“La previsione in argomento impone uno sforzo interpretativo per consentire l'applicazione al settore privato di disposizioni destinate agli esecutori di lavori pubblici”.
C'è “il rischio che sia consentito l'accesso al mercato dei lavori pubblici da parte di operatori economici (spesso, general contractor), che, nella maggior parte dei casi, non vantano una pregressa esperienza in materia di lavori. Risulta evidente, quindi, che l'assenza di prescrizioni analoghe a quelle imposte agli esecutori di lavori pubblici, rischia seriamente di compromettere il buon funzionamento del sistema di qualificazione, favorendo la diffusione di fenomeni distorsivi”.
Lo ha osservato il Presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, nella nota n. 55826 del 1° marzo 2023 – inviata al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, al Direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, e per conoscenza al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini – avente ad oggetto le criticità emerse in merito all'applicazione dell'articolo 10-bis del decreto-legge n. 21/2022, convertito con legge n. 51/2022 rubricato "Qualificazione delle imprese per l'accesso ai benefici di cui agli articoli 119 e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34".
A decorrere dal 1° gennaio 2023, anche per l'esecuzione dei lavori privati di importo superiore a 516.000 euro, per i quali vi sono i presupposti per l'accesso agli incentivi fiscali di cui agli articoli 119 e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (cd. ‘superbonus’), è necessaria la qualificazione delle imprese, come stabilito dall’articolo 10-bis del DL 21/3/2022, n. 21, convertito con legge 20/5/2022 n. 51.