“Preso atto dell’attuale alto livello di burocrazia a cui è giunto il GSE nell’esame delle richieste degli imprenditori del settore e per dare un segnale di discontinuità e di reale promozione dell’efficienza energetica, chiediamo al nuovo Governo che la gestione dei TEE sul teleriscaldamento a biomassa venga affidata a ARERA, visto che dal d.lgs. 104/2014 al Regolatore è stato attribuito il ruolo di regolare il settore per promuoverne lo sviluppo e la concorrenza”.
Così esordisce il presidente Fiper, Walter Righini, portavoce del malessere e della forte preoccupazione dei gestori di impianti di teleriscaldamento a biomassa. Dal 2017 il mancato riconoscimento dei titoli di efficienza energetica sul risparmio di energia fossile presso l’utente finale è la ragione principale che ha indotto le imprese a non presentare più progetti al GSE. E quindi di fatto ha bloccato l’intero settore.
“Effetto GSE” sull’offerta dei TEE: una riduzione del 61% di richieste (2.211) presentate dagli operatori rispetto al 2017 (5.695) e del 34% di riconoscimento dei TEE (3,8 milioni TEE) rispetto al 2017 (5,8 milioni TEE).
Unica alternativa sono stati gli innumerevoli ricorsi al TAR da parte delle imprese.
E dire che il meccanismo dei TEE (scheda 22 T) ha funzionato molto bene sino all’entrata in vigore del DM 11 gennaio 2017.
Avevamo già evidenziato a suo tempo come FIPER, a seguito di uno studio condotto sul mercato TEE, che a partire dal 2016 si stava verificando una rigidità dell’offerta di TEE a fronte di una domanda crescente.
Risultato prezzo record registrato del valore del TEE: 543 Euro nel 2018.
La definizione di soglia massima di 250 €/TEE sul contributo tariffario da parte del MISE, volta a calmierare i prezzi, dato che la misura spinge i distributori a non comprare oltre tale limite, ha modificato l’effetto del mercato corto sui prezzi reali dei titoli.
Nel frattempo, dal 2015, ARERA ha iniziato a regolare anche il settore del teleriscaldamento. Visto che uno dei suoi obiettivi è da un lato, promuovere il servizio, dall’altro salvaguardare l’interesse degli utenti, ci sembrerebbe l’arbitro ideale per la gestione dei TEE.
Del resto, è una funzione che ha già svolto nella fase iniziale del meccanismo.
“Non possiamo quindi permetterci ulteriori ritardi. Da 3 anni gli investimenti nell’estensione delle reti esistenti e l’avvio di nuove sono pressoché bloccati” aggiunge Righini.
Conclude:” Ne va della sostenibilità di imprese, famiglie, territori spesso ubicati in aree marginali del Paese, nonché degli obiettivi europei che l’Italia si è impegnata a raggiungere con l’impiego delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica già sottoscritti nel recente PNIEC”.
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