«Riattivare il circuito della cessione del credito al sistema bancario e a terzi, con un tetto massimo alle commissioni per l’acquisto del credito, a tutela dei cedenti». È quanto ha dichiarato, lo scorso 27 febbraio, il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, nel corso di un’audizione presso la Commissione Finanze della Camera sul ddl in materia di cessione dei crediti, presentando una serie di proposte che mirano ad alleggerire le difficoltà per professionisti, imprese e cittadini, dopo il blocco dello sconto in fattura e alla cessione del credito del “superbonus 110%” introdotte dall’ultimo decreto del Governo.
Secondo Confprofessioni, per agevolare la monetizzazione del credito e non compromettere la liquidità corrente dello Stato si potrebbe valutare l’opportunità di cartolarizzare i crediti, anche al fine di garantire un regolare flusso finanziario dello Stato. «I crediti d‘imposta originati dai lavori del “Superbonus” potrebbero essere trasformati in un prodotto finanziario da collocare sul mercato che poi sarebbe acquistato da investitori istituzionali; per esempio Sace e Cassa depositi e prestiti potrebbero acquistare i suddetti crediti, così come potrebbero essere utilizzati fondi che non gravano sul bilancio dello Stato che tra l’altro danno una rendita a chi li acquista (come i BTP)», ha detto Stella.
Il presidente di Confprofessioni ha quindi sottolineato la necessità di introdurre – in sede di conversione del ddl – «un regime transitorio per tutti i possibili interventi per i quali la CILAS o altro titolo non siano stati presentati entro il 16 febbraio 2023, ma sui quali erano chiaramente in corso ed erano state già avviate attività istruttorie e studi di fattibilità, riunioni preparatorie di progettazione, elaborazione di preventivi.
In prospettiva, ha aggiunto Stella «sarebbe opportuno mettere mano ad una revisione complessiva del sistema di detrazioni fiscali nel settore dell’edilizia, accorpando tutti i bonus sotto un’unica detrazione fiscale, valutando la possibilità di trasformare il bonus in “credito d’imposta” per compensare altri debiti fiscali in un arco temporale più lungo».