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Terremoto 2016: quota sanabile al 20% della cubatura esistente

Lo prevede l'art. 39 ter del decreto Genova ora all'esame del Senato. Il governatore delle Marche: “Il vero obiettivo non è dare una mano a chi ha fatto abusi ma accelerare il percorso di ricostruzione su questo segmento”

giovedì 8 novembre 2018 - Redazione Build News

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Nei comuni colpiti dal terremoto del 2016 sarà possibile condonare al momento della richiesta di contributo fino al 20% della cubatura esistente. È quanto riporta l'articolo 39 ter del decreto Genova ora in Senato. “E’ da un anno - ha commentato il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli - che chiediamo di portare al 20% la quota sanabile senza procedura per togliere le piccole difformità. Noi avevamo già previsto in una legge regionale, emanata ad inizio sisma, questa percentuale, che è la stessa dettata dal 'piano casa', perché per sistemare una piccola difformità ci vogliono anche sei mesi.

Questi tempi scoraggiano i cittadini a mettersi in moto, rallentando molto la ricostruzione.

Ora la gran parte dei progetti può invece correre”.

L’obiettivo vero “non è dare una mano a chi ha fatto abusi ma accelerare il percorso di ricostruzione su questo segmento. Questo è un grosso ostacolo, ma oggi il ritmo di 30 pratiche alla settimana è insufficiente. Deve essere chiaro – aggiunge il governatore delle Marche - che questo tipo di semplificazione non inciderà su quel numero perché sta a monte, cioè nella parte che seguono i comuni”.

Secondo Ceriscioli “è necessario che il governo riprenda il dialogo con le Regioni. La voce dei territori deve essere ascoltata perché è inutile prevedere questa misura se non si risolvono anche altri colli di bottiglia con il contributo di tutti i soggetti locali coinvolti nel sisma.

Bisogna comunque tener conto che la ricostruzione nelle Marche parla di 45mila edifici da mettere a posto, un numero importante di interventi da fare.

In un patrimonio edilizio che per la sua gran parte ha più di 40 anni è possibile che l’edificio realizzato sia differente rispetto a quello approvato allora sulla carta. Negli 87 comuni del cratere marchigiano gran parte delle aree è in montagna dove i valori al metro quadro sono di 600-700 euro.

Il valore di mercato dell’immobile è quasi sempre inferiore al costo di costruzione per realizzare lo stesso metro quadro. Esclusi i centri più grossi come Ascoli o Macerata la gran parte dei centri del cratere è fatta di piccole realtà dell’entroterra in difficoltà da prima del terremoto. Non c’è nessuna speculazione ma solo il desiderio di semplificare la procedura”.

Vedi anche: “I condoni edilizi nel decreto Genova

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