Via libera a maggioranza dalle commissioni Ambiente e Sviluppo economico del Consiglio regionale della Toscana alla proposta di legge “Disposizioni urgenti in materia di geotermia” e al Paer (Piano ambientale ed energetico regionale).
La legge sulla geotermia impone una moratoria di sei mesi al rilascio di permessi di ricerca, e relative proroghe, per la realizzazione di pozzi esplorativi. La proposta di legge entrerà in vigore il giorno immediatamente successivo alla data di pubblicazione nel Burt. Ciò renderà possibile la contestuale emanazione della delibera relativa al Paer della quale la legge sulla geotermia è parte integrante.
EMENDAMENTI. Nel lungo dibattito che ha preceduto il voto sulla proposta di legge in materia di geotermia sono stati illustrati e votati anche alcuni emendamenti presentati da Forza Italia e dal consigliere Mauro Romanelli (Gruppo Misto). Quello illustrato da Nicola Nascosti (Forza Italia) che puntava a “tutelare gli impianti di teleriscaldamento a bassa entalpia (funzione di stato di un sistema ed esprime la quantità di energia che esso può scambiare con l’ambiente ndr) che utilizzano pompe di calore geotermiche e gli impianti a ciclo binario di nuova generazione” è stato bocciato. Dei cinque emendamenti presentati da Romanelli, due sono stati ritirati dallo stesso consigliere, uno è stato bocciato mentre quello che punta a far recuperare i sei mesi di moratoria, ossia a “non conteggiare la sospensione ai fini della vigenza del titolo minerario”, è stato accolto.
I COMMENTI. “La moratoria di sei mesi e il blocco totale di ogni tipo di iniziativa, compresa la ricerca propedeutica all’estrazione e compresi gli impianti a emissioni zero, rappresentano una penalizzazione a danno della Toscana, considerando che questi sono realizzabili e realizzati in altre regioni italiane ed europee, attraendo investimenti, garantendo posti di lavoro nella piena tutela del territorio”, hanno dichiarato i consiglieri regionali di Forza Italia Nicola Nascosti e Stefania Fuscagni. “Non comprendiamo – aggiungono - l’atteggiamento del Pd che, dopo il Piano del Paesaggio, mette ancora un freno allo sviluppo della Toscana, peraltro in controtendenza con le direttive europee che promuovono le energie rinnovabili. Ancora una volta il centrosinistra, per ragioni elettoralistiche e mal interpretando il concetto di tutela dell’ambiente, fa perdere un’occasione alla Regione”.
Secondo il consigliere di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi, il capogruppo Giovanni Donzelli e la consigliera Marina Staccioli, “I permessi ci sono già e la Toscana potrebbe utilizzare da subito il tesoro del petrolio pulito che ha e che tutti le invidiano. Ma non lo fa perché le elezioni sono imminenti e non vuol scontentare i comitati che si oppongono alla realizzazione degli impianti, senza però chiudere definitivamente la porta in faccia alle aziende che vogliono investire nel settore in Toscana. Ancora una volta si sacrifica il benessere dei cittadini e della regione per meri fini propagandistici. Un giochetto messo in atto dal Pd per difendere i grandi interessi che finora ha rappresentato il monopolio di Enel”.
“Con questa scelta, coperta dalla realizzazione di uno studio inutile, la Regione si espone al rischio di nuovi ricorsi dello Stato e di cause da parte di chi ha già ottenuto i permessi di ricerca: da lungo tempo il piano energetico regionale è bloccato proprio dalla questione degli impianti geotermici”, hanno detto Marcheschi, Donzelli e Staccioli, “perché dopo la liberalizzazione delle risorse nel 2010 la Toscana non ha saputo gestire la loro valorizzazione. La Regione dispone già di tutti gli strumenti (dal piano di programmazione a quello energetico fino alla Via) per decidere se eventualmente aumentare la quota minima di 150 Megawatt richiesta dall’Europa e già raggiunta. La Toscana potrebbe produrre almeno quattro volte questa quantità di energia, e le sue risorse (concentrate tra Grosseto, Siena e Pisa) potrebbero rifornire di energia elettrica quasi tutta Italia. Invece Rossi sceglie di non prendere posizione, quando ci sono già 38 permessi di ricerca assegnati a società che potrebbero scegliere di abbandonare la Toscana, con tutte le relative ricadute occupazionali”.
“Certo, nessuno è per la costruzione selvaggia – hanno precisato Marcheschi, Donzelli e Staccioli - ma la battaglia va fatta sugli impianti a emissioni zero, non sui calcoli elettorali: se la Regione vuole limitare le costruzioni delle centrali lo faccia apertamente, operando attraverso la Via. Chiediamo che la politica prenda una decisione chiara, e dica da che parte sta: non possiamo rischiare né un’altra figuraccia con il governo nazionale, come nel caso dell’urbanistica, né cause milionarie da parte di chi ha già le concessioni”.
PIANO AMBIENTALE ED ENERGETICO REGIONALE. Lotta ai cambiamenti climatici, green economy e prevenzione dei rischi sono le sfide poste dal Piano ambientale ed energetico regionale. L’assessore Anna Rita Bramerini ha ricordato che il Paer è un Piano a “costo zero per i contribuenti” in quanto “frutto del lavoro e delle professionalità interne alla Regione”.
Sono stati accolti due emendamenti proposti dalla consigliera di Fratelli d’Italia Marina Staccioli e sottoscritti dai colleghi Giovanni Donzelli e Paolo Marcheschi. “Si tratta di due modifiche agli indirizzi del Piano, che vanno ad incentivare interventi migliorativi per quanto riguarda il sistema idrico toscano – ha spiegato Staccioli – il primo va a modificare direttamente gli obbiettivi di base indirizzando una particolare attenzione nei confronti di quelle aree che stanno mostrando segni di sofferenza in termine di depurazione delle acque reflue, come la Versilia, con la Regione che si impegna a favorire e realizzare infrastrutture e potenziamenti, in particolar modo quelle già programmate e finanziate, ad esempio la terza vasca a Querceta”. “Il secondo invece riguarda il servizio idrico toscano in generale, che ad oggi lamenta una dispersione del 37% e tubature obsolete e addirittura in amianto, ma anche i costi finali per gli utenti tra i più alti d’Italia – ha ricordato la consigliera – ben nove delle dieci città in cui l’acqua è più cara sono infatti toscane, è inaccettabile! L’emendamento che ho proposto mira proprio ad incentivare un miglioramento servizio al fine di avere una rete più moderna, in particolar modo poi non realizzata con materiali che mettono a rischio la salute dei cittadini, come l’amianto appunto Confido che questo possa rappresentare un primo passo verso interventi migliorativi sostanziali”.