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Terremoto Irpinia: un webinar del Consiglio Nazionale Ingegneri per capire che lezioni trarre

Il terremoto dell’Irpinia del 1980, di cui ricorre il quarantesimo anniversario, ha rappresentato uno spartiacque nella storia del nostro Paese. Il tragico evento, infatti, stimolò la nascita della Protezione Civile e cominciò ad alimentare un lungo dibattito sul tema della prevenzione

martedì 24 novembre 2020 - Redazione Build News

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Il terremoto dell’Irpinia del 1980, di cui ricorre il quarantesimo anniversario, ha rappresentato uno spartiacque nella storia del nostro Paese. Il tragico evento, infatti, stimolò la nascita della Protezione Civile e cominciò ad alimentare un lungo dibattito sul tema della prevenzione. Degli insegnamenti che dal sisma del 1980 possiamo ricavare oggi si è parlato nel webinar “Terremoto Irpinia 1980: l’emergenza e le basi per la costruzione del sistema per la protezione civile”, organizzato dal Consiglio Nazionale Ingegneri.

I lavori, moderati dalla giornalista Simona D’Alessio, hanno visto i saluti iniziali di Salvatore Margiotta (Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti) che ha detto: “A distanza di quaranta anni da quel sisma dobbiamo ammettere che si sono stati ritardi ed inefficienze ma anche molte cose positive. In particolare, ci fu la svolta che portò alla nascita della Protezione Civile”.

Armando Zambrano (Presidente CNI) nella sua relazione introduttiva ha ricordato dati e cifre dell’evento sismico e le problematiche edilizie dell’area colpita. Ha ricordato l’attività di ricognizione dei danni effettuata dalle squadre di ingegneri, sottolineando come la ricostruzione fu orientata anche a favorire forme di sviluppo socio-economico connesse. “Il terremoto e la ricostruzione – ha detto - determinarono nuove responsabilità per gli amministratori e i professionisti. Gli ordini favorirono una maggiore presenza degli iscritti e una preparazione maggiore rispetto al passato. Gli Ordini degli Ingegneri diventarono dei centri di competenza che contribuirono al coordinamento degli interventi di ricostruzione. Nacque la consapevolezza della necessità di un sistema di coordinamento e gestione dell’emergenza. Oggi l’esperienza ha portato a tre risultati: la nascita della Protezione Civile; la collaborazione tra enti nazionali, regionali, associazioni e Ordini; la Struttura Tecnica Nazionale. La prospettiva è quella di arrivare finalmente a un Piano nazionale finalizzato alla prevenzione”.

Il primo modulo del convegno è stato dedicato alle esperienze e alle storie del terremoto del 1980. L’ex Ministro Vincenzo Scotti (Presidente Link Campus University) ha ricordato come a quell’epoca in tema di prevenzione e gestione delle emergenze l’Italia fosse impreparata, soprattutto a causa di uno scarso dialogo tra scienza, politica e amministrazione. “Ora - ha detto Scotti - bisogna proseguire nella direzione del lavoro svolto in questi quaranta anni, puntando soprattutto sulle tecnologie per migliorare gli interventi. Al tempo stesso, occorre puntare sulle amministrazioni e sulle istituzioni, superando la logica dei commissariamenti”. Raimondo Pasquino (Professore Emerito dell’Università di Salerno) ha ricordato come fondamentale è la qualità del costruito e che in occasione di quel terremoto le opere in cemento armato resistettero, al contrario di quelle di antica concezione. Francesco Peduto (ex Presidente dell’Ordine dei Geologi) ha sottolineato come tanto resti ancora da fare, soprattutto per aumentare la consapevolezza dei cittadini. Una testimonianza dal territorio è arrivata da Vincenzo Zigarella (Presidente Ordine degli Ingegneri di Avellino).

Il secondo modulo ha approfondito l’evoluzione della Protezione Civile e della Struttura Tecnica Nazionale. Mauro Dolce (Protezione Civile) ha ricordato come la struttura voluta da Giuseppe Zamberletti non fu concepita al solo scopo di salvare le vite umane dopo gli eventi catastrofici, ma per affrontare tutti i passaggi della gestione delle emergenze, tranne la ricostruzione. Carmelo Tulumello (Direttore Protezione Civile) ha sottolineato l’importanza dell’apporto delle professioni tecniche, in particolare i tecnici agibilitatori, che, grazie alle loro analisi puntuali, possono contribuire a mettere in atto un’azione di tutela dei cittadini efficace. Felice Monaco (Consigliere CNI e Comitato Operativo Nazionale STN) ha illustrato il processo di nascita della Struttura Tecnica Nazionale in seguito al terremoto che ha colpito l’Italia Centrale. “La STN – ha affermato - è nata per avere un numero maggiore di tecnici disponibili, formati, qualificati e organizzati al fine di diminuire i tempi delle verifiche di agibilità, con conseguenti vantaggi nella gestione dell’emergenza in termini di rapidità e risparmio economico”.

Il terzo modulo del convegno è stato dedicato all’evoluzione della normativa antisismica. Massimo Sessa (Presidente Consiglio Superiore Lavori Pubblici) si è soffermato sugli scopi dell’attività di prevenzione che deve essere rivolta alla salvaguardia delle vite umane, del patrimonio edilizio e al risparmio economico. “L’attività normativa – ha detto - va in questa direzione, come in questi anni ha dimostrato il provvedimento del Sisma Bonus. A questo proposito, soprattutto in relazione al recente Superbonus, è necessario che il nuovo provvedimento non sia sbilanciato verso l’Ecobonus”. Edoardo Cosenza (Università Federico II Napoli) ha sottolineato come la normativa tecnica italiana sia assolutamente all’avanguardia a livello internazionale, non avendo nulla da invidiare a quella dei maggiori paesi a rischio sismico. Michele Brigante (Presidente Ordine Ingegneri Salerno) ha approfondito il ruolo della normativa tecnica del lavoro dell’ingegnere sul tema del sisma.

L’ultimo modulo del webinar è stato dedicato in maniera specifica alla questione della prevenzione. Fabrizio Curcio (Capo Dipartimento Casa Italia) è partito dalla constatazione del fatto che in termini di gestione dell’emergenza, grazie soprattutto al lavoro della Protezione Civile, l’Italia riesce a mettere insieme diverse eccellenze. “Purtroppo - ha affermato - ancora non riusciamo a riunire queste stesse eccellenze attorno all’obiettivo della prevenzione. Gli stessi soggetti protagonisti dell’ottimo lavoro sull’emergenza dovrebbero agire all’unisono su un grande Piano nazionale per la prevenzione”. Sulla scia di Fabrizio Curcio, Emanuela Guidoboni (INGV) si è soffermata sul tema della cultura del rischio, ancora in larga parte mancante. Carlo Doglioni (Presidente Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) ha fatto un intervento tecnico sulla mappatura delle zone sismiche. Paolo Clemente (Dirigente Enea) ha affermato che la “calma sismica” avuta dal 1980 al 1996 ha determinato un certo rilassamento. Oltre al Superbonus, a suo avviso una iniziativa che potrebbe favorire la prevenzione è l’assicurazione obbligatoria che favorirebbe la creazione di un’anagrafe delle abitazioni.

I lavori sono stati chiusi da Giovanni Cardinale (Vice Presidente CNI) che ha sottolineato che questi quaranta anni dal terremoto dell’Irpinia non sono passati invano ma che il nostro Paese fa ancora fatica a lavorare bene in situazione “di pace”, ossia quando il problema non rappresenta un’emergenza. “L’abito della prevenzione – ha detto Cardinale – non si può indossare solo nel giorno del tutto”.

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