Bioedilizia

Teleriscaldamento a biomassa: studio del Politecnico di Milano

Avviato il primo confronto tra il Governo, l’opposizione, ARERA, RSE e gli operatori sulle prospettive di sviluppo del settore biomasse/biogas

martedì 26 giugno 2018 - Redazione Build News

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In occasione del convegno FIPER “Economia circolare: partiamo dall’energia” tenutosi a Roma presso il Palazzo Santa Chiara, sono stati presentati i risultati dello studio “Teleriscaldamento a biomassa: un investimento per il territorio”, promosso dalla Federazione in collaborazione con il Politecnico di Milano.

Lo studio risponde all’esigenza di fornire indicazioni chiare e dati puntuali circa la convenienza ambientale, economica e occupazionale per un dato territorio di avviare un impianto di teleriscaldamento a biomassa.

L’idea di fondo è che il teleriscaldamento a biomassa costituisca un intervento strutturale di primario interesse generale per il territorio e che, quindi, debba essere sempre considerato dal decisore pubblico per pianificare il rilancio delle zone rurali e montane. La valutazione di questi progetti prescinde quindi dall’esclusiva analisi energetica.

Lo studio dimostra come teleriscaldare un territorio crei i presupposti per lo sviluppo di altre infrastrutture a servizio della comunità, quali i sistemi di cablaggio per la connessione internet veloce, funzionali a attirare nuove imprese e giovani nelle aree definite “interne”.

Raccontare l’esperienza dei territori a partire dalla raccolta dei “dati di campo” è la novità di questa pubblicazione, il cui lavoro principale ha riguardato la conoscenza e l’analisi diretta del funzionamento degli impianti di teleriscaldamento “target” e della relativa catena di fornitura, la cosiddetta “filiera bosco-legno-energia”.

Un mondo caratterizzato da piccole, microimprese spesso a conduzione familiare, in cui il paesaggio montano rappresenta elemento saliente nella costruzione della propria identità e del senso di appartenenza al luogo.

In termini ambientali e energetici, dal campione dei 65 impianti di teleriscaldamento a biomassa analizzati dal Politecnico di Milano, risulta un risparmio di energia fossile primaria compreso tra il 60% e il 80%, un valore molto elevato rispetto all’impiego di altri combustibili fossili e non. Risparmi analoghi si registrano per l’anidride carbonica (CO2) immessa nell’atmosfera. Da questa prospettiva, il TLR a biomassa è tra le tecnologie più performanti e non ha rivali in termini di produzione di energia rinnovabile e riduzione di emissioni climalteranti. Per quanto riguarda le altre emissioni in atmosfera, lo studio si è concentrato sulla produzione di polveri sottili (PM) che hanno assunto una particolare importanza a livello nazionale. L’analisi e la gestione del PM rappresenta una tematica molto discussa proprio in relazione alla combustione della biomassa e agli impatti sulla salute degli abitanti. Le valutazioni condotte evidenziano come gli impianti in questione permettano un significativo miglioramento rispetto ai dispositivi domestici a biomassa (caldaie/stufe a legna) e risultino comunque più vantaggiosi delle caldaie a gasolio, considerati il mix tecnologico di riferimento standard per le zone montane. Per esempio, un impianto di dimensioni medie (circa 5 MW) rispetto all’utilizzo dei dispositivi domestici a biomassa consente di evitare emissioni per circa 10 tonnellate di polveri su base annua.

Negli ultimi anni all’interno del dibattito condotto dai Paesi aderenti alla “Convenzione delle Alpi, si si è posta sempre più l’attenzione sull’impatto economico che la filiera biomassa-energia produce sui territori alpini. In assenza di un’analisi puntuale a livello italiano dell’impatto del TLR a biomassa in termini di sviluppo territoriale, la sezione economica di questa pubblicazione ha voluto colmare questo “vuoto” di dati e indicazioni a partire dall’analisi della catena di fornitura locale.

In particolare, lo studio ha valutato le ricadute economiche e occupazionali a livello di impatto diretto, indiretto, di indotto e fiscale.

Il target “locale” selezionato per calcolare l’entità dell’impatto è formato da 13 impianti di TLR a biomassa distribuiti in quattro aree distinte ed eterogenee per tecnologia adottata, conformazione orografica, densità di popolazione, zona climatica e caratteristiche della filiera.

Dall’elaborazione dei dati economici e finanziari delle imprese della filiera bosco-legno-energia coinvolte nell’indagine, l’impatto economico monetario generato a livello locale si attesta in 50 milioni di Euro/annuo, mentre l’effetto occupazionale è di 520 Unità Lavorative Annue (ULA).

