La Commissione europea ha aperto una seconda consultazione pubblica al fine di redigere il piano d’azione Ue finalizzato alla diffusione delle pompe di calore.
L'uso di pompe di calore efficienti negli edifici, nell'industria e nelle reti termiche locali è ritenuto fondamentale per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e conseguire gli obiettivi del Green Deal e di REPowerEU.
Il piano d'azione per accelerare il mercato e la diffusione delle pompe di calore dovrebbe prevedere quattro filoni d'intervento: partnership tra la Commissione, i paesi dell'UE e il settore industriale (compresa la ricerca e innovazione); comunicazione a tutti i gruppi d'interesse e un'alleanza sulle competenze per la diffusione delle pompe di calore; legislazione (progettazione ecocompatibile, etichettatura energetica); finanziamenti accessibili.
La prima consultazione, della durata di un mese si è conclusa lo scorso 26 maggio e ha consentito l’invio di commenti e contributi da parte di stakeholder. La nuova consultazione invece ha una durata maggiore: è stata aperta il 7 giugno e consente di intervenire fino al 30 agosto. Anche in questo caso i destinatari comprendono le imprese, le associazioni di impese, i gruppi di consumatori, le autorità nazionali, regionali e locali, i sindacati e le organizzazioni dei datori di lavoro, le organizzazioni della società civile, gli istituti di istruzione, ricerca e innovazione e i singoli individui.
Successivamente, nel quarto trimestre 2023 è prevista l’adozione del piano d’azione
Finalità del piano d’azione
L'iniziativa punta ad accelerare i progressi nella decarbonizzazione del sistema energetico, a creare le condizioni per il passaggio a sistemi di riscaldamento e raffrescamento rinnovabili negli edifici, nell'industria e nelle reti; e infine sostenere la competitività dell'industria dell'energia pulita dell'UE.
Circa il 50 % di tutta l'energia consumata oggi nell'UE è usato per il riscaldamento e il raffrescamento. Oltre il 70 % del riscaldamento e del raffrescamento si basa ancora sui combustibili fossili, soprattutto sul gas naturale. Nel settore residenziale circa l'80% del consumo finale di energia è usato per riscaldare gli ambienti e l'acqua. Presto sarà fisicamente impossibile migliorare ancora l'efficienza energetica degli apparecchi di riscaldamento dell'ambiente e degli scaldacqua a combustione. Pertanto per ridurre ulteriormente l'energia impiegata per riscaldare gli ambienti e l'acqua sarà necessario ricorrere a tecnologie nuove e più efficienti, vale a dire le pompe di calore, che sono anche tecnologie energetiche rinnovabili.
In assenza di ulteriori azioni mirate dell'UE, c'è il rischio che 22 milioni di vecchi apparecchi di riscaldamento individuali e diverse migliaia di vecchie unità di riscaldamento a combustibili fossili di grandi dimensioni siano sostituiti da caldaie a combustibili fossili. Per contribuire a ridurre l'uso di gas e petrolio, il piano REPowerEU promuove una più rapida diffusione delle pompe di calore individuali negli edifici e delle pompe di calore su vasta scala nelle reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento.
Questo si traduce nell'obiettivo di installare almeno 10 milioni di nuove pompe di calore entro il 2027. Inoltre, con l'eliminazione graduale delle caldaie individuali entro il 2029 nell'ambito della progettazione ecocompatibile, si prevede che entro il 2030 saranno installate almeno 30 milioni di pompe di calore in più rispetto al 2020, la maggior parte delle quali idroniche (comprese quelle ibride).