Continua il gioco di modifiche per l'incentivo Superbonus 110. Questa volta dal governo, in vista delle prossime scadenze, potrebbe arrivare una proroga per agevolare tutti quei condomini che non riusciranno entro fine anno a completare la percentuale di lavori previsti.
Un gioco che crea forte incertezza intorno all'incentivo e che fa discutere le forze di governo, spaccate tra chi vorrebbe mantenere l'attuale detrazione al 110 e chi invece ne sottolinea la pericolosità per i conti pubblici. Proprio il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti domenica al Forum Ambrosetti di Cernobbio ha dichiarato: “A pensare al superbonus mi viene mal di pancia, ha effetti negativi sui conti pubblici, ingessa la politica economica, non lasciando margine ad altri interventi”.
A fare il punto sul peso del Superbonus 110 sulle casse pubbliche anche il sottosegretario all'economia Federico Freni: "Nei cassetti dell'Agenzia delle Entrate ci sono ad oggi 142 miliardi di crediti ceduti, non tutti utilizzati. Di questi, 12 sono frodi. Ne rimangono 130: ad oggi ne sono stati portati in compensazione 21. Ne rimangono 109 da portare in compensazione. Questi 109 aumentano di 3,5 miliardi al mese".
Cosa fare per i condomini?
L’idea di un’ulteriore stretta non è da escludere, ma al momento la priorità è evitare che al danno per i conti, che in larga parte è già fatto, si aggiunga in forma aggravata quello per imprese e cittadini.
E proprio il problema dei condomini è ora l'oggetto di un pressing per prorogare la scadenza di fine anno per quelli che possono ancora usufruire dell'incentivo pieno. Tra le richieste per modificare la norma arrivate sul tavolo del Mef c'è l'ipotesi è di prorogare il 110% oltre il 2023 per chi ha uno stato di avanzamento almeno al 60% o con una percentuale comunque avanzata.
La proroga potrebbe essere inizialmente per un trimestre. Mentre per le villette non sarebbe allo studio altri slittamenti, oltre a quello al 31 dicembre previsto dal dl Asset. A determinare la portata della modifica saranno comunque i margini di bilancio che saranno chiari una volta messa la Nadef a fine mese. A quei numeri si guarda per capire quello che si potrà fare con la prossima manovra di bilancio. E nell'attesa di capire l'esito del negoziato sul nuovo Patto di Stabilità, il Mef lavora a "non modificare nessuno dei parametri europei".