di Franco Metta
La novità delle ultime ore, che ha creato qualche tensione in maggioranza, è stata la decisione della Ragioneria di Stato di stralciare gli emendamenti sulla cessione dei crediti d’imposta derivanti dagli investimenti Transizione 4.0 e Bonus Mobili. Decisione motivata dalle preoccupazioni sull’impatto eccessivo della misura sui conti pubblici. Nonostante le tensioni con il voto di fiducia di ieri il Senato ha dato il via libera al Decreto Sostegni. Il provvedimento passa ora alla Camera per essere convertito in legge entro il 21 maggio.
Alla fine il M5S si è dovuto accontentare della ventilata soluzione trovata (ovvero un tavolo per far rientrare la misura nel prossimo decreto Sostegni bis) e il Senato ha approvato con 207 voti favorevoli.
La questione sollevata dalla Ragioneria però non è affatto banale, dal momento che l’obiezione è proprio quella della mancanza di copertura finanziaria. La misura, secondo la relazione presentata, esporrebbe a un rischio incertezza per quanto concerne il trattamento contabile. Infatti anche se è previsto l’utilizzo di quote annuali l’impatto sul disavanzo verrebbe comunque anticipato tutto sul primo anno. Per la cronaca quello sulla cessione dei crediti d’imposta 4.0 non è stato l’unico emendamento stralciato. Anche altri quattro, tra cui anche quello sull’impignorabilità del reddito di cittadinanza.
Ma non è detta l’ultima parola. Infatti nelle relazioni tecniche precedenti la ragioneria scriveva “alle disposizioni non si ascrivono effetti, considerato che il credito di imposta viene utilizzato del cessionario con le stesse modalità previste dal cedente”. Forse per questo motivo, Ettore Licheri, capogruppo del M5S al Senato, ha affermato di aver ricevuto “garanzie importanti dal governo”. La sensazione però resta quella che si è toccato il fondo del barile.