voto in commissione Finanze alla Camera di ieri che dà il via libera allo spalma-detrazioni su dieci anni previsto dal decreto Superbonus (Dl 39) il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti fa un deciso passo avanti nel mettere in sicurezza i conti dello Stato. D’altronde da una parte ci sono le nuove regole europee sul Patto di stabilità, dall’altra il monito arrivato ieri in serata da parte della Ragioneria di Stato che istruisce con una circolare i ministeri su come contenere le spese non solo in vista della prossima legge di bilancio ma almeno fino al 2031.

Nella maggioranza si riflette però sul fatto che l’emendamento è passato nonostante l’astensione di Forza Italia e in tutto questo è risultato determinate il voto favorevole di Italia Viva e quello di Massimo Garavaglia (Lega), presidente della commissione.

Il nodo della retroattività

Il punto contestato da Forza Italia era quello della retroattività. Infatti il provvedimento riguarda tutte le spese sostenute dal 1° gennaio 2024 (la prima applicazione sarà nella dichiarazione dei redditi da presentare nel 2025), quindi anche per i mesi precedenti all’entrata in vigore della legge di conversione del decreto.

Mancano al momento ancora i dettagli del testo di conversione del dl che dovrà essere approvato in Senato e passerà poi alla Camera (atteso entro il 29 maggio) e quindi resta difficile capire cosa succederà il prossimo anno, anche se resta altamente probabile una rivisitazione di tutti gli incentivi.

Conti alla mano, alcune ipotesi

Alla luce della novità della spalmatura su 10 anni c’è chi si mette a fare calcoli e ipotesi. Per esempio con un investimento di 196 mila euro per una casa da parte di due coniugi la rata del superbonus al 70% previsto per il 2024 passa da 17.150 euro a 6.860 euro. Diventa così più facile portare in detrazione il superbonus a chi ha redditi medio-alti. La detrazione tra l’altro è resa obbligatoria dallo stesso decreto-legge per tutti coloro che non hanno avviato i lavori entro il 29 marzo. Secondo i dati del Ministero delle Finanze solo il 3,4% dei contribuenti dichiara un’imposta abbastanza alta da potervi scaricare un bonus di 17.150 euro, mentre si arriva al 15% se la rata scende a 6.860 euro. Il reddito necessario per la capienza Irpef si abbassa così da 70mila a 35 mila euro.

I condomini

In un condominio però è piuttosto difficile che tutti i proprietari abbiano la capacità di anticipare le spese e un reddito abbastanza alto da poter sfruttare la detrazione, anche immaginando un Superbonus a recupero decennale.

Chi ha cantieri aperti aspetta con ansia la conversione del decreto, per chi invece vorrebbe partire oggi e non riesce a chiudere il cantiere entro l’anno, resta nell’incertezza.

Troppa incertezza sui bonus edilizi

Come sappiamo le regole e le norme fiscali in materia di bonus sulla casa, e in particolare sul Superbonus, sono cambiate molte volte e cambieranno ancora perché da qui a due anni c’è da presentare il Piano nazionale sulle case green richiesto dall’Ue. Se è vero che i conti del Superbonus hanno fatto venire il mal di pancia al ministro Giorgetti, è anche altamente probabile che a commercialisti, amministratori di condominio, e a tutti i proprietari di casa che ne hanno o avrebbero voluto beneficiare, sia venuto il mal di testa.

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