Come sono cambiate le case nel tempo? Non solo sul piano delle dimensioni e degli stili architettonici, ma soprattutto sotto l’aspetto dell’utilizzo e della funzione delle singole stanze? Cosa c’è di così diverso da una casa degli anni ’50 e una del 2017? Ha cercato di rispondere a tutte queste domande, l’infografica “Ho bisogno dei miei spazi. Come sono cambiate le case degli italiani" realizzata da MAN Casa, azienda specializzata in soluzioni d'arredo salvaspazio a Roma, che ripercorre l’evoluzione delle nostre abitazioni nel corso dello scorso secolo e fornisce una fotografia attuale della situazione del mercato immobiliare in Italia.
La casa come accessorio e non come bene primario
Uno degli aspetti principali che è cambiato nel corso degli ultimi 70 anni (dagli anni ’50 a oggi) è la vera e propria concezione di casa. Se prima, infatti, la casa era un bene primario ed era parte integrante del percorso di realizzazione della persona (mi faccio una famiglia, quindi investo in beni di proprietà e compro una casa), oggi la sua funzione si sta riducendo sempre di più a un accessorio.
I giovani non sono più interessati a possedere una casa: gli basta avere un luogo sicuro in cui appoggiarsi. Complice la natura sempre più “internazionale” delle nuove generazioni, oggi acquistare una casa per un Millennial (nato tra il 1985 e il 2000) significa legarsi a un posto e non avere più la libertà di spostarsi, di viaggiare e di conoscere. Ecco quindi che la casa cambia anche funzione sociale: se prima era il luogo di incontro per eccellenza, rappresentativo di uno stile di vita e di pensiero, oggi è solo un luogo utile per avere un tetto sopra la testa e non morire di freddo. Le relazioni sociali si sviluppano altrove, così come la realizzazione della propria personalità e identità.
Ambienti piccoli e multifunzionali
Di conseguenza, cambiando la funzione primaria della casa, cambia anche la sua struttura. Non servono più case grandi con ambienti interni distinti in base al loro scopo (cucina separata dal soggiorno, camera da letto solo per dormire, eccetera), ma vanno bene ambienti piccoli e fluidi, multitasking, adibiti, progettati e costruititi per agevolare le attività più diverse.
Pensate alla camera da letto moderna: se una volta questo ambiente era off-limits se non per i padroni di casa, circondato da un alone di massima riservatezza e pudore, oggi non è più così: in camera da letto si dorme, si lavora, ci si rilassa, ci si prepara, si fa attività fisica, si studia. Questo stesso discorso vale anche per le altre stanze della casa, ognuna delle quali ha perso la natura esclusiva che aveva in precedenza per diventare parte di un insieme più eterogeneo e fluido.
Unico obiettivo: risparmiare
Certo, questi cambiamenti non sono stati sempre necessariamente spontanei. Se è vero che la struttura e la funzione di una casa rispecchiano sempre e comunque la mentalità del tempo (quindi negli anni ’80 la protagonista della casa era la tv, oggi invece c’è il totale sdoganamento di ogni struttura, così in architettura come anche a livello sociale), la tendenza degli ultimi anni di acquistare (o prendere in affitto) case sempre più piccole è figlia sicuramente anche della tremenda crisi economica del 2008. In generale, oggi si vive in case più piccole per:
• risparmiare denaro (a causa della crisi economica)
• risparmiare fatica (a causa di una popolazione sempre più
• risparmiare risorse (grazie a una maggiore consapevolezza ed etica ambientale)
Sono infatti diminuite le dimensioni delle case, ma non i prezzi, che solo negli ultimi 12 mesi hanno accennato ad abbassarsi dopo molti anni di rincari costanti. Rispetto al 1960 la differenza di costo al metro quadro è abissale, sia sotto l’aspetto della vendita che dell’affitto.