Rispetto agli altri materiali strutturali, i materiali compositi si differenziano per la propria combinazione di rigidezza, resistenza e leggerezza, che permette di ridurre la massa facilitando trasporto, movimentazione, montaggio e installazione, senza contare la superiore durabilità. Per questo il loro impiego comporta numerosi vantaggi anche dal punto di vista ambientale: minor consumo di energia, minori emissioni di gas serra, maggiore durata e migliori prestazioni.
Inoltre, i materiali compositi dispongono di numerose possibilità per una gestione circolare della fase di dismissione (end-of-life). A questo proposito, Assocompositi – l’Associazione Italiana Compositi & Affini – ha realizzato un position paper per illustrare le linee guida per una gestione circolare dei prodotti in materiale composito, a partire dalle tecnologie attualmente disponibili per il riciclo di questi materiali: il co-processing nei cementifici, la macinazione meccanica e la pirolisi.
Il co-processing nei cementifici, che utilizza gli scarti in composito rinforzato con fibre di vetro per la produzione del cemento, consente un utilizzo efficiente del materiale riducendo il consumo energetico del processo e abbattendo considerevolmente le emissioni di CO2. La frammentazione con macinazione controllata è un processo efficiente dal punto di vista energetico e molto flessibile per flussi di materiale e per tipologie diverse.
Si può ottenere in questo caso anche un parziale recupero delle proprietà intrinseche dei compositi: le applicazioni sono già molto numerose e vanno dai prodotti di arredo alle applicazioni industriali nelle quali il materiale riciclato può svolgere anche una funzione di rinforzo con benefici in termini di costi e impatto ambientale.
La pirolisi, infine, presenta un impatto ambientale maggiore dei primi due tipi di processo ma consente di recuperare le fibre di rinforzo e in alcuni casi anche alcuni componenti chimici organici derivati dalla decomposizione termica della resina che possono trovare applicazione nella produzione di nuovi compositi.
Esistono anche altri processi in fase di sviluppo che, pur avendo un grado di maturità tecnologica più basso, potranno aprire nuove frontiere per l’upcycling dei materiali compositi: processi termici a letto fluido, processi termochimici (solvoilisi) o elettromeccanici. Sotto la spinta della ricerca e dell’innovazione si stanno inoltre rendendo disponibili sul mercato nuovi materiali compositi appositamente progettati per essere più facilmente riciclati a fine vita, come ad esempio i compositi con matrici termoindurenti “cleavage” e/o a base di “vitrimeri” o i compositi a matrice termoplastica ottenuti per stampaggio reattivo.
Per approfondire: in allegato il position paper di Assocompositi.