Bioedilizia

Teleriscaldamento a biomassa, ecco cosa frena il settore

Fiper: manca una Legge Quadro, ci sono disparità di trattamento nell'incentivazione e ritardi burocratici

venerdì 7 luglio 2017 - Redazione Build News

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Si è svolto ieri a Milano, organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, il convegno dal titolo “La disciplina delle incentivazioni e delle rinnovabili. Evoluzioni e problematicità”.

La Fiper, Federazione Italiana dei Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili, ha portato la propria esperienza per contribuire a fare un quadro il più possibile completo della situazione attuale con uno sguardo rivolto alle problematiche dell’incentivazione nel settore del Teleriscaldamento a biomassa.

“La Direttiva Europea sull’Efficienza Energetica – ricorda Walter Righini Presidente Fiper - riconosce un ruolo di primo piano allo sviluppo del teleriscaldamento efficiente per la riduzione di energia primaria e l’impiego di fonti presenti sul territorio europeo. In Italia è stato conferito mandato all’Aeegsi (nel DL 102/2014 di recepimento) di promuovere il teleriscaldamento e la concorrenza attraverso l’attribuzione di funzioni regolatorie specifiche, senza però definire una legge quadro per il settore. Dalle ultime consultazioni pubbliche avviate da Aeegsi, risulta evidente tra gli operatori che un approccio regolatorio stringente così come proposto dall’Autority stessa, diminuirà la competitività degli impianti di tlr a biomassa rispetto altre forme di riscaldamento presenti sul mercato anziché favorirne il loro sviluppo”.

DISPARITÀ DI TRATTAMENTO. Un altro grande problema, secondo Fiper, riguarda la disparità di trattamento che esiste nelle incentivazioni tra chi produce energia elettrica e chi produce energia termica utilizzando biomasse legnose. “L’aver riconosciuto i Certificati Verdi – sottolinea Walter Righini - a chi produce energia elettrica utilizzando la biomassa legnosa ha favorito in Italia l’avvio di centrali di taglia medio –grande (10-50 MWe) che dissipano il calore contemporaneamente prodotto a fronte però di un’offerta di biomassa a livello locale spesso incapace di soddisfare la richiesta continua (paria circa 8000 ore/anno) di questa tipologia di impianti, determinando così forti importazioni di biomasse dall’estero. Fiper condivide a riguardo l’orientamento della SEN di trasferire la politica di incentivazione verso altre tecnologie più performanti e propone ad esempio di incentivare e favorire le imprese forestali operanti sul territorio”.

RITARDO LEGISLATIVO E BUROCRAZIA. Il ritardo legislativo e la burocrazia sono infine gli altri due fattori che costituiscono un blocco per l’attrazione degli investimenti nella realizzazione di nuove reti di tlr o nell’estensione delle esistenti. A titolo di esempio, il d.lgs.28/2011 ha costituito il fondo di garanzia per la realizzazione delle reti di tlr, convogliato poi nel fondo di efficienza energetica, ad oggi non è ancora disponibile sul mercato per la mancanza del decreto attuativo relativo al suo funzionamento. Attualmente è accantonato presso la Cassa Conguaglio un gettito di circa 120 milioni di Euro che potrebbe essere usato allo scopo.

“Le prospettive di penetrazione del teleriscaldamento a biomassa - conclude Walter Righini - sono di estremo interesse per lo sviluppo delle aree interne italiane, e penso anche alle zone colpite dal recente sisma, e per gli importanti effetti ambientali derivanti da una programmata, continuativa e funzionale gestione forestale. Resta da capire però se la realizzazione di questi progetti, a forte valenza territoriale, rientri ancora nell’interesse generale del Paese: da quello che vediamo…. ”.

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