“Impossibile andare avanti oltre con quell'assetto normativo e impensabile riproporlo in futuro, mentre certamente meritevoli di valutazione possono essere riproposizioni di questi meccanismi per platee però ristrette e mirate di soggetti beneficiari e di tipologie di interventi, così da coniugare i positivi effetti sul piano macroeconomico, che innegabilmente ci sono, con la sostenibilità del bilancio dello Stato, che deve necessariamente esserci e non c'era”.
Lo ha dichiarato Enrico Zanetti, consigliere del ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti, in un'intervista di ItaliaOggi pubblicata l'8 giugno 2023 e avente a oggetto il superbonus, gli altri bonus edilizi e il problema della cessione dei crediti, nonché la riforma degli incentivi per l'edilizia.
Alla domanda della giornalista “Quando saranno valutate e quando si concretizzeranno queste riproposizioni circoscritte?”, Zanetti ha risposto in questi termini: “Premesso che questo attiene alla sfera delle decisioni prettamente politiche, su cui ovviamente non ho nulla da dire, e che, in un quadro di risorse limitate e scelte non cumulabili tra loro, le priorità di intervento del governo guardano logicamente anche ad altri ambiti molto importanti, su cui sino ad oggi sono state messe assai meno risorse, ricordo che, pur essendoci sempre l'opportunità di pianificare per tempo il futuro normativo, in termini di stretta urgenza c'è ancora tempo, perché a tutt'oggi il superbonus e il bonus eliminazione barriere architettoniche continuano sino alla fine del 2025 e gli altri bonus edilizi sino alla fine del 2024. Inoltre, pur essendovi stato il blocco delle opzioni, le eccezioni e le norme transitorie, che tutelano i lavori già avviati o anche solo progettati, sono talmente numerose e garantiste che sono tantissimi i lavori che, sino a quelle scadenze, continueranno a garantire non solo la maturazione dei bonus, ma anche la possibilità di esercitare le opzioni, ammesso di avere un compratore dei crediti”.
Nell'intervista il consigliere di Giorgetti ha inoltre detto che “molti crediti giacenti hanno in realtà un compratore, ma le tempistiche di controllo della documentazione che attesta la spettanza delle agevolazioni continuano a essere in molti casi assai lunghe, nonostante il governo abbia introdotto nell'ultimo decreto un meccanismo che individua in modo chiaro un set adeguato, ma comunque circoscritto, di documenti che devono essere acquisiti da chi compra i crediti per tutelarsi da eventuali responsabilità colpose. Da questo punto di vista, sarebbe stato lecito aspettarsi una velocizzazione nelle procedure concordate tra banche e advisor che obiettivamente non si è ancora vista. Dopodiché i crediti incagliati ovviamente esistono e non sono affatto pochi, seppure tenda a considerare eccessiva anche la più recente stima di 30 miliardi di euro fatta da Ance”.