Semplificare e velocizzare le procedure di appalto e di acquisto, ridurre i costi della pubblica amministrazione, ridurre parimenti anche i contenziosi: questi gli obiettivi di tre distinte decisioni assunte ieri dalla Giunta provinciale di Trento, su proposta dell'assessore ai lavori pubblici Mauro Gilmozzi, riguardanti l'Apac, l'Agenzia provinciale per gli appalti e i contratti istituita nel 2006.
L'Apac opera come centrale di committenza e di acquisto di servizi e forniture e per l'espletamento delle procedure concorrenziali, al servizio della Provincia, degli enti locali e degli altri enti pubblici strumentali.
Le delibere assunte ieri sono tese da un lato a chiarire "chi fa cosa", ovvero quanto un comune o un altro soggetto interessato può muoversi autonomamente, quando deve farlo in associazione con un altro ente e quando deve obbligatoriamente rivolgersi all'Apac, in particolare dal 1° luglio 2015, quando entrerà in vigore la nuova norma provinciale, che di fatto anticipa quella nazionale, che entrerà invece in vigore il 1° settembre.
La Provincia è intervenuta anche sull'operatività dell'Agenzia: oltre a mettere mano alla questione delle risorse umane, che saranno comunque reperite all'interno del comparto pubblico, senza procedere quindi con nuove assunzioni, è stata varata la programmazione 2015, dove troveranno spazio innovazioni di carattere tecnico-informatico che consentiranno da un lato uno snellimento delle procedure di appalto ma al tempo stesso anche una estrema precisione nella valutazione della congruità dei prezzi.
COME FUNZIONERÀ LA NUOVA DISCIPLINA. Vediamo ora in sintesi come funzionerà la nuova disciplina, fermo restando che nel caso di fusioni fra comuni l'obbligo del nuovo ente di ricorrere al Consip decorre - analogamente alla normativa nazionale - dal terzo anno dalla fusione. In virtù della propria competenza in materia di appalti e contratti pubblici la Provincia ha adottato, come già detto, una propria disciplina in materia che entra in vigore il 1° luglio 2015 e che viene attuata con le deliberazioni adottate oggi dalla Giunta, in modo tale che il sistema sia già allineato a quanto avverrà a livello nazionale a partire da settembre. Le disposizioni provinciali, che lasciano maggiore libertà alle amministrazioni locali di quanto non avverrà a livello nazionale, prevedono che i comuni, tranne il Comune di Trento che resterà a riguardo completamente autonomo, debbano procedere all'acquisizione di beni e servizi e affidare lavori con le seguenti modalità:
- per gli appalti ad evidenza pubblica (con pubblicazione del bando) sopra la soglia europea (5.186.000 euro per lavori e 207.000 euro per acquisizione di beni e di servizi), nel caso in cui gli interventi o gli acquisti siano realizzati con finanziamento provinciale, i comuni ricorrono obbligatoriamente ad Apac;
- per gli appalti di lavori sotto la soglia europea possono ricorrere ad Apac o affidare gli appalti nell’ambito delle gestioni associate obbligatorie. In attesa dell’entrata in vigore delle gestioni associate obbligatorie nell’ambito delle quali i comuni potranno procedere all’acquisizione di servizi, forniture e lavori gli stessi potranno svolgere le procedure di appalto tramite apposite convenzioni con altri comuni;
- per gli appalti affidati tramite procedura negoziata, i comuni possono affidare in forma autonoma le procedure di gara il cui valore sia inferiore a quello previsto per gli affidamenti diretti (50.000 euro per i lavori e 46.000 euro per l’acquisto di beni e servizi) mentre possono avvalersi di Apac o delle gestioni associate (con la deroga di cui sopra fino all’effettiva attivazione delle gestioni associate) per gli affidamenti di lavori dai 50.000 euro al milione di euro. Per gli affidamenti di lavori tramite procedura negoziata di importo tra il milione e i due milioni di euro e per gli interventi di estrema urgenza sotto soglia europea, in materia di vincolo idrogeologico, di normativa antisismica e di messa in sicurezza degli edifici scolastici e dei conservatori di musica, dovranno affidare le relative procedure ad Apac;
- per gli acquisti di beni e servizi sotto soglia europea (207.000 euro) i comuni possono procedere in autonomia utilizzando il mercato elettronico provinciale attraverso apposita gara telematica, la cosiddetta Richiesta di offerta (Rdo). Solamente nel caso in cui il prodotto o il servizio non sia presente sul mercato provinciale dovranno acquistare sul mercato nazionale gestito da Consip o qualora esistenti tramite le convenzioni quadro.
Se i beni o i servizi non sono presenti sui mercati elettronici i comuni dovranno approvvigionarsi tramite le procedure tradizionali e secondo le modalità più sopra descritte. Qualora Apac abbia proceduto all'aggregazione degli acquisti attivando apposite convenzioni quadro i comuni dovranno approvvigionarsi tramite le stesse convenzioni a prescindere dal valore dei beni e dei servizi.
Per l’acquisto di beni e servizi sui mercati elettronici i comuni possono continuare ad avvalersi delle comunità di valle.
A livello nazionale a norma, che entrerà in vigore dal 1 settembre 2015, prevede che i Comuni non capoluogo di Provincia provvedano obbligatoriamente all'acquisizione di lavori, beni e servizi, indipendentemente dalla soglia di valore dall'appalto, nell'ambito: delle unioni di comuni; di accordo consortile fra comuni; avvalendosi degli uffici delle province; avvalendosi di un soggetto aggregatore (Consip o altro soggetto riconosciuto a livello nazionale), ma nel caso di fusioni l'obbligo decorre dal terzo anno dalla fusione; degli strumenti elettronici di acquisto gestiti da Consip o da altro soggetto aggregatore.
In caso di violazione di tali modalità di acquisizione non viene rilasciato dall'Autorità nazionale anticorruzione il C.I.G. (codice identificativo di Gara) che è il titolo legittimante per poter svolgere qualsiasi acquisto di beni e servizi e affidamento di lavori.