“Dobbiamo perfezionare l'ecobonus per esempio per i condomini e potrà essere importante e utile il fascicolo del fabbricato. Ci lavoreremo sopra”.
Lo ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Claudio De Vincenti, nel corso dell'audizione dinanzi alle commissioni Ambiente di Camera e Senato sul sisma del 24 agosto nel centro Italia e sulle politiche di prevenzione sismica.
De Vincenti ha evidenziato che “Non è scontato che i cittadini vogliano o possano, come gli incapienti, utilizzare” la detrazione al 65% per l'adeguamento antisismico degli edifici.
REALACCI: L’ESTENSIONE DELL’ECOBONUS ALLE ZONE 1 E 2 È INSUFFICIENTE. “La legge di stabilità è un passaggio chiave per il progetto Casa Italia, lì bisogna trovare strumenti e risorse non solo per realizzare una ricostruzione efficace e trasparente ma anche per avviare una politica seria, ambiziosa e di lungo periodo per la qualità, il risparmio energetico e la prevenzione antisismica”, ha sottolineato il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci.
“Abbiamo una protezione civile e un sistema di volontariato di grande efficienza, ma il punto su cui l’Italia è indietro è la prevenzione. L’unica misura attualmente esistente che aiuta gli interventi antisismici per i privati – osserva Realacci - è stata l’estensione dell’ecobonus alle zone 1 e 2, ma è insufficiente e non riguarda gli edifici nel loro insieme. Oggi siamo nelle condizioni di avviare una politica che favorisca da una parte interventi su edifici privati e dall'altra sulle strutture pubbliche”.
Secondo Realacci “Sarà necessario mettere in campo vari strumenti sia tecnici, che fiscali ed economici, tra cui l’estensione e il rafforzamento dell’ecobonus anche in funzione antisismica per le case e gli interi edifici, compresi quelli delle imprese. Una detrazione fiscale che divenga un 'sismabonus'. Inoltre non sono più accettabili colpevoli ostruzionismi alla adozione del fascicolo di fabbricato”.
PERITI INDUSTRIALI: “IL FASCICOLO DEL FABBRICATO NON BASTA, SERVE L’ANALISI DEI DATI”. È possibile mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare italiano? Si può ottenere una mappatura ragionata dell’intero complesso edilizio? Sì secondo una ricerca commissionata nel 2012 al Politecnico di Milano dal Consiglio nazionale dei periti industriali e rilanciata all’indomani del sisma che, andando oltre la semplice idea di Fascicolo del fabbricato, ha permesso di associare ad esso una serie di indici di efficienza (degrado, invecchiamento e documentazione), capaci di valutare lo stato documentale e soprattutto di conservazione di un immobile.
In questo modo il libretto diventa non un nuovo documento da aggiungere a quelli esistenti, ma uno strumento di misura dello stato dell’edificio e una certificazione sul suo stato di sicurezza. Quindi non solo un elenco dei dati ma un’elaborazione statistica degli stessi.
LA RICERCA DEL POLITECNICO. Lo studio contiene un’articolata serie di parametri di riferimento e di procedure operative che vanno ad incidere sul libretto del fabbricato per renderlo ancora più efficace rispetto ad una valutazione puntuale di tutte le criticità.
Si tratta in sostanza di un indice di efficienza composto da due parametri (indice documentale e indice tecnico) e che associati al fascicolo rendono lo strumento facile da consultare e da aggiornare, magari subito dopo un intervento manutentivo. Il primo, cioè l’indice documentale, oltre a misurare qualità e quantità di informazioni documentali in possesso del proprietario, fornisce indirettamente l’idoneità dell’immobile a svolgere le funzioni richieste, soprattutto quelle difficilmente verificabili. L’indice tecnico, invece, permette di valutare sia l’invecchiamento dell’edificio sia il suo stato di degrado e può essere visto come la misura della quantità di manutenzione effettuata sull’immobile. L’indice di efficienza dell’edificio nel suo complesso, quindi, non è altro che la media semplice dei due precedenti. Con un risultato che può essere reso noto dal proprietario o dall’affittuario con l’indicazione delle maggiori criticità, dall’amministratore che può avere invece il quadro completo e dal manutentore che avrà invece accesso ai dati di dettaglio.
“Siamo in un paese dove ci sono troppe emergenze e poca prevenzione”, ha commentato Sergio Molinari, consigliere Cnpi e responsabile del progetto, “ecco perché il fascicolo deve diventare la pietra miliare della sicurezza e della qualità del patrimonio edilizio. In questo senso, il Consiglio nazionale è impegnato da anni in attività di promozione e ideazione di questo strumento, prima con la realizzazione, nel 2010, di un prototipo di Fascicolo del fabbricato eseguito radiografando un edificio storico di un comune nel ragusano, poi con questa ricerca che punta ad accrescere sempre di più il livello di scientificità”.
Il libretto da solo non basta, ha aggiunto ancora Molinari, “perché non è sufficiente avere i meri dati, ma è indispensabile procedere ad una loro elaborazione e il nostro fascicolo va proprio in questa direzione: grazie al sistema dell’indice di efficienza riesce a individuare le criticità complessive del patrimonio edilizio sia pubblico che privato, consentendo così di valutare le priorità d’intervento e di messa in sicurezza delle opere”.