Il testo definitivo del decreto-legge Aiuti, varato dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 2 maggio, non è stato ancora pubblicato, ma il Governo è già intervenuto con una prima modifica sulla bozza. Oltre agli aggiustamenti riguardanti il bonus “una tantum” per i lavoratori e pensionati con reddito inferiore a 35 mila euro, secondo quanto è trapelato finora sarà introdotta una significativa novità in materia di bonus edilizi: la cessione del credito sarà facilitata, permettendo alle banche e agli istituti di credito di cedere i crediti anche a “soggetti non retail”, ovvero non qualificati. In più, dovrebbe essere introdotta anche la possibilità, per le banche, di cedere i crediti “sempre”, quindi non più in numero limitato, a clienti professionali privati che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa, o con la banca capogruppo, senza facoltà di un’ulteriore cessione.
La modifica viene incontro alle richieste avanzate a gran voce dalle associazioni dell’edilizia, che da settimane denunciano la sempre maggiore difficoltà nello smaltimento dei crediti fiscali. Molte banche, infatti, non potendo smaltire facilmente i crediti incamerati finora, hanno considerevolmente rallentato le pratiche di cessione, con conseguente aumento dei costi.
Attualmente sono possibili quattro cessioni del credito – dopo l’ultima recente modifica inserita nel “Decreto Bollette”: la prima può essere effettuata nei confronti di chiunque – tipicamente, l’azienda o il general contractor che ha eseguito i lavori. Le due successive possono essere effettuate soltanto a favore di banche, intermediari finanziari o assicurazioni “abilitate”. La quarta può essere effettuata dalle banche soltanto a un proprio correntista.
In attesa della pubblicazione del testo ufficiale, possiamo dire che le modifiche introdotte nel decreto Aiuti riporterebbero la situazione più vicina a quella dell’entrata in vigore del decreto Sostegni-ter a gennaio, che aveva bloccato la cessione multipla del credito: le cessioni non sarebbero del tutto “liberalizzate”, ma almeno banche e istituti finanziari avrebbero una certa autonomia di gestione dei crediti acquisiti, nella speranza di sbloccare il mercato, rimuovendo l’effetto “collo di bottiglia” che si è determinato nelle ultime settimane.
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