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Terremoto a Taiwan, danneggiati almeno 100 edifici

L’isola di Taiwan investita da due forti scosse di terremoto di magnitudo 7.4 e 6.5 e altre di assestamento nella notte italiana. Bilancio delle vittime ancora provvisorio. Si stima che ci siano almeno 97 edifici danneggiati. Fondamentale la corretta classificazione del rischio sismico ai fini dei regolamenti edilizi

mercoledì 3 aprile 2024 - Franco Metta

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Sono immagini impressionanti quelle che giungono in queste ore da Taiwan. Edfici semidistrutti, pendenti su un lato, a rischio crollo da un momento all’altro. L’isola, classificata come zona ad elevato rischio sismico, è stata colpita intorno alle 8 locali, nella notte italiana, da una forte scossa di terremoto di magnitudo 7.4 della scala Richter. L’epicentro, secondo l'Istituto geofisico statunitense Usgs, sarebbe stato localizzato a 18 km a sud-est di Hualien City, a circa 155 km a sud della capitale Taipei, a una profondità di 34,8 km. La terra, riferiscono i media locali, ha continuato a tremare con una seconda scossa leggermente più lieve, magnitudo 6.5 e da altre 57 di assestamento con magnitudo compresa tra 5 e 6.

La macchina dei soccorsi Immediatamente si è messa in moto diretta in particolare nella contea di Hualien dove sarebbero rimaste intrappolate sotto le macerie quasi 80 persone. Le operazioni di ricerca e salvataggio si sono concentrate nell'edificio Uranus di nove piani, che pende a destra dopo il crollo del piano terra, come riferito in conferenza stampa dal magistrato della contea di Hualien Hsu Chen-wei. Si stima in 97 il totale degli edifici che avrebbero subito danni in tutta l’isola. Le strutture antisismiche della capitale sembrerebbero invece aver retto bene al sisma e in particolare il famoso grattacielo Taipei 101.

Un sisma così non si vedeva da 25 anni

Per trovare una scossa di terremoto più forte di quella odierna occorre fare un salto temporale all’indietro di 25 anni. Nel settembre 1999, come ha subito ricordato Wu Chien-fu direttore del Centro sismologico di Taipei, l’isola subì un terremoto di magnitudo 7.6 che a causò la morte di oltre 2.400 persone. Al momento invece il bilancio provvisorio del sisma di stanotte riferisce di 9 vittime e di 711 feriti. Numeri che però, vista l’entità dei danni, potrebbero essere destinati ad aumentare.

L’evento sismico ha fatto scattare come ormai prassi da alcuni anni a questa parte anche l’allerta tzunami. In particolare per Taiwan, Giappone e Filippine. Tuttavia le centraline non avrebbero registrato significativi disturbi significativi del livello del mare pertanto l’allarme tsunami è subito rientrato.

Danni alle infrastrutture

Grazie alle riprese aeree è stato possibile evidenziare subito altri danni causati dal sisma. In particolare una frana avrebbe fatto crollare una parte dell’autostrada Suhua, mentre il ministro delle infrastrutture ha dichiarato che è crollato l’intero ponte Qingshui sul lato nord del tunnel di Daqingshui. Anche gli elettrodotti avrebbero subito danni causano la sospensione di fornitura elettrica ad almeno 87.000 residenti sull’isola. A causa del sisma TSMC Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, il noto produttore di chip, ha sospeso la produzione per tutto il giorno nonostante la maggior parte delle fabbriche, che coprono il 90% della produzione, si trovino sulla costa opposta rispetto al punto dell’epicentro.

Regolamenti edilizi a prova di terremoti

L’isola di Taiwan è sempre stata interessata da terremoti. Tuttavia, secondo quanto scriveva nel 2016 Aldo Piombino, laureato in Scienze Geologiche sul suo blog (http://aldopiombino.blogspot.com/2016/02/il-terremoto-di-taiwan-del-5-febbraio.html): “fino a qualche anno fa solo la zona orientale di Taiwan era considerata a forte rischio sismico, ma da un po’ di tempo gli scienziati hanno capito che tutta l'isola è interessata da forti movimenti tettonici che la mettono a rischio”.

Inoltre “la scoperta di movimenti tettonici asismici è stata tenuta di conto dai regolamenti edilizi dell’isola” che ha registrato un tumultuoso aumento di popolazione, triplicata in 20 anni. All’epoca il geologo auspicava la riclassificazione in termini di normative antisismiche più stringenti anche in varie parti del nostro Paese. Questo perché, evidenziava in grassetto, “il killer non è il terremoto, ma lo sono le pratiche edilizie non adeguate”.

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