In termini di effetto moltiplicativo, ciò sta ad indicare che per ogni euro aggiuntivo fatturato dagli impianti di TLR del campione si genera un impatto complessivo sul sistema economico di circa 2,65 €. Sul fronte occupazionale invece, per ogni ULA impiegata dal TLR ne vengono attivate 15,5 lungo tutta la filiera e nelle imprese collegate.

Estendendo i risultati ottenuti su scala nazionale si ottiene che le ricadute dei impianti di TLR a biomassa esistenti corrispondono a 320 Milioni di euro/anno e di 3.300 ULA. Si è poi determinato il valore delle ricadute dei potenziali impianti di TLR a biomassa realizzabili nelle zone climatiche E ed F che risultano comprese tra 450 e 680 Milioni di euro/anno e tra 5.300-8.000 ULA a seconda dello scenario identificato.

Non meno importanza, il valore dell’impatto fiscale prodotto limitatamente alle imposte dirette risulta pari a 0,7 Milioni di euro/anno per il campione di 13 impianti analizzati, mentre a livello nazionale il valore si attesta intorno ai 4,6 Milioni di euro/anno (impianti esistenti). Si tratta di entrate quasi completamente a favore dei comuni interessati e, quindi, ancora una volta di stretto interesse locale, realizzando de facto un federalismo fiscale.

Commenta Righini, presidente FIPER:

lo studio dimostra come l’avvio di un impianto di teleriscaldamento produca un immediato beneficio per l’intera filiera del legno, garantendo un’importante funzione di presidio e gestione del territorio e riducendo le polveri sottili e la CO2 rispetto alle altre fonti disponibili sul territorio tale da renderlo un progetto di primario interesse per i decisori pubblici o gli imprenditori impegnati a promuovere iniziative di sviluppo territoriale.

Il convegno promosso da FIPER sull’economia circolare è stata l’occasione anche per avviare il primo confronto istituzionale con i rappresentanti del nuovo Governo riguardo le prospettive dell’energia da fonti rinnovabili, in particolare da biomasse e biogas.

Il presidente FIPER, Walter Righini, ha aperto i lavori plaudendo al risultato europeo di innalzamento del target di produzione di energia da FER e per quanto riguarda le biomasse alla definizione del limite del 32% di rendimento voluto da Bruxelles a testimonianza della validità dell’uso corretto della biomassa per la produzione di energia, per ridurre le emissioni di CO2 e le polveri sottili attraverso i filtri di abbattimento degli impianti di teleriscaldamento. Nell’ultimo trienno il settore ha subito una campagna diffamatoria e strumentale verso l’impiego delle biomasse a fini energetici, fomentata a livello europeo e nazionale dalla lobby del fossile, in particolare quella del gas, indipendentemente dalla tecnologia di combustione impiegata. Dal TAR della Lombardia una sentenza che fa da spartiacque; il TAR ritiene che l’obiettivo della metanizzazione non può essere perseguito a ogni costo scaricando sulla collettività spese del tutto inefficienti. Allo stesso modo, invita il legislatore/operatori che per le zone del Paese dove le reti potrebbero essere realizzate solo a costi spropositati di valutare alternative efficaci ma meno costose.

TAVOLA ROTONDA POLITICA. Il neopresidente della X Commissione Industria, Commercio e Turismo, Sen. Gianni Girotto, ha affermato che il M5S si impegna a mettere in atto il programma Energia 2050, che prevede di conseguire l’indipendenza energetica dell’Italia, in grado di soddisfare la domanda con risorse, infrastrutture e tecnologie interne. Nel comparto biomasse-biogas ribadisce l’importanza di piccoli impianti capaci di attivare le filiere di approvvigionamento locali. Ritiene azione prioritaria “sburocratizzare i 6500 procedimenti bloccati presso il GSE”, contenere il ruolo di ARERA e provvedere a tal fine in tempi rapidi al rinnovo del collegio.

Il sen. Paolo Saviane - Lega, ha invece posto l’attenzione sulla necessità e priorità per la nuova legislatura di favorire lo sviluppo e consolidamento della filiera legno, uno dei maggiori volani di sviluppo dell’economia di montagna. È inaccettabile, a suo avviso, che si continui a esportare tronchi verso l’Austria e altri Paesi EU, che vengono poi importati in Italia sottoforma di semilavorati. Per incrementare i prelievi boschivi e la creazione di reti di impresa sul territorio, propone maggiore autonomia gestionali per le Regioni e gli enti locali.

L’on. Albrecht Plangger - Gruppo Misto, illustrando l’evoluzione e lo sviluppo della filiera biomassa-energia in Alto Adige, che ha permesso un’importante gestione attiva dei boschi locali grazie alle numerose proprietà collettive, ha evidenziato da un lato il rischio di una regolamentazione che anziché favorire la promozione del teleriscaldamento appesantisce la gestione aziendale, dall’altro la necessità di riformare il codice degli appalti.

