Con 2.010.043 no (il 91,96%) contro 175.769 sì, i cittadini svizzeri hanno respinto a grandissima maggioranza l'iniziativa "Imposta sull'energia invece dell'IVA", sostenuta dai Verdi e sottoposta al popolo svizzero lo scorso 8 marzo, che chiedeva di sostituire l'Iva con una nuova imposta sull'energia non rinnovabile.
Contrari alla proposta, oltre al Consiglio federale, al Parlamento e a diversi partiti, anche i costruttori (LEGGI TUTTO). “L'onere finanziario a carico delle aziende, delle industrie e delle famiglie sarebbe insopportabile, mettendo in gioco il benessere e l'intera economia del nostro Paese. Anche costruire diventerebbe molto caro e dunque sarebbe disincentivante per gli interventi di ristrutturazione degli edifici, che presentano un significativo potenziale di risparmio energetico”, ha osservato la Società Svizzera degli Impresari-Costruttori (SSIC).
IL COMMENTO DEI VERDI LIBERALI. “Il risultato mostra che la sostituzione completa dell’imposta sul valore aggiunto era evidentemente un passo troppo grande per il popolo svizzero. Questo fatto è spiacevole, poiché ciò avrebbe alleggerito le imprese del carico amministrativo in modo importante. Gli aventi diritto di voto non sono evidentemente stati convinti del fatto che un’imposta sull’energia avrebbe garantito le entrate fiscali, e questo nonostante un sistema simile funzioni ad esempio nel caso dell’imposta sul tabacco”, hanno commentato i Verdi liberali in una nota.
“I Verdi liberali interpretano il no come un rallentamento, ma non come un rifiuto generale di un sistema basato su incentivi nell’ambito dell’energia. Il Consiglio federale è ora chiamato a presentare il concetto che ha annunciato. Da parte di PS, PPD e PBD ci aspettiamo il sostegno, espresso durante la campagna, per lo sviluppo di un sistema di incentivazione globale e neutrale dal punto di vista delle uscite statali, e che comprenda anche i carburanti e l’energia atomica”, ha dichiarato il Consigliere nazionale Roland Fischer.
ALLO STUDIO UNA TASSAZIONE PROGRESSIVA SUL CONSUMO DI ENERGIA DA FONTI NON RINNOVABILI. Nell'ambito della strategia energetica 2050, a fine marzo il Governo svizzero dovrebbe porre in consultazione una riforma per introdurre una tassazione progressiva sul consumo di energia da fonti non rinnovabili. A meno che l'esito del referendum non induca l'esecutivo a fare marcia indietro.
“Naturalmente questa sconfitta fa male e non vogliamo cercare di abbellirla. Essa è deplorevole soprattutto per la svolta energetica, che oggi riceve un grande contraccolpo. Noi Verdi liberali continueremo in ogni caso ad impegnarci affinché la svolta energetica venga applicata in modo compatibile con l’economia”, ha detto il vice-presidente dei Verdi liberali Laurent Seydoux.
Convincere la popolazione di una svolta energetica liberale che chieda prezzi più alti per benzina, olio combustibile ed elettricità proveniente da centrali nucleari, è evidentemente un progetto ambizioso. “Il franco forte e le affermazioni del Consiglio federale, poi autocorrette, riguardanti le conseguenze sui prezzi hanno portato ad un’insicurezza che può aver influito massicciamente in modo negativo sul risultato”, ha aggiunto il presidente Martin Bäumle.