Con 28 voti favorevoli e 8 contrari, il Consiglio regionale della Toscana ha varato la legge che detta norme in materia di cave, già approvata dalla commissione Sviluppo economico (QUI LE NOVITÀ DELLA LEGGE).
Tra gli emendamenti approvati, quelli all’articolo 33 della legge. In particolare, è stato cassato il comma 7, che prevedeva la possibilità per il Comune di riservarsi di coltivare direttamente livelli territoriali ottimali, anche a seguito di affidamento diretto a società a totale partecipazione pubblica.
“L’obiettivo centrale della legge è quello di conciliare lavoro, ambiente e paesaggio e anche se le leggi si prestano sempre ai ricorsi, la normativa ci dà la competenza per legiferare sul settore e correttamente lo abbiamo fatto”, ha dichiarato il presidente della Giunta regionale, Enrico Rossi, intervenendo a conclusione del dibattito.
Rossi ha definito la quantificazione economica delle concessioni e del contributo regionale “una perequazione necessaria che si tradurrà in benessere e servizi per il territorio”. L’inserimento del distretto Apuo-versiliese nella legge, ha spiegato ancora, “mette insieme e tratta tutte allo stesso modo le cave esistenti dentro e fuori dai confini del parco delle Apuane”. Secondo il governatore della Toscana, la norma “spinge tutti verso comportamenti più virtuosi e la filiera corta, che speriamo si realizzi al più presto, va in questa direzione”.
“Qualcuno ha parlato di legge cialtrona e superficiale, in realtà si tratta di una legge equilibrata e coraggiosa che porta a soluzione la questione dei beni estimati”, ha affermato l’assessore ai Trasporti e infrastrutture, Vincenzo Ceccarelli. “Chi farà ricorso, ci aiuterà a fare completa chiarezza, una volta per tutte, su questa partita”, ha aggiunto Ceccarelli. L’obiettivo di questa scelta “era chiaro da subito, ricondurre lo sfruttamento di un bene pubblico alla certezza del diritto”.