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Superbonus, Meloni: con la nuova direttiva Ue i lavori fatti prima del 2025 potrebbero essere inutili

La direttiva prevede che le classi di prestazione energetica siano ridefinite entro il 2025. Quindi anche gli immobili oggetto di interventi finanziati con il superbonus potrebbero, per paradosso, risultare non idonei perché nel frattempo sono cambiati i parametri di riferimento

giovedì 23 marzo 2023 - Alessandro Giraudi

Meloni-Camera-22-marzo-2023

Il superbonus 110% è stato una sorta di antesignano della nuova direttiva europea sulle case verdi, approvata di recente dal Parlamento europeo? Riportiamo in proposito la seguente dichiarazione del Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, nel suo intervento di ieri alla Camera dei Deputati sulle Comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 Marzo.


“La direttiva europea sugli edifici green prevede che gli edifici siano classificati per impatto ambientale su una scala che va da A – meno inquinante – a G – più inquinante. Secondo la direttiva gli edifici residenziali dovrebbero raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033. Ogni nuovo edificio deve essere realizzato a emissioni zero a partire dal 2028 se costruito da privati e dal 2026 se costruito per fini pubblici. La direttiva prevede anche che le classi di prestazione energetica siano ridefinite entro il 2025 e potrà essere classificato in classe G, cioè quella di minore efficienza energetica, non più del 15% del patrimonio edilizio esistente. La riclassificazione richiesta partirà proprio dalla verifica dello stato di efficientamento successivo agli interventi finanziati con le varie forme di incentivi fiscali (superbonus eccetera). Quindi, paradossalmente, proprio l'esecuzione di un ampio spettro di interventi di riqualificazione compiuti prima del 2025 rischia di risultare inutile, temo. Cioè, i criteri tecnici e le metodologie che sono esistenti oggi verranno modificati entro il 2025 in base a scenari e a parametri che ad oggi non sono ancora definiti, ma che dovranno risultare in grado di consentire il miglioramento di efficienza per la gran parte degli edifici. Conseguenza: anche gli immobili oggetto di interventi finanziati con le varie forme di incentivi fiscali potrebbero, per paradosso, risultare non idonei perché nel frattempo sono cambiati i parametri di riferimento”.

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