Passaggio dalla valutazione della pericolosità idraulica alla valutazione del rischio idraulico. Conferma dei vincoli di inedificabilità per le zone a più alto rischio di esondazione così come stabiliti dalla legge regionale 21/2012. Risoluzione di alcune criticità riscontrate nell’applicazione della 21 con risposte alla gestione ed eventuale delocalizzazione dei manufatti esistenti sulle fasce a più alto rischio idraulico.
Queste le principali novità della legge sul rischio idraulico approvata ieri dal Consiglio regionale della Toscana con 29 voti a favore, 7 gli astenuti.
Oltre un anno di lavoro, un tavolo tecnico Giunta/Consiglio che si è riunito più volte e due fasi di consultazioni consegnano alla Toscana una legge “più intelligente e più raffinata”. La nuova normativa in materia di rischio idraulico viene descritta “forgiata sul territorio” dal presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd), che ne rivendica le “incredibili opportunità”. “Non avrei mai avallato, anche per la mia storia personale, un testo che consentisse di costruire in zone a rischio” dichiara. “La sicurezza sul territorio si attua con leggi rigorose e serie come questa, ma anche realizzando le opere idrauliche necessarie” spiega, citando l’articolo 22, quello cioè che “consente una nuova stagione” e apre alle collaborazioni tra pubblico e privato.
Il testo consegnato all’aula è profondamente cambiato (contava 13 articoli nella stesura iniziale, il testo finale arriva a 26), “non smonta” la legge 21/2012 – quella varata all’indomani delle gravi alluvioni in Lunigiana – ma “introduce un’ulteriore variabile: non si calcola solo la periodicità storica dell’accadimento degli eventi, ma anche la loro intensità, la loro violenza e il battente, quindi la loro altezza” spiega Baccelli.
“Questa è davvero una legge più intelligente e non potendo prevedere puntualmente gli effetti su tutta la Toscana, perché non tutto il territorio ha mappe aggiornate sul rischio idraulico, prevediamo 480mila euro per lo studio della pericolosità, per adeguare gli strumenti urbanistici e capire come difendere l’incolumità del territorio e dei cittadini”.
Baccelli sintetizza poi le modifiche più importanti apportate e ricorda gli “interventi di copertura dei corsi d’acqua” e sulla “difesa locale”, il lavoro per rendere il testo “coerente” con la legge 65/2014 in particolare sul “discrimine del territorio urbanizzato”, la disciplina delle nuove costruzioni e dei volumi interrati “differenziati in base all’area, ma anche al grado di magnitudo”, l’analisi sul patrimonio edilizio esistente, su parcheggi e sottopassi, sugli annessi agricoli. Ricordato anche il tema, voluto dalla consigliera Pd Elisabetta Meucci, della perequazione urbanistica definito “serio e intelligente”, che può “garantire vitalità e maggiore sicurezza del territorio”.