Per ridurre i costi di produzione di energia eolica, ma soprattutto per ridurre il rumore delle turbine, la Commissione Europea ha di recente sostenuto e finanziato il progetto Windtrust.
L’inquinamento acustico è infatti tra i problemi maggiori delle turbine odierne e dunque la progettazione di dispositivi a basso rumore potrebbe avere un forte impatto sul mercato dell’energia eolica, in quanto molti dei futuri aerogeneratori saranno collocati vicino alle aree urbane, dove le normative sui decibel sono molto restrittive.
Il disegno - spiega Fernando Garcia Ayerra, coordinatore tecnico del progetto - è formato da una serie di denti serrati che fanno in modo che il vento che impatta sul bordo d’uscita della pala si frammenti grazie a un disegno specifico, riducendo il rumore globale della turbina.
Windrust punta inoltre ad ottimizzare l’uso della fibra di carbonio per le lame, in modo da aumentare la loro durata e ridurre il peso delle componenti; in questo modo la turbina durerà più a lungo riducendo i costi di manutenzione.
Ricordiamo che, oltre ai problemi di rumore, gli ingegneri eolici devono affrontare altre sfide: le interruzioni di vento date dalle condizioni del tempo, le difficoltà di stoccare l’energia, l’impatto sull’ambiente e la fauna, gli alti costi della produzione di energia e il mantenimento dell’efficienza degli impianti.
In Europa vogliamo poter disporre di energia pulita, affidabile e al minor costo possibile - afferma Mauro Villanueva, coordinatore del progetto -. Per questo il concetto sul quale bisogna continuare a lavorare è l’affidabilità degli aerogeneratori e della principale componentistica. Per questo noi di Windtrust ci siamo dedicati ad una revisione profonda del disegno di determinate componenti e quindi possiamo dire che abbiamo davanti a noi una nuova generazione di componenti che permettono non solo di migliorare l’affidabilità delle macchine onshore, ma anche delle macchine offshore.