L’on. Enrico Borghi - PD ha invitato i rappresentanti di Governo a perseguire gli obiettivi definiti nella SEN e non assumere un atteggiamento del “cambiare tanto per cambiare”. Ha evidenziato la necessità di sanare il cortocircuito creatosi tra la politica e il GSE e rimettere il sistema in condizione di funzionare.

L’on. Ylenia Lucaselli - FdI ha posto l’attenzione sulla necessità di provvedere a campagne di informazione e formazione perché per raggiungere i nuovi obiettivi sulle FER approvati dall’UE è necessaria una vera e propria rivoluzione culturale, che parta dal cambiamento di ogni singolo cittadino.

TAVOLA TECNICA. Il sindaco del Comune di Tirano, l’arch. Franco Spada, ha dimostrato con l’esperienza maturata in 20 anni nel suo Comune, in che modo si possa conseguire l’autonomia energetica dalle fonti fossili attraverso il teleriscaldamento e cogenerazione a biomassa, l’idroelettrico e il fotovoltaico presenti sul territorio. Ha posto l’accento sull’importanza della filiera bosco-legno-energia in termini di redistribuzione del reddito e coesione sociale per il territorio. Spada ha affermato che il tema energetico non può prescindere dallo sviluppo del territorio e rappresenta un esempio di federalismo fiscale.

Da Tirano a Roma, con l’intervento del dott. Antonio Lumicisi, Coordinatore del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima - PAESC Roma Capitale. Roma Capitale è impegnata nel realizzare un programma di promozione di energia da fonte rinnovabile con l’obiettivo di ridurre del 40% le emissioni al 2030 e rifiuti zero al 2050. A tal fine i cittadini che conferiscono più materiale differenziato, pagheranno meno in bolletta.

L’ing. Alberto Grossi, responsabile della DG teleriscaldamento/teleraffrescamento di ARERA ha espresso la volontà di alimentare il dialogo costruttivo e il confronto con gli operatori propedeutico per definire la delibera sulla qualità commerciale. Ha rassicurato l’on. Plagger, spiegando che la regolazione seguirà il principio della proporzionalità e la deregulation per i più piccoli. Per favorire l’estensione delle reti esistenti e per il periodo di avviamento delle nuove ha previsto una semplificazione molto forte in termini regolatori. Ciononostante, ha sottolineato l’esigenza di definire un quadro di intervento chiaro del Regolatore avvalendosi anche della collaborazione del Comitato Tecnico Italiano per gli aspetti di natura tecnica. Il percorso /focus group tra ARERA, FIPER e AIRU è funzionale alla consultazione sulla qualità commerciale, che entro fine anno verrà pubblicata. Essendo una disciplina nuova, sarà finalizzata con il nuovo collegio. Nel rispondere al Sen. Girotto, ha affermato che Arera si è trovata costretta a “fare il supplente”. Ha inoltre auspicato un maggior coordinamento tra GSE-RSE- Enea –operatori. È necessario dare alle aziende tempo di maturare questa esperienza e messa a sistema.

L’ing. Luigi Mazzocchi, Direttore Dipartimento Tecnologie di Generazione e Materiali Ricerca Sistemi Energetici - RSE ha spostato l’attenzione sul tema del Biometano, definendo un’evoluzione tecnologica del sistema energetico. Ha enfatizzato il ruolo delle biomasse/biogas per la versatilità di utilizzo. Le biomasse elettriche da biomasse e biogas rappresentano sicuramente un elemento strategico per la programmabilità futura dell’energia elettrica e dei bilanciamenti di rete. Invita i rappresentanti di Governo presenti a cambiare le regole per immissioni dell’energia elettrica immessa in rete e per facilitare gli utenti all’autoconsumo.

Il dott. Raoul Romano, ricercatore del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria-CREA, ha illustrato le principali novità riguardanti il Testo Unico di riforma forestale e la necessità di avviare in tempi rapidi la gestione attiva forestale. Per la prima volta nella storia d’Italia, la superficie forestale è superiore ai seminativi, rappresentando un grave segnale di inefficienza produttiva. Fa presente che le uniche risorse su cui può contare il settore forestale sono le misure derivanti dai Piani di Sviluppo Rurale. Invita a una maggiore sinergia con le azioni/programmi del Ministero dell’Ambiente per la prevenzione del rischio idrogeologico. A chi ha paventato uno sfruttamento irrazionale del patrimonio boschivo a partire dalla riforma forestale, Romano rassicura che l’incremento dei prelievi rientra nelle buona prassi di gestione forestale promosse dalla Strategia Forestale europea.

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