In materia di Superbonus il Governo ha emanato il decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 75 del 29 marzo) che modifica la disciplina dei crediti d’imposta e degli interventi di efficienza energetica dell’edilizia. In particolare, le nuove disposizioni mirano a: limitare ulteriormente l’accesso al cosiddetto “sconto in fattura”, restringere la platea dei soggetti beneficiari rispetto a quanto già disposto l’anno scorso ed eliminare – in via definitiva – la possibilità per gli operatori del mercato di usufruire dell’istituto della remissione in bonis.
In proposito Assistal, l’Associazione di Confindustria che riunisce le aziende operanti nei servizi di efficientamento energetico e nella manutenzione e gestione di impianti tecnologici, è stata audita ieri presso la Commissione Finanza e Tesoro del Senato.
Le osservazioni di Assistal
L’audizione è stato il momento per approfondire gli aspetti critici delle nuove misure: l’Associazione, in riferimento all’art. 1 comma 5, ha espresso l’auspicio che l’articolo possa essere abrogato o, in alternativa, che sia introdotto un periodo transitorio entro il quale permettere l’avvio degli interventi pianificati, ma non ancora iniziati e fatturati. Il rischio, infatti, è che questa disposizione porti cantieri e progetti avviati sulla base proprio dello sconto in fattura o sulla cessione del credito a chiudere, innescando controversie tra imprese e clienti nonché avere un impatto negativo sulla collettività dovuto ai mancati interventi di efficientamento. Per quanto invece riguarda l’art. 2, Assistal segnala che, escludendo la disciplina della remissione in bonis per tutti gli interventi di recupero edilizio e di efficientamento energetico, si negano di fatto le opzioni di sconto in fattura o cessione del credito. Con effetto deflagrante per tutti coloro che, in buona fede, facevano conto sulla possibilità di procedere con le attività grazie a tali misure. Ed è per questo che, alla luce di quanto evidenziato, l’Associazione ha richiesto di valutare il mantenimento dell’istituto citato per un tempo maggiore o, in subordine, di formulare una congrua e ragionevole gradualità nell’ambito delle sanzioni previste per l’invio tardivo delle comunicazioni all’Agenzia delle Entrate.
“Come già avvenuto per il decreto emanato nel febbraio 2023 – ha dichiarato Roberto Rossi Presidente di Assistal – purtroppo il Governo ha adottato un provvedimento senza alcun confronto con i comparti produttivi, aumentando l’incertezza di un quadro normativo mutato innumerevoli volte negli ultimi anni. L’Italia e, in particolar modo, le imprese hanno bisogno di norme chiare e stabili, in grado di favorire investimenti a lungo termine in efficienza energetica e sostenibilità, soprattutto in considerazione degli obiettivi sfidanti posti dalla transizione energetica così come riportati nel PNIEC.”
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