Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 15 gennaio, ha approvato in secondo esame preliminare lo schema di decreto del Presidente della Repubblica – attuativo dell'art. 8 della Legge Sblocca Italia - recante la “Disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo”, già approvato dal CdM in primo esame preliminare il 6 novembre 2015 (LEGGI TUTTO).
“Rispetto al primo esame preliminare, il testo è stato ulteriormente integrato e modificato sia a seguito della consultazione pubblica rivolta a cittadini, associazioni e stakeholders del settore - che dal 19 novembre al 19 dicembre scorso hanno potuto presentare sul sito del ministero dell’Ambiente osservazioni e proposte di modifica – sia sulla base del parere espresso dalla Conferenza Unificata”, spiega Palazzo Chigi. “Il risultato di tali procedure di consultazione e condivisione è un testo maggiormente chiaro, semplice, completo e coerente con la disciplina di riferimento sia a livello nazionale che europeo. Ed infatti, con il nuovo decreto, l’Italia recepisce anche le richieste formali della Commissione europea ed evita che l’Eu-Pilot 5554/13/ENVI aperto nei suoi confronti evolva in una procedura d’infrazione”.
LE PRINCIPALI NOVITÀ. Tra le principali novità introdotte anche a seguito della consultazione pubblica:
- l’allineamento della normativa italiana a quella europea e un più stretto raccordo, proprio in termini normativi, con le procedure di valutazione di impatto ambientale;
- la semplificazione delle procedure e la fissazione di termini certi per concludere le stesse, anche prevedendo meccanismi in grado di superare eventuali situazioni di inerzia da parte degli Uffici pubblici. In questo modo si evitano i lunghi tempi di attesa cui erano costretti i soggetti che operano nel settore delle terre e rocce da scavo, obbligati, finora, ad attendere la preventiva approvazione del piano di utilizzo delle terre e rocce da parte delle autorità competenti;
- una stretta interazione tra i soggetti che operano nel settore delle terre e rocce da scavo e le strutture deputate ai controlli, prevedendo che, fin dalla fase di predisposizione del piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo, i primi possano interagire con le Agenzie regionali e provinciali di protezione ambientale per le preliminari verifiche istruttorie e tecniche, anticipando lo svolgimento dei controlli previsti per legge;
- procedure più veloci per attestare che le terre e rocce da scavo soddisfano i requisiti stabiliti dalle norme europee e nazionali per essere qualificate come sottoprodotti e non come rifiuti;
- il rafforzamento del sistema dei controlli e una disciplina più dettagliata ed efficace per il deposito intermedio delle terre e rocce da scavo qualificate come sottoprodotti;
- tempi certi in cui ARPA e APPA svolgano le attività di analisi.
LE CONTRODEDUZIONI DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE ALLE OSSERVAZIONI DELLA CONSULTAZIONE PUBBLICA. Il 19 novembre 2015 il Ministero dell’Ambiente ha avviato la consultazione pubblica sulla proposta di regolamentazione che si è conclusa il 19 dicembre. La consultazione si è svolta in modalità telematica, mediante la pubblicazione di un questionario on-line sul portale del Ministero dell’ambiente, sul quale è stato creato un apposito link per consentire agli interessati di prendere visione della proposta di regolamento e della relativa relazione illustrativa e di partecipare alla consultazione pubblica compilando un apposito questionario.
Il modulo on line ha previsto 23 domande a risposta multipla, con la possibilità di argomentare in forma sintetica le risposte. Hanno partecipato alla consultazione 92 soggetti, appartenenti alle seguenti categorie: rappresentanti di imprese; liberi professionisti e studi professionali; associazioni imprenditoriali; onlus; amministrazioni/organismi pubblici territoriali.
Le controdeduzioni del Ministero sono esplicitate, per ciascuna domanda, in una tabella a tre colonne – IN ALLEGATO - che indica: la sintesi delle osservazioni formulate raggruppate per categorie omogenee; le controdeduzioni del Ministero; la discendente riformulazione del testo del provvedimento.
IL PARERE DELLA CONFERENZA UNIFICATA DEL 17 DICEMBRE. Ricordiamo che nel corso della Conferenza unificata del 17 dicembre 2015 le Regioni e le Province autonome, l’Anci e l’Upi hanno chiesto il rinvio dell’argomento per ulteriori approfondimenti tecnici. Tuttavia, il Ministro dell’ambiente ha osservato che non è possibile rinviare l’approvazione del decreto perché riveste carattere di urgenza, invitando le Regioni e le Autonomie locali ad esprimersi, e a considerare le valutazioni di accoglibilità delle proposte emendative comunicate dal Ministero dell’ambiente il 16 dicembre 2015.
L’Upi ha chiesto di valutare la parte del testo che è contigua dei dragaggi delle aree portuali, perché presentano ancora alcune incongruenze che derivano dal passato, e che sarebbe utile inserire in una procedura coerente. In proposito, il Ministro dell’ambiente ha risposto che il proprio Ministero sta lavorando in materia, e che entro gennaio saranno proposti in Conferenza Unificata proprio due decreti sul dragaggio.
Le Regioni e le Province autonome e l’Anci hanno quindi deciso di esprimere un parere favorevole allo schema di regolamento condizionato però all’accoglimento delle proposte regionali formulate in sede tecnica. Anche l’Upi ha dato parere favorevole, con le osservazioni formulate sui dragaggi delle aree portuali.