Si è tenuta il 15 marzo, presso la 13° Commissione Territorio, ambiente, beni ambientali del Senato, l’audizione della Rete delle Professioni Tecniche in merito alla bozza di regolamento di riordino e semplificazione della disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo, nell’ambito del Decreto Sblocca Italia.
La Rete – ha affermato Andrea Sisti, Segretario Tesoriere della RPT e Presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali - giudica con favore l’ottimo lavoro svolto dalle autorità competenti, che rende possibile raccogliere in un’unica norma quanto attualmente contemplato in materia da un frammentato ed eterogeneo complesso normativo. Tuttavia, abbiamo riscontrato l’omissione, nell’attuale testo, di alcune specifiche tecniche alle quali abbiamo proposto di ovviare attraverso una serie di precisi emendamenti dei siti di intervento.
Attualizzare la legislazione tecnico-scientifica italiana – ha aggiunto Tomaso Munari, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Chimici – rispetto alle norme europee è fondamentale per un approccio corretto alla disciplina delle terre e delle rocce da scavo.
Apprezziamo molto lo sforzo del legislatore – ha detto Francesco Violo, Consigliere Segretario del Consiglio Nazionale dei Geologi – ma al tempo stesso riteniamo che il testo sia migliorabile attraverso sostanziali modifiche e integrazioni per quanto attiene agli aspetti geologici e idrogeologici.
Le specifiche proposte della RPT, sul versante dell’inquadramento territoriale e topocartografico – ha concluso Pasquale Salvatore, Consigliere del Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati – sono finalizzate alla redazione di piani di utilizzo di maggior dettaglio, a garanzia della salvaguardia ambientale.
Nel corso dell’incontro, i professionisti tecnici, tra l’altro, hanno proposto la modifica dell’articolo 2 che fissa a 100 mg/kg il contenuto massimo di amianto per terre e rocce da scavo. La RPT ha chiesto una riformulazione del limite a 1000 mg/kg, corrispondente alla soglia prevista per le sostanze e miscele non pericolose, sulla scorta della normativa nazionale ed europea. Un’altra modifica proposta dalla Rete, relativa all’articolo 5, è quella relativa al deposito intermedio delle terre e delle rocce da scavo che, a parere dei professionisti tecnici, deve essere costituito da materiale conforme alla classe di destinazione d’uso urbanistica del sito. Infine, per quanto riguarda il piano di utilizzo delle terre e delle rocce generate da cantieri di grandi dimensioni, la Rete ha chiesto che questo possa essere aggiornato alla scadenza dei termini di durata e che non ne sia limitato il numero di modifiche.
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