Il nuovo governo insediatosi il 25 ottobre è al lavoro per rimodulare il Superbonus. Allo studio del Mef diverse ipotesi tra cui una rimodulazuione dell'incentivo che passerebbe dal 110% al 100% e un ritorno nella platea dei beneficiari delle villette unifamiliari da inserire in Legge di Bilancio.
Il ministero nello stilare le direttrici della nuova Legge di Bilancio sta cercando di conciliare da un lato l'esigenza di mantenere l'incentivo e dall'altro evitare che l'incentivo impatti troppo sulla finanza pubblica in modo da far quadrare i conti. Infatti, attualmente il Superbonus ha già totalizzato oltre 51 miliardi di interventi ammessi a detrazione mentre per il 2023-2028 il bilancio pubblico ne mette a disposizione quasi 20 in meno.
Non si può però negare l'importanza che questo incentivo ha ricoperto negli ultimi anni insieme a Ecobonus e Sismabonus per attuare un efficientamento e una messa in sicurezza del parco edilizio italiano che è tra i più vecchi e inquinanti d'Europa. Nel Corso del 66° Congresso degli ingegneri il presidente uscente Zambrano, enunciando alcuni dati elaborati dal Centro Studi CNI, ha ricordato il peso che iul Superbonus ha avuto in questa prima parte del 2022 sull'economia italiana e la sua utilità nell'efficientamento energetico: “Da gennaio a settembre 2022 la spesa per Superecobonus 110% ha raggiunto 35 miliardi di euro; pertanto nei primi 9 mesi di questo anno, gli investimenti per la coibentazione e per l’efficientamento energetico degli edifici residenziali hanno già doppiato e superato l’intera spesa del 2021. La spesa per il momento si sta rivelando molto consistente e nel solo mese di settembre 2022, a causa anche e soprattutto delle scadenze legate agli interventi sugli edifici unifamiliari, si è raggiunta la cifra ‘record’ di 8,1 miliardi di euro. Tali livelli di spesa, concentrati in un arco temporale piuttosto contenuto, riescono a generare effetti moltiplicativi particolarmente consistenti”.