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Terre e rocce da scavo, scade il 19 dicembre la consultazione sul regolamento di semplificazione

Il testo in Conferenza Unificata. L'assessore lombardo Terzi: “Il Governo ignora e mortifica le istanze delle Regioni”

venerdì 18 dicembre 2015 - Redazione Build News

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Termina domani 19 dicembre la consultazione pubblica lanciata dal ministero dell'Ambiente sulla proposta di regolamento recante la “Disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo”, approvata in via preliminare dal Consiglio dei ministri nella riunione del 6 novembre scorso.

La Conferenza Unificata, nella seduta di ieri, ha reso il suo parere sullo schema di decreto che, ricordiamo, attua quanto previsto dall'articolo 8 del decreto Sblocca Italia (decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, con la legge 11 novembre 2014, n. 164).

TERZI: GOVERNO IGNORA LE ISTANZE DELLE REGIONI. "Ancora una volta il Governo ha dimostrato un atteggiamento che ignora e mortifica le istanze delle Regioni", ha dichiarato l'assessore lombardo all'Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Claudia Maria Terzi, commentando la decisione assunta dal Governo, in Commissione Ambiente, in Conferenza delle Regioni, di chiudere con molto anticipo rispetto ai termini previsti, la valutazione in merito allo Schema di Dpr.

"Tale decreto – ha ricordato Terzi -, che avra' un grosso impatto sulle imprese che si occupano di edilizia e di infrastrutture, e' stato inviato pochi giorni fa alle Regioni, affinche' potessero valutarne i contenuti tecnici. Data la complessita' del testo le Regioni e i tecnici del Ministero hanno ritenuto necessario prevedere ulteriori incontri, per perfezionare il documento, stabilendo di aggiornarsi a gennaio, in modo da poter valutare anche le Osservazioni del pubblico che possono essere presentate fino al 19 dicembre".

"A sorpresa – ha spiegato la titolare lombarda all'Ambiente - nonostante i pareri tecnici di Ministero e Regioni andassero nel verso opposto, la parte politica ministeriale ha deciso di mettere all'ordine del giorno della Commissione politica del 17 dicembre un decreto incompleto, impedendo di fatto alle componenti tecniche delle Regioni di valutare le importanti osservazioni che perverranno dai diversi portatori di interesse e dalle associazioni di categoria e le relative variazioni del testo che i Ministeri vorranno apporre, dimostrando di ignorare le voci dei territori e degli operatori".

"Per questo – ha concluso Terzi - abbiamo chiesto e ottenuto di non discutere il DPR fino al completamento di tutte le analisi tecniche e politiche e, soprattutto, almeno fino alla conclusione della consultazione pubblica".

ELIMINAZIONE DELL’OBBLIGO DI COMUNICAZIONE PREVENTIVA. Tra le novità principali della bozza di decreto, l'eliminazione dell’obbligo di comunicazione preventiva all’autorità competente di ogni trasporto di terre e rocce da scavo qualificate come sottoprodotti, prevedendo l'attivazione allo stesso tempo dei necessari controlli da parte delle Autorità competenti.

PROCEDURA PIÙ RAPIDA. È inoltre prevista una procedura più rapida per attestare che le terre e le rocce da scavo generate nei cantieri di grandi dimensioni soddisfino i requisiti normativi nazionali e comunitari per essere qualificate sottoprodotti.

Viene introdotto un iter più spedito per apportare modifiche sostanziali al piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo, con la possibilità di una proroga di un anno della durata del piano per le terre e le rocce da scavo generate nei grandi cantieri.

TEMPI CERTI PER LE ANALISI. Per lo svolgimento delle attività di analisi di ARPA e APPA si prevedono tempi certi, sempre pari a 60 giorni.

LE ALTRE MISURE. Tra le altre novità del decreto, l'introduzione di procedure uniche per gli scavi e la caratterizzazione dei terreni generati dalle opere da realizzare nei siti oggetto di bonifica, che forniscano chiarezza e un riferimento normativo unico agli operatori; nonché una procedura specifica per l’utilizzo in sito delle terre e rocce da scavo escluse dal campo di applicazione dei rifiuti e prodotte dalla realizzazione di opere sottoposte a Valutazione di impatto ambientale.

I residui della lavorazione dei materiali lapidei vengono esclusi dalla nozione di terre e rocce da scavo, novità che consente agli operatori di qualificarli come sottoprodotti in presenza delle condizioni di legge e nel pieno rispetto dei livelli di tutela ambientale.

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