Il Capo del Dipartimento della protezione civile, Fabrizio Curcio, e il Commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, hanno visionato nei giorni scorsi a Terni il prototipo di una Sae-Soluzione abitativa in emergenza. Alla visita hanno partecipato anche il Presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, l'Assessore infrastrutture, enti locali e politiche abitative della Regione Lazio, Fabio Refrigeri, il Direttore della protezione civile della Regione Umbria, Alfiero Moretti, e il Direttore della protezione civile della Regione Abruzzo, Antonio Iovine.
Il prototipo di casetta è stato realizzato dal Cns, Consorzio nazionale servizi, che è risultato il primo aggiudicatario della gara d’appalto indetta da Consip due anni fa per conto del Dipartimento della protezione civile. All’aggiudicazione del bando è seguita la stipula di un accordo quadro tra Consorzio e Dipartimento per la fornitura, il trasporto e il montaggio di Soluzioni abitative in emergenza per un massimo di 850 casette.
Le soluzioni abitative individuate dal Consorzio, sulla base dei requisiti indicati dal bando di gara, prevedono moduli in acciaio da 40, 60 e 80 metri quadri, combinabili tra loro, adatti a qualsiasi condizione climatica e studiati per essere fruibili anche da persone disabili. Progettati nel rispetto della normativa antisismica e delle leggi in materia di sicurezza, igiene e ambiente, i Sae sono predisposti inoltre per essere smontati e riusati. È previsto che le abitazioni siano dotate di impianto termico autonomo – costituito da una caldaia a condensazione e da radiatori – e che siano fornite di arredi ed elettrodomestici.
Per quanto riguarda la realizzazione delle Sae, l’ordinanza n. 394 del 19 settembre 2016 individua, quali soggetti attuatori, le Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Le Regioni possono quindi decidere di avvalersi dell’accordo quadro sottoscritto dal Dipartimento con il Consorzio stipulando con quest’ultimo intese specifiche. L’ordinanza prescrive che i Comuni facciano una ricognizione dei fabbisogni del proprio territorio, considerando gli edifici situati nelle zone rosse o dichiarati inagibili. L’individuazione delle aree destinate a ospitare le Sae è definita dalle Regioni d’intesa con i Comuni. Le Regioni provvedono all’esecuzione delle attività connesse alla realizzazione delle Sae e delle opere di urbanizzazione, concludendo appalti specifici.
Per assicurare il monitoraggio e il coordinamento delle attività relative alla realizzazione delle Sae – oltre che delle strutture temporanee a uso pubblico – il Capo del Dipartimento della protezione civile ha individuato come soggetto attuatore il dott. Marco Guardabassi, dirigente del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
LE PROCEDURE DEL SOGGETTO ATTUATORE PER IL FUNZIONAMENTO DEI GTS. Sono state emanate dal Soggetto Attuatore del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco De Angelis, nominato nell’ordinanza n.393 del 13 settembre 2016 per la messa in sicurezza post-sismica degli edifici, le procedure tecniche operative per il funzionamento dei GTS-Gruppi Tecnici di Sostegno. Questi gruppi sono stati istituiti per supportare i Sindaci dei comuni delle quattro regioni colpite dal terremoto allo scopo di valutare le misure urgenti per mettere in sicurezza gli edifici a salvaguardia dell'incolumità pubblica e per ripristinare i servizi essenziali.
Le procedure seguono la circolare emanata dalla Direzione di Comando e Controllo il 15 settembre 2016, in cui sono state fornite le prime indicazioni sulla gestione degli interventi di messa in sicurezza temporanea post-sismica degli edifici e sull’attività dei Gruppi Tecnici di Sostegno.
L’obiettivo delle procedure emanate dal soggetto Attuatore, analogamente a quelle indicate dalla Dicomac, è quello di rendere il più possibile sicuri i percorsi verso gli edifici agibili e permettere l’avvio dell’opera di consolidamento degli edifici inagibili. In questa fase dell’emergenza è fondamentale infatti rendere accessibili le principali strade che al momento risultano interdette o estremamente pericolose a causa del pericolo di crolli.
Il compito di attivare i GTS spetta ai centri di coordinamento attivati a livello regionale che sono a tal fine integrati da un rappresentante del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e da un componente del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. Gli ambiti di intervento dei GTS comprendono infatti, oltre al patrimonio edilizio non sottoposto a vincolo o tutela, anche quello di interesse storico, artistico e culturale.