Nello sforzo di decarbonizzare il settore dei trasporti in Europa, i veicoli elettrici con pila a combustibile (FCEV, fuel cell electric vehicle) offrono dei benefici essenziali. Innanzitutto, il loro combustibile, ossia l’idrogeno, può essere prodotto a partire da un’ampia gamma di fonti energetiche rinnovabili locali, riducendo la dipendenza dall’energia importata. Gli stessi FCEV non producono emissioni nocive dagli scarichi durante la marcia, e questo ha un impatto positivo sull’ambiente e sulla salute umana. Ugualmente importante è che un settore dei trasporti basato sull’idrogeno in crescita significa nuove imprese e posti di lavoro per l’Europa.
Ed è con l’obiettivo di incrementare la presenza di questa tecnologia rispettosa dell’ambiente sulle strade europee che è stato lanciato il progetto H2ME nel 2015, seguito da H2ME 2 dopo meno di un anno. Sostenuti da finanziamenti dell’UE, assieme questi due progetti formano il tentativo coordinato più ambizioso di impiego dell’idrogeno mai ricercato in Europa. L’attenzione del progetto si concentra sul far progredire la mobilità a idrogeno in Danimarca, Francia, Germania, Islanda, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Regno Unito. Per fare questo, esso intende ampliare la flotta europea di veicoli a idrogeno e creare una rete di stazioni di rifornimento per l’idrogeno in questi paesi.
CRESCE LA RETE DI STAZIONI DI RIFORNIMENTO PER L’IDROGENO. Finora sono state aperte 77 stazioni pubbliche di rifornimento per l’idrogeno in alcuni dei paesi obiettivo, e si sta lavorando a ulteriori 47. Delle stazioni di rifornimento già operative, 51 si trovano in Germania. Altre 100 apriranno in 7 aree metropolitane tedesche e lungo le autostrade entro il 2019. Visto che aumenta il numero di FCEV, altre 300 stazioni di rifornimento per l’idrogeno seguiranno a breve.
«La rete di stazioni di rifornimento per l’idrogeno sta crescendo velocemente», ha affermato Nikolas Iwan, amministratore delegato del partner tedesco del progetto H2 MOBILITY, in un articolo pubblicato sul sito web «NGV Global News». «Stiamo aprendo una nuova stazione ogni due settimane; il numero di punti verdi sulla nostra mappa su www.h2.live crescerà velocemente nei prossimi mesi».
Le stazioni di rifornimento sono equipaggiate con pompe a 700-bar per le automobili, con alcune stazioni dotate anche di distributori a 350-bar per il rifornimento degli autobus. I tempi necessari per il rifornimento variano da tre a cinque minuti. La rete di stazioni di rifornimento per l’idrogeno pianificata rappresenta un passo fondamentale nel percorso volto a incrementare il numero di FCEV sulle strade d’Europa. A questo scopo, il progetto mira a schierare 500 nuovi FCEV e 900 furgoni vehicle (elettrici ad autonomia estesa) con pila a combustibile entro il 2022.
BENEFICI DEI FCEV. Ciò che distingue i FCEV dalle automobili convenzionali è il fatto che producono zero emissioni nocive di scarico durante la marcia. Essi sono anche molto più silenziosi, dal momento che le pile a combustibile non dipendono dalla combustione e hanno poche parti mobili. Per di più, i FCEV producono minori emissioni di carbonio rispetto ai motori diesel, persino quando l’idrogeno che utilizzano è generato da una fonte non rinnovabile come il gas naturale. Tuttavia, quando l’idrogeno è prodotto a partire da fonti a bassa emissione di carbonio, si eliminano completamente le emissioni di carbonio.
Secondo il sito web H2ME, i conducenti di FCEV si possono pregustare «un’esperienza di guida più facile, silenziosa e reattiva» se confrontata con quella di automobili alimentate a benzina o gasolio. I FCEV in fase di preparazione nell’ambito del progetto possono percorrere generalmente tra 386 e 700 km con un serbatoio pieno, un’autonomia analoga a quella delle loro controparti tradizionali.
I risultati di H2ME (Hydrogen Mobility Europe) e H2ME 2 (Hydrogen Mobility Europe 2) porteranno benefici anche ai paesi osservatori, ossia Belgio, Lussemburgo e Austria. I paesi utilizzeranno quanto hanno appreso da questo progetto per sviluppare le proprie strategie per la mobilità a idrogeno.
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