“Bene che l’emendamento presentato dal Governo abbia tenuto conto delle perplessità sollevate nelle scorse ore e sia stato arginato l’impatto che sulla base delle prime dichiarazioni risultava devastante per imprese, cittadini e banche”.
Così la presidente Ance, Federica Brancaccio, ha commentato l’emendamento del Governo al decreto-legge Superbonus (Decreto Taglia Cessioni). Ricordiamo che l'emendamento in questione prevede tra l'altro l’obbligo dal 2024 di spalmare le detrazioni in 10 anni (invece di quattro) ed è retroattivo ma solo limitatamente all'anno 2024.
“Resta comunque il nodo della retroattività e di eventuali conseguenze indirette che ci troveremo ad affrontare per l’ennesimo cambio di regole (32 modifiche finora) in corsa. Ci auguriamo, visto il quadro ormai chiaro, che questa ulteriore correzione sia almeno l’ultima e definitiva”, ha aggiunto la presidente dei costruttori.
“Nel merito siamo contenti che ci sia stato un approfondimento da parte del ministro: rispetto alle dichiarazioni fatte, il testo è molto meno impattante di quanto si temesse. E’ stato molto mitigato l’impatto”, ha detto Brancaccio interpellata dall’Ansa.
“Sul principio resta che qualsiasi retroattività ha degli aspetti problematici e qualsiasi norma che abbia qualche parvenza di retroattività non può vederci d’accordo”, ha concluso la presidente Ance.
Confprofessioni: “Subito una tregua normativa”
Secondo Confprofessioni l'emendamento determinerà effetti negativi molto impattanti per tutti gli operatori del settore: professionisti, imprese, banche, intermediari finanziari, cittadini. «Pur comprendendo e condividendo la necessità di salvaguardare i conti pubblici, la modifica del criterio di ripartizione delle spese del Superbonus in 10 anni, anche se a partire dalle spese sostenute dal 1 gennaio 2024, previsto come un obbligo anziché come mera facoltà, esteso anche alle spese del sismabonus e a quelle del bonus barriere architettoniche, lede i diritti acquisiti da cittadini, imprese e professionisti che hanno fatto affidamento su una legge dello Stato, e costringerà gli stessi, ad anno in corso, a modificare operazioni economiche molto impattanti sui propri bilanci e sui cash flow», afferma la vicepresidente di Confprofessioni, notaio Claudia Alessandrelli, coordinatrice del gruppo di lavoro di Confprofessioni istituito allo scopo di seguire e monitorare la normativa del Superbonus 110% e di tutti i bonus edilizi. Confprofessioni ha da sempre rivendicato con forza una “tregua normativa”: non è possibile legiferare continuamente con conseguente modifica delle disposizioni che regolano le procedure, e per giunta con effetti retroattivi prima della entrata in vigore della disposizione normativa, si legge in una nota del gruppo di lavoro.
Accorpare tutti i bonus sotto un’unica detrazione di portata inferiore
«La svolta impressa dal Governo con i provvedimenti di “chiusura” del Superbonus impone l’individuazione di una strategia alternativa per conseguire gli obiettivi della sostenibilità energetica del nostro patrimonio edilizio e di sostegno al settore dell’edilizia, al fine di recepire la cosiddetta Direttiva “Case green”», aggiunge Alessandrelli che detta la ricetta delle tre “S”: semplificazione, sistematicità e stabilizzazione delle misure agevolative. Un obiettivo particolarmente sfidante per l’Italia posto che nel nostro Paese circa 1,8 milioni di edifici residenziali sul totale di 12 milioni rientrano tra gli edifici più energivori (con classe energetica G), 9 milioni di edifici residenziali ricadono in classe E, F e G, mentre il Superbonus 110% ha riguardato sino ad ora meno di 500 mila edifici.
«In questa fase, diventa indispensabile accorpare tutti i bonus sotto un’unica detrazione fiscale di portata inferiore, eventualmente rimodulando i meccanismi, con modalità di incentivazione differenziata. Infine», conclude Alessandrelli «è imprescindibile definire un sistema di norme chiare e di facile interpretazione ed applicazione da parte degli operatori economici e dei cittadini beneficiari, evitando modifiche della disciplina troppo ravvicinate alle scadenze, oltre che prevedere per le misure agevolative un orizzonte temporale di riferimento sufficientemente stabile nel medio e lungo periodo».
Leggi anche: “Superbonus spalmato in 10 anni, retroattività limitata al 2024. CNI: "Inaccettabile l'ennesima modifica"