Torniamo a porci la domanda che, periodicamente, scandisce il calendario delle attività dell’Ufficio studi di Acimall, l’associazione italiana dei produttori di tecnologie per il legno. Una domanda di grande importanza: ma cosa sta accadendo, a livello mondiale, nel settore delle macchine per la trasformazione del legno e dei suoi derivati? Chi sono i principali competitor e come vanno le loro esportazioni? Per aggiornare la risposta – ed avere, dunque, una chiara indicazione della tendenza del mercato mondiale delle tecnologie per il settore – gli analisti di Acimall hanno elaborato, come consuetudine, gli ultimi dati disponibili, tracciando una mappa circostanziata dei principali “flussi mondiali” nel periodo gennaio-dicembre 2014.
La prima considerazione è che lo scorso anno, come si evince dalla tabella che segue, cinque dei principali competitor – nell’ordine Germania, Italia, Cina, Taiwan e Austria – hanno registrato un andamento positivo. Solo gli Stati Uniti chiudono il 2014 con un segno negativo, un meno 0,7 per cento che però è da leggere come segnale di una sostanziale stabilità e di una maggiore attenzione verso il mercato interno, che nell’ultimo biennio si è dimostrato il più dinamico a livello internazionale.
Al primo posto della classifica dei più forti esportatori mondiali si conferma ancora una volta la Germania, un primato che difficilmente potrà essere contrastato. Per i tedeschi l’anno si chiude decisamente meglio di quanto si potesse prevedere dall’andamento dei primi sei mesi: al più 0,44 del periodo gennaio-giugno si sostituisce infatti un ben più robusto più 2,3 per cento rispetto al 2013, grazie a un valore delle esportazioni che si è avvicinato a 1,8 miliardi di euro.
L’Italia mantiene la posizione di damigella d’onore, testimoniando non solo la propria capacità di affrontare i mercati di tutto il mondo, ma anche la capacità di proporre una tecnologia di ottimo livello in tutti i comparti di applicazione. Le esportazioni del “made in Italy” raggiungono i 1.169,8 milioni di euro, il che significa che chiudiamo l’anno con un più 5,3 per cento rispetto al 2013. Il dato su base annua purtroppo non è in linea con il più favorevole 7 per cento registrato nei primi sei mesi del 2014, segno che il nostro export nella seconda metà dell’anno è stato un po’ meno “vivace”.
Al terzo posto per valore la Cina, con 964 milioni di euro di esportazioni, dunque con una crescita del 22 per cento rispetto al 2013. Si tratta di una stima, in quanto le informazioni economiche su questo Paese non sempre sono perfettamente omogenee e confrontabili. In questo caso Acimall segnala per le tecnologie cinesi un secondo semestre 2014 migliore del primo: nel periodo gennaio-giugno, infatti, il valore delle esportazioni si era fermato a 376 milioni di euro, il 13,6 per cento in più rispetto ai primi sei mesi del 2013.
Così come in sede di rilevazione semestrale Acimall accendeva i riflettori su un tasso di crescita delle esportazioni cinesi praticamente doppio di quello italiano, oggi il rapporto è arrivato a 4 a 1 (più 22 per cento per la Cina, più 2,3 per cento per l’Italia). In valori assoluti la distanza si è ridotta a poco più di 200 milioni (1.169 milioni contro 964). Ma al “made in Italy” rimane la consolazione di una crescita dell’export nel 2014 che è comunque doppia rispetto a quella registrata dai colleghi tedeschi.
Taiwan, quarta in classifica con 517 milioni di euro in valore, segna un buon 13,5 per cento di crescita rispetto all’export 2013; al quinto posto l’Austria, che sfiora i 400 milioni (più 11,9 per cento rispetto all’anno precedente).
Gli Stati Uniti chiudono la classifica, fermandosi a un valore delle esportazioni pari a 281,7 milioni di euro, unico competitor che perde terreno rispetto al 2013, come già ricordato in precedenza.
In termini più generali c’è dunque da constatare che lo stato di salute della trasformazione del legno e dei suoi derivati pare non destare preoccupazioni a livello mondiale, con una crescita generalizzata delle esportazioni che – pur con tutte le precauzioni del caso – indica una domanda mondiale in costante crescita.
LE IMPORTAZIONI. Diamo una occhiata all’altra faccia della medaglia: chi sono i principali utilizzatori, i migliori clienti per coloro che producono tecnologie per il legno? L’Ufficio studi di Acimall pubblica semestralmente un elenco dei primi cinquanta Paesi di destinazione, elaborata sulla base dei dati Onu (www.intracen.org).
Dando una rapida scorsa al documento emerge che gli Stati Uniti sono il primo mercato mondiale: nel 2014 hanno acquistato tecnologie per il legno dall’estero per poco meno di un miliardo di euro (987,6 milioni), con una variazione del 18,1 per cento in più rispetto al 2013. Al secondo posto un’altra conferma, ovvero la Russia che, nonostante le mille difficoltà economico-politiche che conosciamo, chiude il 2014 con un più 4,5 per cento, grazie a importazioni pari a 554,3 milioni di euro.
La Germania rimane il terzo più forte “Paese consumatore” (401,3 milioni, più 5,8 per cento), seguita dalla Cina (331,6 milioni di euro) le cui importazioni perdono il 6,2 per cento rispetto al 2013. Leggera flessione (meno 0,14 per cento) per il Canada che compera tecnologie straniere per 249,7 milioni di euro. Cresce la Francia (247 milioni, più 9,1 per cento) e ancora di più la Bielorussia, che mette a segno un eclatante più 143,2 per cento, con un valore pari a poco meno di 221 milioni di euro.
Seguono, nell’ordine per valore, Regno Unito, Polonia, Austria, Malesia, Turchia, Svizzera e – al quattordicesimo posto – l’Italia, con un import pari a 123,6 milioni di euro, il 13,2 per cento in meno rispetto al 2013. Consolidato il fatto che si tratti per la maggior parte di soluzioni tedesche o cinesi, le prime indirizzate verso la fascia medio-alta del mercato, le seconde più sul versante delle “facilities”, delle macchine a minore contenuto tecnologico.