Una giornata di riflessioni, esperienze, idee e proposte per continuare ad assicurare la disponibilità dei volontari tecnici italiani, che hanno organizzato un incontro assieme all’IPE (Ingegneri per la Prevenzione e le Emergenze) ed il Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
L’Assemblea tenutasi a Rieti lo scorso venerdì 17 febbraio, è stata un’occasione di confronto reciproco, condiviso con altri soggetti coinvolti negli interventi nelle zone interessate dal sisma. Ai lavori, infatti, hanno partecipato Mauro Dolce (Protezione Civile) e Alfiero Moretti (Commissariato per la ricostruzione), oltre ad Armando Zambrano e Gianni Massa (rispettivamente Presidente e Vice Presidente Vicario del CNI) e Patrizia Angeli (Presidente IPE). Sono intervenuti alcuni rappresentanti dei tecnici volontari, tra cui l’ing. Marco Carrozza.
“Quello di Rieti – ha commentato al termine dei lavori Armando Zambrano, Presidente CNI - è stato un incontro molto utile nel quale sono state ampiamente esposte dalla Rete dei volontari tecnici IPE e dal CNI le problematiche circa le iniziative da mettere in campo per risolvere le criticità emerse, in particolare, in occasione degli ultimi eventi sismici. Il riferimento è anche alla compilazione delle schede Aedes e Fast, oltre alla possibilità per i professionisti di offrire un contributo alla realizzazione di queste attività.”
“Fermo restando che i nostri tecnici continueranno a garantire l’attività di verifica attraverso il coordinamento degli Ordini provinciali degli Ingegneri e l’IPE, ci auguriamo che nascano le premesse per intraprendere un’azione di programmazione di corsi di formazione che consentano di avere un elevato numero di tecnici di eccellenza in grado di fronteggiare anche situazioni al limite come quelle verificatesi in occasione dell’ultimo terremoto. Una situazione che ha visto la richiesta di un numero elevatissimo di schede che non sarà semplice evadere”.
La Rete dei volontari tecnici dell’IPE, tramite una lettera, aveva manifestato una serie di perplessità per le ultime ordinanze che, di fatto, hanno delegato ai privati l'onere della redazione della scheda Aedes, innescando la reazione dei tecnici addetti, che hanno finito per sentirsi demotivati.