Dopo un lungo lavoro e un iter durato anni, venerdì scorso è arrivato il via libera dal Consiglio regionale (favorevoli la maggioranza e tutto il centrosinistra, contrario il centrodestra) al Piano di indirizzo territoriale (Pit) con valenza di Piano paesaggistico.
È stata accolta una risoluzione che impegna la Giunta ad un aggiornamento della cartografia ricognitiva delle aree tutelate per legge.
MARSON: “IL PIANO PAESAGGISTICO HA SUBITO IMBOSCATE”. “Il Piano paesaggistico ha subito imboscate non derivate da un conflitto fra ambiente e sviluppo, come molti hanno sostenuto, ma tra interessi collettivi e interessi privati”, ha detto l’assessore regionale Anna Marson, subito dopo il voto di approvazione. “Ciò – ha continuato – è testimoniato dal fatto che chi si è mosso a difesa del Piano non rappresenta interessi particolari o privati. Tutti coloro che a vario titolo hanno sollevato richieste di modifiche, l’hanno fatto mossi da interessi privati finalizzati al profitto, mascherato da occupazione e sviluppo”.
PRESENTATE 600 OSSERVAZIONI, DI CUI L'80% ACCOLTO. “E’ una bella pagina per il Consiglio regionale. Siamo la prima Regione che approva un piano nell’assemblea elettiva”, ha dichiarato il presidente Enrico Rossi. Sul testo della Giunta sono state presentate seicento osservazioni, di cui l’ottanta per cento è stato sostanzialmente accolto. Rossi ha ricordato che, anche alla luce delle sentenze della Corte costituzionale, le Regioni sono autonome nelle scelte di governo del territorio, ma tali scelte devono essere in linea con il Codice del paesaggio.
“Anche la Puglia, l'unica regione finora dotata di un piano, lo ha approvato senza un voto in consiglio regionale. Noi – ha sottolineato il presidente della Regione Toscana - lo facciamo attraverso un dibattito ampio e difficile in consiglio, confrontandoci con posizioni diverse anche all'interno della stessa maggioranza, come è giusto che sia, perché il paesaggio è tema davvero trasversale, basti pensare che per anni ha avuto come punto di riferimento la legge Bottai del 1939”.
CONFRONTO CON IL MINISTERO. “Il maxiemendamento cerca un punto di equilibrio, alla luce del confronto in sede ministeriale” ha detto Rossi.
RECUPERATI 200MILA ETTARI ALL’ATTIVITÀ AGRICOLA. Secondo il governatore, certi allarmismi del settore agricolo sono del tutto ingiustificati, perché lo scopo è mantenere una certa maglia agraria all’interno delle trasformazioni imposte dall’agricoltura moderna, con indicazioni meno restrittive di alcuni regolamenti attualmente in vigore per alcuni comuni. Inoltre, l’interpretazione data al vincolo paesaggistico della legge Galasso sui boschi permetterà di recuperare all’attività agricola 200mila ettari. “Basterà dimostrare che un tempo erano terreni agricoli", spiega Rossi.
CAVE, ISTITUITA COMMISSIONE REGIONALE VALUTAZIONE PAESAGGISTICA. “Sulle cave siamo per l’attività estrattiva, che non blocchiamo – ha aggiunto Rossi – Pensiamo però che vada regolata ed abbiamo deciso di intervenire per quelle situate al di sopra dei 1200 metri”. A suo parere i lavoratori non devono temere nulla, perché si incentiva la lavorazione sul posto del 50% del materiale estratto. Sono inoltre previsti ampliamenti legati a piani di recupero.
La necessità di istituire la commissione regionale per la valutazione paesaggistica delle attività estrattive (come previsto all’articolo 19 della Disciplina di piano dell'integrazione al Pit) è alla base della proposta di legge votata all’unanimità dal Consiglio regionale dopo l’approvazione del Piano paesaggistico.
L’atto, di cui è primo firmatario il consigliere Giovanni Ardelio Pellegrinotti (Pd), modifica la legge 65 del 2014 (Norme per il governo del territorio) e detta anche disposizioni di “semplificazione” in merito all’ampliamento delle attività di edilizia libera, in particolare per le istallazioni stagionali. Il testo innalza a 180 giorni consecutivi l’installazione delle strutture amovibili, in risposta alle esigenze legate ad una stagione turistica che ormai interessa la parte primaverile ed autunnale dell’anno.
Gli articoli (3 e 4) che disciplinano la commissione regionale per la valutazione della compatibilità paesaggistica delle attività estrattive, formalizzano composizione e durata: nove membri (un presidente, tre dirigenti regionali, due esperti in materia di paesaggio, due in materia di escavazione, uno in urbanistica) nominati con decreto dal presidente della Giunta, cinque anni di carica. I componenti possono essere nominati una sola volta nello stesso territorio. La commissione avrà il compito di esprimere pareri vincolanti nei casi previsti dal Piano paesaggistico.
Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato, sempre all’unanimità, anche l’emendamento presentato dal centrodestra, che istituzionalizza il monitoraggio sugli effetti economici ed occupazionali del Piano.