Quasi venti settimane per avere un quadro normativo completo, continui aggiornamenti e interpretazioni anche contraddittorie. È il ritratto della confusione che ha segnato, fino ad oggi, il percorso del Superbonus, strumento varato d’urgenza dal Governo per favorire la ripresa post-Covid19 – puntando su sostenibilità, sicurezza sismica, rigenerazione urbana – e che invece stenta tuttora a decollare. A denunciare la situazione sono stati, con un comunicato congiunto, Fondazione Inarcassa e Ordine degli Architetti di Roma e provincia, chiedendo alle Istituzioni coinvolte, un intervento rapido, norme certe, una task force per i controlli. E offrendo la più ampia disponibilità al confronto.
Per superare le troppe incertezze e contraddizioni che hanno frenato il cammino del Superbonus, Fondazione Inarcassa e OAR, in rappresentanza di 170 mila architetti e ingegneri liberi professionisti, sottolineano – si legge nel comunicato – la necessità di «avere informazioni chiare e corrette non soggette ad interpretazioni». Ed inoltre, aggiungono, «è fondamentale stabilizzare la norma ed evitare continui aggiornamenti e modifiche in corso d’opera che agiscono da detrattore per i committenti, per non vanificare l’importante obiettivo normativo di riqualificare dal punti di vista energetico e sismico il nostro patrimonio edilizio».
L’auspicio comune è che «la Commissione consultiva, istituita presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici in tema di Sismabonus e Superbonus, possa svolgere un ruolo di coordinamento, anche con il supporto degli Ordini professionali». Altrettanto urgente – per i firmatari della nota – è l’avvio di una task force per effettuare controlli nei confronti, soprattutto, di General Contractor ed Esco, «per monitorare il processo e per verificare la serietà delle operazioni», evitando spiacevoli conseguenze per i proprietari ma anche danni patrimoniali a carico dello Stato.