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Superbonus, MEF: assoggettare i crediti d'imposta a nuovi adempimenti

L'Agenzia delle Entrate chiede di limitare il ricorso a strumenti automatici di incentivo come i crediti d'imposta. Rispondendo a un'interrogazione, il Ministero dell'Economia ipotizza nuovi adempimenti cui assoggettare i crediti

mercoledì 12 luglio 2023 - Alessandro Giraudi

sede-mef

“In considerazione delle distorsioni che sono state riscontrate in relazione al ricorso a strumenti automatici, in sede di attuazione della delega per la riforma fiscale potranno essere opportunamente valutate le forme e gli eventuali nuovi adempimenti cui assoggettare i crediti d'imposta nell'ottica di contemperare la necessità di prevenire frodi e abusi con l'esigenza di un loro celere utilizzo da parte dei legittimi beneficiari”.


Così la sottosegretaria al Ministero dell'Economia e delle Finanze Sandra Savino ha risposto a un'interrogazione presentata da Emiliano Fenu in Commissione Finanze della Camera, con la quale si richiama anzitutto la relazione della Corte dei Conti dalla quale emerge che la spesa sostenuta nel triennio 2020-2022, relativa a 107 delle 285 misure del PNRR (tra cui 2 riforme e 105 investimenti), deriva sostanzialmente dall'attuazione di due importanti strumenti di sostegno agli investimenti: i crediti d'imposta del piano transizione 4.0 e gli incentivi Superbonus, Ecobonus e Sismabonus.


Il Governo vuole rafforzare il ricorso agli strumenti automatici

L'interrogante rileva che fonti di stampa segnalano l'intenzione del Governo di voler rafforzare il ricorso agli strumenti automatici, dirottando a tal fine 4 miliardi del Piano su crediti d'imposta per investimenti green.


L'AdE chiede di limitare il ricorso a forme automatiche di agevolazione

Tuttavia, l'Onorevole rappresenta che, durante l'audizione del 30 maggio al Senato sul disegno di legge delega di iniziativa governativa in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese, l'Agenzia delle entrate ha riferito che «sarebbe, in ogni caso, auspicabile limitare il ricorso a forme “automatiche” di agevolazione, come, ad esempio, i crediti d'imposta fruibili dalle imprese senza la presentazione di un'istanza preventiva (...)».


L'interrogazione

Pertanto, l'interrogante chiede di sapere «in considerazione di quanto riportato dall'articolo in premessa e della posizione espressa dall'Agenzia delle entrate all'audizione, come (si) valuti il potenziamento della leva fiscale e in particolare il ricorso agli strumenti automatici di incentivo come i crediti d'imposta».


La risposta del MEF

Al riguardo, sentiti i competenti Uffici dell'Amministrazione finanziaria e il MIMIT, la sottosegretaria al MEF fa presente che “negli ultimi anni gli automatismi con i quali sono stati implementati gli incentivi fiscali hanno favorito l'accessibilità e la facilità di utilizzo dei medesimi, da parte dei beneficiari.

Nell'ambito del Repower EU il Ministero delle imprese e del made in Italy sta lavorando, in collaborazione con l'Unità di Missione del PNRR, al potenziamento dei crediti d'imposta automatici 4.0 in ottica green.

Il ricorso a strumenti incentivanti sotto forma di crediti d'imposta per supportare la transizione green è stato indicato in via preferenziale dalla stessa Commissione europea nelle linee guida sul Repower EU pubblicate il 1° febbraio 2023.

Tanto premesso, come segnalato dall'onorevole interrogante, si osserva che, nel corso dell'audizione del 30 maggio scorso al Senato sul disegno di legge delega di iniziativa governativa in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese, l'Agenzia delle entrate ha auspicato una limitazione del ricorso a forme «automatiche» di agevolazione – come, ad esempio, i crediti d'imposta fruibili dalle imprese senza la presentazione di un'istanza preventiva – anche per fornire al beneficiario maggiori garanzie in ordine al rispetto dei vincoli unionali in materia di aiuti di Stato, con particolare riferimento ai limiti di importo normativamente previsti (verificabili in sede di iscrizione degli aiuti individuali nel Registro nazionale degli aiuti di Stato).


A parere dell'Agenzia delle entrate, l'adozione di un regime «su concessione» avrebbe, infatti, il vantaggio di limitare le criticità connesse alle iscrizioni degli aiuti nei registri, in quanto l'iscrizione dell'aiuto stesso avverrebbe prima della fruizione e non dopo (come accade attualmente, con le conseguenti criticità sul monitoraggio dei cumuli) e ciascuna Autorità procederebbe all'iscrizione dei soli aiuti dalla stessa concessi, dopo la relativa autorizzazione e la verifica della capienza, evitando il problema del recupero dell'eccedenza dell'aiuto rispetto al limite massimo previsto”.


La sottosegretaria Savino così conclude: “Alla stregua di quanto rappresentato e in considerazione delle distorsioni che sono state riscontrate in relazione al ricorso a tali strumenti automatici, in sede di attuazione della delega per la riforma fiscale potranno essere opportunamente valutate le forme e gli eventuali nuovi adempimenti cui assoggettare i suddetti crediti d'imposta nell'ottica di contemperare la necessità di prevenire frodi e abusi con l'esigenza di un loro celere utilizzo da parte dei legittimi beneficiari”.

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