Lo scorso 7 febbraio la Commissione europea ha approvato, sulla base delle norme dell’UE sugli aiuti di Stato, i meccanismi di capacità elettrica in Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia e Polonia. Secondo la Commissione le misure contribuiranno a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, salvaguardando la concorrenza nel mercato unico.
In particolare, come riportato dal comunicato stampa della Commissione Europea, nel caso dell’Italia e della Polonia sono stati autorizzati meccanismi di capacità relativi all’intero mercato, che possono rivelarsi necessari quando i mercati dell’energia elettrica si trovano ad affrontare problemi strutturali di sicurezza dell’approvvigionamento. Nell’ambito di un meccanismo di questo tipo, i fornitori di capacità possono ottenere un pagamento per la disponibilità a produrre energia elettrica o, nel caso di operatori della gestione della domanda, per la disponibilità a ridurre il consumo. Difatti, come ribadito dallo stesso comunicato, sia l’Italia che la Polonia hanno chiaramente identificato e quantificato i rischi in materia di sicurezza dell’approvvigionamento, tenendo conto anche delle eventuali importazioni da paesi limitrofi. L’Italia ha dimostrato che un quantitativo importante di capacità rischia di uscire dal mercato e che è poco probabile che si realizzino nuovi investimenti in quanto gli investitori non riescono a ottenere guadagni sufficienti dalle vendite di energia elettrica.
“Tale notizia”, nota l'associazione Anev, “è stata divulgata dalle testate giornalistiche accentuandone alcuni particolari aspetti.
Da un lato la stampa specializzata nelle tematiche energetiche ha riportato la notizia dando risalto all’opportunità, anche per le fonti rinnovabili, di utilizzare un sistema che sosterrà l’adeguatezza della rete in previsione di sempre maggiori volumi di produzione da fonti rinnovabile, sulla base della roadmap tracciata dalla Strategia Energetica Nazionale per la decarbonizzazione della filiera energetica del nostro paese.
Dall’altro, altre testate, di rilevanza nazionale, hanno voluto evidenziare che il capacity market è stato disegnato per far fronte alla imprevedibilità delle fonti rinnovabili, in alcuni casi accusando esplicitamente l’eolico e il fotovoltaico dei costi che gli utenti finali dovranno sostenere.
Tali posizioni giornalistiche”, osserva Anev, “possono far riflettere, in quanto viene esplicitato nel comunicato che la CE ha recepito le motivazioni presentate dall’Italia per l’implementazione del capacity market e ha evidenziato che il meccanismo deve “destinare i finanziamenti attraverso gare aperte a tutti i tipi di fornitori, in quanto ciò mantiene la concorrenza tra fornitori di capacità e riduce i costi per i consumatori”, mentre da nessuna parte viene menzionato che il meccanismo di capacità viene attuato a causa delle rinnovabili.
Tutto ciò – conclude Anev - senza contare gli attuali impedimenti per le rinnovabili (come ad esempio alcuni vincoli previsti nel codice di rete) ed il fatto che solo le imprese di medio-grandi dimensioni potrebbero partecipare alla domanda a causa della mancata delibera ARERA ai sensi dell’art.11 del DLgsl. 102/2014 per sostenere la diffusione efficiente delle fonti rinnovabili e della generazione distribuita e consentire la partecipazione della generazione distribuita, delle fonti rinnovabili, della cogenerazione ad alto rendimento e della domanda al mercato dell’energia e dei servizi, stabilendo i requisiti e le modalità di partecipazione delle singole unità di consumo e di produzione”.