I ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali tra aziende e nei rapporti con la Pubblica Amministrazione rimangono un grave problema per gli artigiani e i piccoli imprenditori. La crisi provocata dalla pandemia ha peggiorato la situazione, aumentando i tempi di incasso delle fatture da parte delle micro e piccole imprese che subiscono i ritardi delle aziende committenti. Basti dire che nel 2020 la percentuale di fatture non pagate dalle grandi imprese è aumentata al 20,3% rispetto al 17,7% del 2019.
Confartigianato si batte da anni sia in sede europea sia nei confronti delle istituzioni italiane per ristabilire etica e correttezza nei rapporti economici tra gli imprenditori e con la Pubblica Amministrazione. È anche intervenuta ripetutamente proponendo, quale soluzione concreta ed efficace, la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti degli imprenditori verso la PA.
Dal recepimento in Italia, nel 2011, della direttiva europea sui tempi di pagamento, la Confederazione ne ha monitorato l’attuazione con un proprio osservatorio. Inoltre, nel 2013, il Presidente di Connfartigianato è stato nominato rapporteur per l’Italia dall’allora Vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani sull’applicazione della Direttiva.
Le rilevazioni di Confartigianato mostrano che, nonostante la normativa in vigore dal 2011, il malcostume di pagare in ritardo continua purtroppo a caratterizzare le relazioni commerciali tra privati e con gli Enti pubblici. E non soltanto in Italia. Il tema è anche all’attenzione della Commissione Europea che ha coinvolto le Organizzazioni imprenditoriali dei Paesi membri, tra le quali Confartigianato, in un confronto che vede al centro la proposta di costituire un Osservatorio europeo sui ritardi di pagamento.
In questi giorni, Confartigianato ha inviato alla Commissione Ue un report sulla situazione italiana e una serie di osservazioni.
In particolare, secondo la Confederazione, l’Osservatorio europeo dovrebbe essere alimentato con l’acquisizione e la gestione delle informazioni provenienti da fonti e archivi open data disponibili da parte delle pubbliche amministrazioni (soprattutto i dati di bilancio e di fatturazione), sulla base di uno standard predefinito. Per garantire il monitoraggio delle pratiche sleali, Confartigianato suggerisce di inserire nella rete di rilevazione le Autorità Antitrust dei singoli paesi e le Amministrazioni coinvolte nella rilevazione delle pratiche commerciali scorrette. Necessario, inoltre, acquisire informazioni sulle relazioni finanziarie e sulla gestione dei flussi nelle catene di fornitura, individuando indicatori che consentano di rilevarne l’andamento. A giudizio di Confartigianato, poi, l’Osservatorio può essere funzionale all’applicazione degli strumenti regolatori derivanti dalle fonti nazionali ed europee. Infine, l’Osservatorio dovrebbe garantire la comparabilità dei dati, sia di quelli provenienti dalle imprese, sia di quelli della Pubblica Amministrazione, con l’obiettivo di fornire un quadro omogeneo di rilevazione utile ad orientare le azioni di contrasto al fenomeno dei ritardi di pagamento.