“La proposta del Ministero dello Sviluppo Economico in materia di ascensori, al contrario di quanto affermato da Confedilizia, non prevede verifiche straordinarie, bensì controlli di sicurezza da svolgersi nell’ambito della prima verifica ordinaria utile”.
Così il Mise replica all'allarme lanciato da Confedilizia in merito allo schema di DPR licenziato dal Ministero che imporrebbe una tassa sugli ascensori con l'effetto di annullare gli effetti dell’abolizione della Tasi sulla prima casa (LEGGI TUTTO).
MAGGIORE ATTENZIONE SOLO PER GLI IMPIANTI INSTALLATI PRIMA DEL 1999. Con una nota il Ministero dello Sviluppo economico precisa che “Maggiore attenzione è prevista solo per gli ascensori installati anteriormente al 1999, cioè prima dell’applicazione delle relative direttive europee in materia che hanno aumentato i requisiti di sicurezza per gli impianti. Tali ascensori, ove la proposta sia condivisa e approvata dal Governo, saranno verificati non solo con riferimento ai requisiti vigenti all’epoca, ma anche con riferimento ai più importanti requisiti di sicurezza introdotti successivamente, ad esempio per la precisione della fermata e il livellamento fra cabina dell’ascensore e piano, ovvero per la protezione dai rischi di schiacciamento delle porte motorizzate”.
Il Mise puntualizza inoltre che “i nuovi controlli per il parco ascensori meno recente non sono previsti nella Direttiva europea che deve essere approvata, ma tale intervento è stato oggetto di una Raccomandazione europea sin dal 1995 che è stata già attuata dalla maggior parte dei Paesi europei. I requisiti da verificare e che potrebbero essere quindi oggetto di intervento sono stati inoltre individuati in modo proporzionato e selettivo e, quindi, non possono determinare spese eccessive, soprattutto se, come afferma Confedilizia, le normali norme già oggi previste dovrebbero aver già indotto molti proprietari ad effettuare comunque tali verifiche. Peraltro gli interventi in questione possono essere graduati su un massimo di quattro anni e beneficiano delle detrazioni fiscali previste per gli interventi di manutenzione straordinaria degli edifici, per cui l’onere che resta a carico dei proprietari sicuramente non vanifica il vantaggio derivante dalle riduzioni delle imposte sulla casa”.
CNA INSTALLAZIONE IMPIANTI: “DOPO LA BUFALA ESTIVA ARRIVA QUELLA INVERNALE”. “A furia di gridare 'al lupo, al lupo' qualcuno alla fine ci crede”, commenta Cna Installazione Impianti. “È quanto sta accadendo dopo che una associazione di proprietari immobiliari si è messa a parlare di 'tassa sull’ascensore' in riferimento ad uno schema di DPR recentemente licenziato dal Ministero dello Sviluppo Economico in attuazione di una direttiva europea che dovrà andare al Consiglio dei Ministri”.
Come la bufala estiva della tassa sull’aria condizionata, anche la tassa sull’ascensore non esiste – afferma Carmine Battipaglia, Responsabile Nazionale CNA Installazione Impianti – e stupisce che vi siano politici sempre disposti a credere a queste sciocchezze senza prima verificare l’esattezza di certe affermazioni.
Lo schema di decreto presidenziale in questione “prevede che i verificatori, ovvero i soggetti che devono garantire la conformità degli ascensori ed effettuare le necessarie verifiche, al momento della prima verifica periodica, peraltro già prevista per legge, effettuino anche una ulteriore verifica sui requisiti minimi di sicurezza (precisione di fermata e livellamento tra cabina e piano, presenza di illuminazione del locale macchine, presenza ed efficacia dispositivi di richiusura delle porte di piano, etc.). Qualora poi il verificatore dovesse riscontrare una non corrispondenza dell’ascensore ai requisiti di sicurezza può prescrivere i necessari interventi di adeguamento da svolgersi durante la prima verifica ordinaria e da completarsi comunque entro due anni”.
E se è vero che i controlli per il parco ascensori meno recente non sono previsti dalla Direttiva europea - sottolinea Battipaglia - è altrettanto vero che furono oggetto di una Raccomandazione europea sin dal lontano 1995, raccomandazione peraltro attuata dalla maggior parte dei paesi europei. Inoltre, se i proprietari hanno diligentemente fatto eseguire le verifiche previste dalla legge – conclude il Presidente degli impiantisti CNA - è del tutto evidente che, in fase di verifica, i requisiti di sicurezza previsti risulteranno rispettati e non vi sarà alcun bisogno di ulteriori lavori di messa a norma dell’impianto di elevazione.
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